CAPITOLO 31 - Presenze

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Sono passati alcuni giorni da quando ha nevicato. Durante quel tempo, ho passato le giornate a giocare con Nat e Giuly, dentro e fuori casa, a bere cioccolata calda e a fare poco altro. Ormai, non c'è più molto da fare. A volte mi mettevo a disegnare, più per abitudine che per passione, perché quest'ultima era svanita da tempo. Di recente mi sono anche preso un brutto raffreddore, forse la giacca pesante non bastava per le nostre battaglie nella neve. Probabilmente mi sarebbe servito anche un cappello e una sciarpa, ma non me ne importava molto. Il mio unico pensiero era divertirmi.
Tuttavia, le provviste stavano diminuendo rapidamente. Era necessario fare un giro al paese per recuperare qualcosa. La città più vicina era a circa 30 chilometri, quindi preferivamo evitarla per il momento. Ci restava un paesino abbandonato a breve distanza, dove a volte riuscivamo a trovare cibo e oggetti utili. Lo avevamo ispezionato più volte, visto che nessuno ci abitava ormai da anni.
Prima di partire, passammo dalla cucina per prendere qualcosa da mangiare. Inoltre, ci portammo dietro un piccolo coltello svizzero. Non era il massimo, ma veloce e pratico in caso di un combattimento ravvicinato. Non si sa mai cosa potrebbe accadere. Lo avevamo sempre con noi per abitudine, anche se fino a quel momento non ci era mai servito.
Uscimmo dalla porta laterale e scendemmo le scalette che portavano al garage. Era un caos, più disordinato della mia cameretta da bambino. Attrezzi sparsi ovunque e pezzi di ferro che Giuly non aveva mai tempo di sistemare. Per lei, quel luogo era un paradiso: il suo regno personale dove nessuno osava entrare, tranne che per prendere la macchina. Solitamente, la condividiamo tutti, e chi la deve usare lo dice agli altri, anche se ormai non abbiamo nemmeno la patente. Solo nelle grandi città la gente ne possiede ancora una.
Quel giorno, decisi di guidare io. Mi piaceva, lo trovavo rilassante. Inserii le chiavi e partimmo. In meno di dieci minuti eravamo arrivati a destinazione. Mentre parcheggiavo, sorrisi tra me e me: «Almeno non dobbiamo più preoccuparci di trovare posto».

Nat:
"Allora, l'altra volta abbiamo visto l'area a nordest, della farmacia e della chiesa. Oggi vediamo quella della scuola e del cinema, giusto?"

Giuly:
"Esattamente."

Alex:
"Cosa pensate di trovare in una scuola e in un cinema ora, dopo che ci siamo anche già stati? Pensate davvero che nessun altro abbia avuto l'idea di venire qui a prendere le altre robe?"

Nat:
"Alex, te l'ho già detto mille volte... è completamente disabitata questa città, non c'è ombra di vita. Le persone sono tutte fuggite, chi è il folle che rimarrebbe a vivere in un paesino del genere?"

Alex:
"E va bene, hai ragione."

Giuly:
"Io penso che non sia importante, in ogni caso prendiamo quello che dobbiamo prendere e ce ne andiamo."

Nat:
"Sì, infatti."

Cominciammo dal cinema, che era il più vicino. All'interno era buio pesto, ma per fortuna ci eravamo portati delle torce. La batteria di quella di Nat era quasi scarica, quindi lui e Giuly camminavano insieme, mentre io li seguivo da dietro, passo dopo passo. Trovammo un distributore con dei dolcetti. Erano scaduti, ma non ci facemmo problemi a mangiarli comunque.

Giuly:
"Oddio, che buoni che erano gli Oreo! Mia nonna li prendeva sempre, una volta."

Nat:
"Io preferisco il salato."

Giuly:
"Anch'io, però i dolci ogni tanto servono, mi danno la carica. Conosci la terapia dei dolci? Si dice che ogni tanto un dolce faccia passare la depressione."

Nat:
"Boh, a me la fanno venire."

Alex:
"Io non li mangiavo mai, però... gli unici che ho assaggiato da piccolo erano i Mars. Li comprò una volta mia madre per sbaglio, e da lì ogni tanto continuò a comprarli."

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora