Guardo il mucchio di foto che ho trovato sul fondo dell'armadio. Dietro a pile di vestiti, dentro una busta, quasi dimenticate.
Le ho poggiate sul letto accanto a me e ora le fisso, come se potessero farmi del male se solo provassi a prenderne una.
E me ne farebbero di male, l'ho capito dalla prima in cima. Dal tuo sorriso e dai tuoi occhi gentili che mi guardano attraverso la carta.
Incrocio le gambe sotto di me, poggio i gomiti su di esse e sostengo il mio viso con le mani. Gli occhi iniziano a bruciare e io non ho la forza per sfogliare quei ricordi.
Mi alzo di scatto e inizio a camminare davanti al letto, avanti e indietro. Se qualcuno mi vedesse al momento mi prenderebbe per pazza.
Solo io so che non lo sono.
Solo io so la verità.
La verità è che se iniziassi a guardare quelle foto, a sfogliare quei ricordi immortali, impressi nel tempo, non ci sarebbe via d'uscita.
Mi troverei a guardarli con le lacrime agli occhi, ma anche con un sorriso sulle labbra. Lo so, mi conosco. Ed è già successo.
Mi risiedo, in preda ad un dolore che non provavo da un po'. In preda a quel dolore che ho cercato di arginare per tutti questi anni, chiudendolo in un angolo del mio cuore, senza forse mai affrontarlo davvero.
Prendo un respiro profondo e insieme all'ossigeno raccolgo il poco coraggio che mi è rimasto, prendendo in mano la prima foto.
Lascio che le mie dita tremanti seguano i contorni del tuo viso, di quei tratti congelati dal tempo.
Le passo sui capelli scuri, corti.
Sulle guance rosate, coperte da un velo di barba.
Sugli occhi scuri, lo stesso colore dei miei.
Sul sorriso che lascia intravedere i denti.
Sulla fronte e sulla tua ruga d'espressione così tanto familiare.
Poso la foto accanto a me e ne prendo un altra.
Qui ci sono anche io e il cuore trema quando vedo i nostri volti, uno accanto all'atro, mentre sorridiamo all'obiettivo.
Io, piccola e pura, speranzosa e piena di vita. Una bambina timida dai grandi occhi scuri, i codini e un dentino in meno nel suo sorriso.
Tu, grande e forte, sorridente e amorevole. Un uomo con una vita davanti, che non ha potuto vivere fino in fondo, portato via troppo presto.
Siamo felici.
Passo alla prossima.
Dai la schiena alla fotocamera, probabilmente una foto che mamma ci ha fatto di nascosto. Cammini con me in braccio, io ti stringo forte e poso la testa sulla tua spalla, chiudo gli occhi e mi riposo nella sicurezza che mi da il tuo abbraccio.
Una lacrima scende sulla mia guancia senza che me ne accorga. La noto solo quando scivola giù e cade sulla carta lucida che tengo tra le dita.
La asciugo e ne prendo un'altra.
Una torta bianca e rosa, tre candeline in cima. E tu, seduto sulla sedia, che mi tieni sulle ginocchia mentre io soffio sulle tre fiammelle ed esprimo un desiderio.
In quella dopo, un po' sfuocata, il momento è lo stesso. Ma io ora batto le mani felice e tu mi guardi con un sorriso sul volto e gli occhi pieni di amore.
In quella dopo ancora si aggiunge mamma. Ci abbraccia da dietro la sedia e mi lascia un bacio tra i capelli.
E in quella dopo ancora da un bacio a te, sulle labbra, mentre io tiro fuori la lingua in una smorfia di disgusto. In realtà sono felice, come lo siete voi, come lo siamo tutti e tre.
Chiudo gli occhi per qualche minuto, cercando di riprendere il controllo dei miei sentimenti. Lascio che qualche lacrima baci le mie guance e qualche singhiozzo mi scuota il petto.
Poi ne prendo un'altra. E un'altra. E un'altra ancora.
Vado avanti finché, tra abbracci e sorrisi, bagni in piscina e carnevali in maschera, feste e giornate quotidiane, facce buffe e occhioni dolci, non finisco le foto. Non finisco i ricordi.
Tutto si ferma di colpo dopo quel Natale di dieci anni fa. Avevo dieci anni e credevo nella magia, nella vita, forse persino nella religione.
Nessuna foto insieme, non più.
Nessun sorriso.
Nessun compleanno passato insieme, perché non ce ne sono più stati.
Non mi rendo conto che ormai sto piangendo senza sosta, sopraffatta dai ricordi che immagini pure e semplici hanno portato a galla.
Lacrime mi bagnano il viso e ognuna di queste fa più male della precedente.
Sapevo mi avrebbe fatto male.
Eppure accolgo il dolore con un sorriso sul volto, con quel sorriso dolce-amaro che ho avuto sul viso dalla prima all'ultima foto.
Perché se i ricordi sono l'unica cosa che mi resta di te, se queste foto sono l'unica occasione per vederti di nuovo, voglio farlo con il sorriso.
Perché voglio poter guardare il passato grata per quello che ho avuto, nonostante poi mi sia stato strappato via.
Perché so che tu vorresti così.
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Pensieri sparsi
PoetrySe la vostra intenzione è quella di leggere una storia con una trama, dei personaggi,magari una morale, questo non è quello che cercate. Qui ci saranno piccoli scambi di battute tra personaggi che arrivano da storie mai scritte, dei quali non si con...