Eravamo in macchina con la signora Samantha, che ci aveva ospitato per tutto questo tempo. Aveva accettato di accompagnarci fino alla stazione, dove i nostri compagni di squadra ci stavano aspettando. Anche loro erano riusciti a sfuggire alle grinfie della polizia, e contattarli era stato un miracolo. Giuly, con la sua abilità nello spionaggio, era riuscita a bypassare ogni sistema di controllo e, con la sua solita determinazione, aveva persino convinto Nat a partire.
Nessuno di noi voleva rimanere lì. La squadra di polizia, in realtà, era solo una facciata. Ci facevano credere di essere speciali, utili, ma la verità era ben diversa: eravamo solo pedine, ragazzini sfruttati per i loro fini. Ci davano compiti apparentemente entusiasmanti, come se volessero farci sentire protagonisti, ma non era altro che un gioco sporco. Del resto, chi non vorrebbe far parte di una squadra di polizia da bambino? Combattere i crimini, sentirsi eroi. È l'illusione perfetta per catturare menti giovani, soprattutto quelle meno inclini a percepire il pericolo. Gli agenti lo sapevano fin troppo bene, sfruttando ogni nostra debolezza per tenerci legati a quel sistema.Samantha:
"Posso lasciarvi qui?"Giuly:
"Sì, qui è perfetto."Samantha:
"Sicuri? Non vi devo accompagnare?"Giuly:
"No, grazie. È stata gentilissima." Chiuse il suo sportello.Samantha:
"Va bene, arrivederci ragazzi."Alex:
"Arrivederci, signora."Chiusi lo sportello anch'io, ma la confusione mi divorava. Possibile che lei non avesse davvero nulla a che fare con tutta questa storia legata al mio potere? E che ci avesse lasciati andare così, senza opporsi? E se invece, all'improvviso, decidesse di riaprire lo sportello e di inseguirci? E se tentasse di investirci? O peggio, se avesse già chiamato la polizia ed era dalla loro parte? Forse ci avevano già circondati... o magari faceva parte di quella setta di pazzi. I pensieri mi affollavano la mente, trascinandomi sempre più a fondo nella paranoia. Ma alla fine, lei si limitò a partire, come se nulla fosse. Posò le mani sul volante, non si voltò più, e accelerò finché non sparì completamente dalla nostra vista.
Quindi è vero... non tutte le persone sono malvagie o agiscono con doppi fini. Esiste ancora del buono in questo mondo, una fiamma di speranza che mi auguro non si spenga mai. E questo vorrei trasmettere a chiunque stia leggendo: a volte, temere di fidarsi può essere un errore. Le cose possono essere più semplici di quanto immaginiamo. Se viviamo senza fiducia negli altri, alla fine ci mancherà perfino la voglia di credere in essa. Finiremmo per sminuire ogni gesto, ogni sacrificio fatto per noi. Io, persino in momenti difficili come questo, so che c'è sempre qualcuno su cui posso contare. Giuly, per esempio... lei non mi avrebbe mai ucciso. È rimasta al mio fianco, anche se, devo ammetterlo, da una parte la odio. Soprattutto per quella maledetta lettera. È assurdo. Spero solo che, presto, mi spieghi tutto.Giuly:
"Ohi, Alex."Alex:
"Che c'è?"Giuly:
"Eccoli qui."Leo:
"E questo chi è?"Giuly:
"È quel mio amico di cui ti ha parlato Nat."Nat:
"Già."Giuly:
"Alex, lui è Leo. Leo, ecco Alex."Alex:
"Piacere." Dissi porgendogli la mano, in attesa che il gesto venga ricambiato stringendola.Leo:
"Oh! Ciao!"Leo era un ragazzo estremamente... vivace, mettiamola così, a differenza mia. Forse un po' esuberante. Era paffuto, con guance tondeggianti e un sorriso che illuminava il viso. A primo impatto, con la sua stazza robusta e la sua espressione decisa, avrebbe potuto tranquillamente passare per il classico bullo delle scuole medie. Tuttavia, bastava scambiare qualche parola con lui per rendersi conto subito della sua natura amichevole e gioviale. Indossava sempre un giacchetto felpato con il cappuccio, che gli dava un'aria ancora più sbarazzina. Mentre chiacchieravamo, teneva stretto in mano un bel pacco di patatine, da cui rovistava avidamente di tanto in tanto, lasciando cadere qualche briciola per terra. La sua voce animata e il suo sorriso contagioso creavano un'atmosfera di genuina allegria attorno a lui, rendendolo subito simpatico a chiunque avesse la fortuna di conoscerlo.
STAI LEGGENDO
Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1
Science Fiction"Ero solo un ragazzo comune, uno come tanti... poi sono stato portato via. Mi hanno strappato via da lei e non l'ho più rivista. Le grida e i pianti delle persone risuonavano nella mia mente, impotenti di fronte a tutto ciò. Luci accecanti trafiggev...