CAPITOLO 38 - Libertà

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QUALCHE ORA DOPO L'ACCADUTO

Alex:
"Giuly, grazie per avermi salvato..."

Giuly:
"Come sempre, ormai..." Disse, sorridendo.
"Quell'uomo non aveva nessuna foto. So che ci tieni tanto a tua madre... però non sarà lui a darti le risposte che ti servono."

Alex:
"Ah... e scusami per prima, volevo solo che ti fidassi di me e mi ha dato fastidio la tua risposta. In verità non so come farei senza di te. Grazie anche a lei, Signor Cruz, e anche al Signor Crawford, Olson e tutti gli altri che ci hanno aiutato. Sapevo di poter contare ancora su di voi."

Cruz:
"Ma di che, ci mancherebbe! Siamo un team, sapevo che avessi un piano per cui era valido rischiare."

Alex:
"Sono felice che lei abbia accettato, pensavo mi odiasse ancora per aver distrutto la villa."

Cruz:
"Tranquillo, non è stata colpa tua... poi non è andata completamente perduta. Se riusciamo a vincere questa battaglia, tra qualche anno potremo creare un fortino ancora più grande. Magari ci mettiamo anche una piscina idromassaggio. Il sogno della mia vita, praticamente."

Giuly:
"A proposito, ma gli altri dove sono?"

Cruz:
"Hanno detto che volevano aiutare i civili a uscire dal campo e ammassarli in un luogo adeguato."

Alex:
"Nat, ma cosa ti è successo all'occhio?"

Nat:
"Oh, nulla di che."

Daniel:
"Gli hanno sganciato una bella gomitata in faccia. Era uno degli agenti che era rimasto lì a sorvegliare ugualmente l'uscita."

Nat:
"Zitto, se non fosse stato per me saresti già morto."

Daniel:
"Sì, certo. Come dici tu."

Nat:
"Ti stavano quasi per sparare, cazzo."

Alex:
"Ragazzi, basta! Non importa cos'è successo, ormai è andata. Non ci possiamo distrarre ora."

Cruz:
"Alex ha ragione, manca davvero poco."

Nat:
"Abbiamo attraversato tutto il campo e ammazzato non so quanta gente, direi che un po' di relax ce lo meritiamo."

Giuly:
"Bel modo di rilassarsi."

Ci eravamo appostati in un vecchio edificio vicino al porto del campo. Era una giornata memorabile, il piano era stato un successo, ma la stanchezza ci iniziava a schiacciare. Nonostante ciò, non potevamo permetterci di riposare, la battaglia era tutt'altro che finita. Il mio piano, basato sulle conoscenze dettagliate di Daniel riguardo il campo e le abilità straordinarie degli uomini della squadra, aveva funzionato alla perfezione. Mentre eravamo in macchina, diretti verso il porto, ripensavo a tutto quello che era accaduto. Non avevo avuto il tempo di annotare tutto immediatamente, ma adesso posso darvi un'idea dei passaggi principali del piano.

Punto uno: Trovare un modo per infiltrarsi.
La prima opzione era ingannare le guardie, facendoci passare inosservati. L'alternativa era usare i miei poteri per entrare di nascosto, ma questa idea fu scartata. Decidemmo invece di dividerci subito, dando il via alla fase successiva.
Punto due: Usare i gadget di comunicazione.
L'obiettivo era coordinare l'ingresso senza destare sospetti, sfruttando il momento più opportuno per agire.
Punto tre: Dividersi i compiti.
Nat e il Signor Cruz furono incaricati di raggiungere il garage militare per recuperare un carro armato. Daniel e Crawford, invece, dovevano dirigersi verso il magazzino di comunicazione numero 3 per recuperare informazioni vitali. Olson e altri membri della squadra si diressero verso la torretta d'emergenza, dove si trovava l'allarme e una serie di computer necessari per disattivare il sistema di sicurezza e hackerarlo.
Punto quattro: Aspettare il segnale e far saltare il sistema.
L'obiettivo era disattivare tutto senza essere scoperti o far scattare l'allarme. Una volta completata la missione, il carro armato sarebbe tornato per recuperare tutti noi. Se qualcosa fosse andato storto e l'allarme fosse scattato, mi sarei occupato io del resto, liberando tutti con una potente esplosione. Per fortuna, non ce ne fu bisogno.

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora