CAPITOLO 20 - Terrore

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Passarono un paio di settimane dal mio compleanno, e l'estate ci avvolgeva con il suo caldo torrido e soffocante. Ovunque andassimo, l'aria sembrava farsi più pesante. Io e Giuly decidemmo di tornare nel luogo che lei aveva scoperto tempo prima, lo stesso dove il Signor Hill aveva lavorato anni addietro. Quel posto nascondeva i segreti delle ricerche sul misterioso potere che avevano coinvolto anche mio padre.

Alex:
"Allora, ti ricordi dove si trova esattamente questo luogo?"

Giuly:
"Certo, è a qualche chilometro da qui. Dobbiamo seguire questa strada, sempre dritto, poi al bivio prendiamo la strada a sinistra che porta a una lunga via. Più avanti ci sarà una zona boschiva. È piuttosto buia anche di giorno, quindi dobbiamo fare attenzione."

Alex:
"Come hai fatto a scoprire quel posto?"

Giuly:
"Beh, da quando hai smesso di parlarmi ho iniziato a osservare attentamente ogni persona che passava di qui. Ho notato che molte di esse si dirigevano spesso verso quella zona. Così ho deciso di indagare... anche se la porta era chiusa a chiave e tutto sembrava sbarrato, ho potuto intravedere qualcosa dall'esterno."

Alex:
"Quindi ti sei messa a spiare tutte le persone che passavano? A volte mi fai paura.
Comunque, cosa sei riuscita a vedere?"

Giuly:
"Dadi."

Alex:
"Dadi? In che senso?"

Giuly:
"Sì, dadi. Erano ovunque. Sia disegnati sul muro, sia tatuati sul braccio e addirittura sugli anelli di alcune persone. Non so cosa significhino esattamente, ma sono sicura di una cosa: se cerchiamo delle risposte, quello è il luogo migliore per trovarle."

Le sue parole mi fecero gelare il sangue. Un brivido mi attraversò la schiena, ma nonostante il disagio, decisi di proseguire con lei. Non volevamo rischiare che i nostri amici ci seguissero: quel posto era troppo pericoloso per chiunque non sapesse cosa stesse facendo. Li lasciammo fuori, convinti che fosse la decisione più sicura.

Giuly:
"Eccoci qui, siamo arrivati."

Alex:
"Che puzza! È davvero difficile stare qui dentro.
Ma... aspetta un attimo. Giuly, io conosco questo posto. O meglio, sono abbastanza sicuro di essere già stato qui in passato."

Giuly:
"Davvero?"

Alex:
"Te lo posso giurare... ora mi ricordo. Quando fui catturato da loro, mi portarono proprio qui e mi rinchiusero in una cella insieme al Signor Hill. Era la base dei rapitori. Era piena di guardie ovunque."

Giuly:
"Sei sicuro che sia lo stesso luogo? Sembrava un laboratorio o qualcosa del genere. Ogni tanto ho visto passare uomini con camici bianchi e scatoloni con strumenti da laboratorio, ma ho sempre avuto paura ad avvicinarmi troppo."

Alex:
"Sì, è lo stesso posto."

Il luogo era effettivamente quello, anche se in uno stato di degrado che mi colpì profondamente. Le mura, un tempo imponenti, erano ora soffocate da fitte cortine di edera e rampicanti, che si avvolgevano intorno all'edificio come tentacoli silenziosi. Il verde intenso dell'edera contrastava con il grigio scuro delle pareti, creando un'atmosfera sinistra e decadente. Le superfici di metallo, un tempo lucenti, erano ormai invase dalla ruggine, come se gli anni avessero mangiato via ogni traccia del loro antico splendore. Qua e là, pezzi di vetro scheggiati e finestre rotte lasciavano intravedere l'interno. Alcune parti dell'edificio erano completamente crollate, lasciando cumuli di detriti e polvere come rovine di un passato remoto. Il silenzio era rotto solo dal sibilo del vento tra gli alberi e dal cigolio metallico delle strutture pericolanti. Dei ricordi dolorosi mi riaffiorarono: la morte del Signor Hill e tutto ciò che aveva cambiato il corso della mia vita.

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora