CAPITOLO 14 - Il Presente

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‎ATTO II

« La paura più grande del Totalitarismo
è quella di non ricordare più come si viveva prima di esso. »

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ALCUNI ANNI DOPO

Passati centotrentanove giorni dalla fine della prima grande rivolta civile, il sole continua a sorgere, come se nulla fosse accaduto. Ma ogni tramonto ci lascia di nuovo nel buio di una notte che sembra eterna. Ogni giorno è una ripetizione infinita di morte e disperazione. Il futuro, ormai, appare irrimediabilmente perduto. Il mondo, fragile e stanco, sembra in bilico, pronto a dissolversi in qualsiasi momento, trascinando con sé il peso della storia. Negli occhi delle persone, sia adulti che bambini, si legge l'angoscia di chi aspetta l'inevitabile, mentre il tempo scorre implacabile verso un cupo destino.

Rimpiango di non aver fermato quell'uomo. Dovevamo sparargli, ucciderlo sul posto. Invece abbiamo esitato, lasciandolo scappare. Nat lo sapeva, non si fidava di lui. Mi aveva avvertito, ma io ero troppo giovane, troppo ingenuo per capire. Le sue parole risuonano ancora nella mia testa: «Non mi fido di lui». Come potevo immaginare che avesse una siringa nascosta nella giacca? O cosa avrebbe fatto con quel sangue? Avevo appena 14 anni. Ora, cresciuto, mi rendo conto dell'errore, e mi addosso ogni colpa. Il futuro è scomparso, e la responsabilità è solo mia. La mia ingenuità ha segnato la fine di tutto.

Anche Giuly aveva capito tutto. Sapeva cosa quel pazzo aveva in mente, e avremmo dovuto fermarlo subito, quando ancora ne avevamo la possibilità. Ma ora è tardi. Ora, è finita.

Mi alzai dal letto, pesante come la mia coscienza, e mi avvicinai al comodino. Con un gesto della mano, feci fluttuare in aria le chiavi che avevo lasciato lì la sera prima, afferrandole al volo. Scesi le scale di corsa, indossai la mia giacca e uscii di casa. In questi anni sono successe molte cose, ma ne parlerò più tardi. Promesso.

Ho imparato a controllare il mio potere alla perfezione, anche se cerco di non usarlo. Lo faccio solo quando sono solo, per cose semplici. Teletrasportarmi richiede troppa concentrazione, e c'è qualcosa di raccapricciante in quel processo. Preferisco prendere la macchina, quando possibile. Ho seguito un breve corso di guida, la prima volta fallendo con l'accensione. Man mano che provavo divenne sempre più facile, e non c'erano nemmeno più molte regole da rispettare, dato che vedere un'automobile spostarsi era un evento più unico che raro. Oltre tutto ciò, credo di essere migliorato anche nel modo in cui mi esprimo, il che è un piccolo traguardo. Il vero obiettivo, tuttavia, è svuotare la mente da tutto ciò che ho vissuto, e continuare a vivere così fino alla mia morte.

Durante il tragitto in auto verso la città, una chiamata da un numero sconosciuto interruppe i miei pensieri. Esitai per un momento, ma poi risposi.

Alex:
"Pronto?"

Giuly:
"Ehi... Alex, sono Giuly."

In quel momento rimasi paralizzato, incapace di dire una parola. Lei era l'ultima persona da cui mi sarei mai aspettato una chiamata. Avevo cancellato il suo numero mesi fa, deciso a chiudere ogni contatto, convinto che non avrei mai più voluto sentirla, per nessun motivo.
Eppure, mi mancava.

Devo ammetterlo, forse non ho mai davvero smesso di provare qualcosa per lei. Il suo carattere da maschiaccio, il suo viso, i suoi occhi profondi, la sua complessità affascinante. Era una delle persone più intelligenti che avessi mai incontrato. Sveglia, determinata, ma anche capace di una dolcezza nascosta.

Ma non potevo permettermi di cedere alla malinconia. Non più. Ora sono un adulto, non quel ragazzino confuso che ero un tempo. Inspirai profondamente, cercando di ricacciare indietro le emozioni e mantenere la freddezza.

