In your arms I feel at home / Loki

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Dopo qualche minuto Loki finisce di suonare il suo brano, alza lo sguardo, mi cerca e mi trova subito, mi fissa per qualche secondo e io continuo a guardarlo, non mi muovo, resto sulla poltrona e continuo ad ammirarlo come facevo prima, non mi dice nulla.
È esausto, questo brano lo ha devastato ed è così che mi sento anch'io, è un brano potentissimo che ti entra dentro e ti distrugge, chiunque l'abbia scritto deve aver subito qualcosa di grave, deve aver sentito un dolore devastante, uno di quelli che ti divide il cuore in pezzi così piccoli che ti è difficile ricomporli, un brano che ti toglie il fiato dai polmoni.
Loki abbassa lo sguardo sul pianoforte e ricomincia a suonare, questa volta però le dita sono più delicate sui tasti, scivolano veloci ma toccano le note più dolci che io abbia mai sentito, il brano che suona adesso è una coccola, una carezza, come quelle che si danno ai bambini, carezze che ti riscaldano il cuore, come un abbraccio che da una madre ad un figlio, come quelli che mi dava la mia ogni volta che tornavo a casa, mi manca tanto, ora che sono chiusa qui dentro sento ancora di più la mancanza della mia famiglia.
Prima della gemma andavo a trovarli ogni fine settimana a Cold Spring, una piccola città vicino New York, è la mia città natale, è li che sono cresciuta, ed è da lì che volevo scappare.
Mi stava stretta la piccola cittadina di circa duemila abitanti, tutti sanno tutto di te, e anche se non vuoi, tu sai tutto di tutti...sono stata fortunata ad aver vinto la borsa di studio per la Columbia, sono riuscita ad evadere da quel posto e a fare qualcosa che amo.
Sono stata meno fortunata a toccare la gemma però, sono rinchiusa di nuovo in un altro posto che mi sta stretto, fortuna che questo almeno ha la vista su New York e un ristornate aperto ventiquattro ore al giorno.
Anche se qui sto bene, non è casa mia, New York non ha i Stonecrop Gardens con i loro mille fiori colorati, non ha i negozi di antiquariato che hanno veramente cose di antiquariato, qui i negozi vintage hanno collezioni di abbigliamento di due anni prima e per i newyorkesi allora sono pezzi di antiquariato, beh sorpresa, non sono vintage! New York non ha la mia famiglia, è questo il vero problema, non ha la torta ricotta pere e cioccolato di mia madre, non ha l'odore dei libri polverosi di mio padre e non ha il fracasso della musica rock di mia sorella, non ha questo perciò non potrà mai essere casa per me
Loki mi ha raggiunta, non mi ero nemmeno accorta che avesse smesso di suonare, mi porge un fazzoletto e lo guardo confusa.

Loki-Prendi- mi dice

Kat-Cosa...? - sono ancora più confusa

Loki-Stai piangendo Katherine- solo ora mi accorgo che delle lacrime mi bagnano il viso

Kat-Oddio...non mi ero accorta- prendo il fazzoletto e asciugo le lacrime

Loki-Suono così male? - chiede sedendosi sulla poltrona affianco la mia

Kat-Oh no, assolutamente, non è per te- non mi ero nemmeno accorta che stavo piangendo, che figura di merda -Ho nostalgia di casa- Loki mi guarda in silenzio, ha uno sguardo cupo, come se fosse stato colpito da qualcosa, è così triste -Che c'è? - chiedo cercando di fermare le lacrime che continuando a scendere

Loki-Anch'io ho nostalgia di casa oggi- non mi aspettavo mi dicesse questo -Vuoi parlarne? Dicono che aiuta-

Kat-Oh no, non voglio annoiarti con le mie cose-

Loki-Te l'ho chiesto io, puoi parlarmene-

Kat-Mi...mi manca vedere la mia famiglia, da quando ho toccato la gemma e ho iniziato a far esplodere le cose non sono tornata a casa, non potevo rischiare di metterli in pericolo...è praticamente un mese che non li vedo, li ho riempiti di bugie per giustificare la mia assenza...non ho mai mentito alla mia famiglia-

Loki-Mai? Non hai mai detto una bugia a loro?Nemmeno una? -

Kat-No mai-

Loki-Sei una figlia modello allora- dice sorridendo, sorrido anch'io