LETTERA TROVATA NELLA SCUOLA
DA PARTE DI REBECCA«Cara Mamma,
Ti scrivo per sapere se stai bene lassù e per raccontarti cos'è successo. So che sei morta, ma non so se puoi vedere il mondo da lì, quindi ti racconto comunque tutto.
Ero a scuola quando è successo. Stavamo svolgendo una normale lezione di inglese, e la professoressa stava spiegando la biografia delle sorelle Brontë a noi ragazze. Mi sono allontanata per andare in bagno, poiché avevo appena finito la bottiglietta d'acqua - papà mi ripete sempre di bere tanto. Al mio ritorno e dopo essermi seduta, ho sentito tremare tutto violentemente. I fogli sopra l'armadietto di classe si sono sparpagliati ovunque e noi ci siamo posizionati sotto i banchi, mentre le urla provenienti dalle altre classi echeggiavano nella scuola. La professoressa ci ha cercato di tranquillizzare e poi ci ha fatto uscire, rassicurandoci che era solo un terremoto. Abbiamo presto capito che non era così. Si trattava di qualcosa di mille volte più pericoloso: un attacco terroristico (almeno, così sembrava).
Ogni anno, a scuola, i professori ci raccontano cosa è successo l'11 settembre e ci spiegano che la guerra è inutile, ma sembra che la cattiveria umana continui a prevalere e non si possa fermare.
Papà ha impiegato più del solito per venirmi a prendere, e siamo rimasti a scuola fino al tardo pomeriggio. Girava la notizia di un attacco terroristico e di una donna che aveva preso il controllo delle stazioni televisive per trasmettere lo stesso filmato su tutti i canali della zona. Diceva di voler cambiareil mondo e di renderlo perfetto per tutti, promettendo soldi, pace ed equalità pertutti. Minacciava chiunque avesse interferito con i suoi piani, citando anche le elezioni svolte qualche anno fa in Europa. Non avevo capito cosa c'entrassero con tutto questo, ma papà era terrorizzato, perciò lo fui anch'io. Sembrava fosse giunta l'apocalisse quando siamo tornati a casa. Gran parte della città era stata distrutta e l'aria era irrespirabile, piena di fumi nocivi e cenere. Molti canali televisivi erano fuori servizio o mostravano la parola Hijacked, mentre le persone correvano senza una meta chiara, in cerca di un luogo sicuro, che sembrava non esistere più. Era come scappare dal riscaldamento globale o dall'impatto di un asteroide.
Tornando a noi, quando papà è finalmente venuto a prendermi, aveva il volto pallido e le mani tremanti. Sono salita in macchina in fretta e furia. Lui mi ha chiesto se stessi bene, ho risposto di sì e gli ho chiesto di raccontarmi nuovamente cosa fosse successo. Lui si è messo a piangere e ha raccontato di come, per venire a prendermi, avesse visto le macerie di molte case e persone impaurite che piangevano a loro volta. Non aveva mai visto una scena del genere, almeno non da così vicino. Era davvero sconvolto dalla gravità della situazione.
Papà ha detto che a casa, poco dopo l'annuncio di quella donna, è saltata la corrente e ha udito un forte boato in lontananza. Anche i vicini e le persone che conosceva bene nella zona erano inorriditi dall'accaduto. Quella notte nessuno ha dormito, nemmeno i cani che abbaiavano costantemente a ogni minimo rumore o suono di ambulanza. Su internet giravano tutte le immagini delle macerie e della confusione che si era creata in centro. Le esplosioni si sono ripetute anche nei giorni seguenti in altre diverse città. Ero attenta a ogni notizia che veniva pubblicata. Controllavo instancabilmente sui siti di notizie, in cerca di aggiornamenti, e ne diventai quasi ossessionata. Mio padre mi consigliava di spegnere il telefono per dormire, ma lui stesso sapeva che il mio nervosismo fosse ben giustificato.
Mi ricordo il momento in cui ho aperto un articolo, ho cliccato su un video per guardarlo e ho atteso. La rotellina ha continuato a girare, ma nulla è partito. Ho provato ad aprire altre cose, ma neanche quelle funzionavano. Stavo davvero perdendo la pazienza. E poi è successo: Internet ha smesso di funzionare completamente per giorni, e non sembra che tornerà presto.
Per far passare il tempo, durante la notte, mi sono messa a scrivere e perfezionare questa lettera, mentre durante il giorno gioco a dama con papà, anche se fingiamo di divertirci. In realtà sono costantemente preoccupata per lui. Purtroppo, per giorni, non abbiamo avuto notizie su cosa stia accadendo là fuori. Solo ora mio padre ha ricevuto una lettera per una visita, ma non mi ha detto cosa riguarda. Dopo qualche giorno, mi ha rivelato che è stato ritenuto idoneo per andare in guerra e che gli hanno rifiutato l'esenzione dal servizio militare per paternità. Era arrabbiatissimo e anch'io mi sono messa a piangere. Sono rimasta a casa da sola per giorni, con la zia di un ragazzo del vicinato che mi ha fatto compagnia e giocato con me, ma io non mi divertivo affatto. Ero troppo preoccupata per papà.
Ogni notte, prima di mettermi a letto, guardo il cielo e faccio una preghiera a Dio, proprio come facevo sempre per te, sperando che almeno lui possa tornare da me.
Non so cosa ci riservi il futuro. Non so cosa accadrà a papà o a me. La zia del mio amico dice che andrà tutto bene, ma io non ci credo molto. Non voglio perdere papà come ho perso te da piccola, in quel terribile incidente che ti ha strappata via dalla mia vita.
Oggi ho deciso di lasciare questa lettera a scuola e scriverne un'altra per farti sapere come si svilupperanno le cose.Ti voglio bene Mamma... tanto, tanto bene.
~ Rebecca»
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Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1
Science Fiction"Ero solo un ragazzo comune, uno come tanti... poi sono stato portato via. Mi hanno strappato via da lei e non l'ho più rivista. Le grida e i pianti delle persone risuonavano nella mia mente, impotenti di fronte a tutto ciò. Luci accecanti trafiggev...