Alex:
"Che vuoi? Ti avevo chiesto di non chiamarmi più."

Giuly:
"Alex, è importante, devi ascoltarmi bene. So di essere stata odiosa e di non aver rispettato la tua richiesta di non sentirti più. È colpa mia, lo ammetto. Ma voglio che tu capisca che è tutto acqua passata. Per quanto vuoi continuare a trattarmi così?"

Alex:
"Non mi interessa, Giuly. Qualunque cosa tu abbia da dire, non mi interessa. E non è affatto acqua passata. Mi hai illuso per troppo tempo, giocando con i miei sentimenti, solo per scoprire che stavi con quella troia di Luna. Credi che sia così facile per me da digerire?"

Giuly:
"Capisco, mi sono scusata più volte e non voglio ripetere tutto ciò. Ma devo dirti una cosa, e sarò breve. Il mondo può ancora essere salvato."

Mi scappò una risata.

Alex:
"Giuly, ti rendi conto di quello che dici? Non ti fai pena da sola?
Prima mi tradisci, ferisci i miei sentimenti, io chiudo con te e ti chiedo di non scrivermi più, e tu cosa fai? Mi chiami al telefono così, di punto in bianco, mi dici che è tutto acqua passata come se fossi nella mia testa... e te ne esci con una cazzata del genere?"

Giuly:
"Alex, devi credermi. Mi dispiace, si, ma ora sono veramente seria. Devi venire qui da me il prima possibile."

Alex:
"Il momento per essere seri è passato da un po'.
Inoltre se mi hai consigliato di venire lì per farmi umiliare un'altra volta... mi dispiace ma non ci tengo."

Giuly:
"No, stavolta è diverso. Io non ti sto consigliando. Io ti sto obbligando."

Alex:
"Ah, anche? Qualcos'altro?"

Giuly:
"L'unica speranza per poter salvare il mondo sei tu, Alex."

Alex:
"Come scusa? L'unica speranza? Ma stai zitta e vai a prendere per il culo qualcun altro. Ora ho una famiglia e una compagna che mi vuole molto bene, un cagnolino e tutto ciò che ho sempre desiderato avere. Tra qualche anno la natura completerà il suo ciclo vitale e moriremo tutti, come è giusto che sia. Posso almeno godermi i miei ultimi anni in santa pace con lei? Tu sei già uscita dalla mia vita, aspetto che sia lo stesso anche per te."

Giuly:
"Ho trovato un luogo segreto, dove il Signor Hill svolgeva i suoi studi. Lì puoi trovare tutto ciò che vuoi sapere sui tuoi poteri. E ripeto, tutto! Ho capito che niente è perduto, il destino del mondo dipende solo da te. Vuoi davvero portare sulle spalle tutta la responsabilità di ciò che è accaduto come quel giorno?"

Alex:
"No. Solo che-"

Giuly:
"Cazzo, io sarei morta per te, Alex! Lo sai questo?!" Urlò con tutta la forza che aveva, fino a cedere alle lacrime.
"Sai, durante tutto questo tempo in cui tu eri in giro con quella tua compagna trovata chissà dove che neanche ami e con il tuo bel cagnolino, io ho cercato di immaginare un possibile futuro e un modo per resistere e andare avanti senza paura."

Alex:
"Come ti permetti di dirmi questo?! Mi spieghi che cazzo ti passa per la testa?"

Giuly:
"Sei cambiato, Alex. Non ti riconosco più. Il vecchio te non avrebbe mai detto tutto ciò. Per la tua pigrizia, il mondo potrebbe pagare un prezzo troppo alto. Hai gettato via ogni briciola di altruismo che avevi."

Alex:
"Se stai solo raccapezzando frasi d'effetto per provare a farmi cambiare idea... beh, sappi che non ci riuscirai. Vuoi una mia risposta concreta? Vaffanculo, Giuly. Vaffanculo!" Dissi, attaccandole in faccia il telefono.

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora