CAPITOLO 40 - Il Gran Finale

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« Il futuro non può essere realmente scritto.
Possiamo solo destreggiarci quando sfidiamo ciò che è attualmente il presente. »

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‎‎Sono passati molti mesi da quando ho scritto l'ultimo capitolo. Gli agenti ci hanno cacciato subito dal rifugio e ci hanno portati in un nuovo nascondiglio, molto lontano dal porto dove riposano i resti di mio padre. Fu un viaggio lungo, che sembrava non finire mai. Durante le ore trascorse in macchina, non riuscii a fare altro che pensare a lui. Quell'uomo che ha rovinato la mia vita, alla fine, mi mancava un po'. Ora che ho scoperto della sua malattia e del motivo per cui ha fatto ciò che ha fatto, vorrei perdonarlo... ma non ci riesco proprio. Dovrei ascoltare ciò che dice Nat ma, a differenza sua, sono davvero troppo sensibile.

Ne ho passate tante, tanti giorni in cui ho pianto e guardato il cielo. All'inizio non riuscivo a capire nulla di ciò che stava accadendo intorno a me, avevo paura, ma ora ne sono completamente consapevole e sono diventato un uomo. Cercavo mia madre, speravo di trovarla accanto a qualche stella, ma nulla. Non c'era traccia di lei. Forse è ancora viva, deve esserlo per forza. Lei è forte, ed è diversa da tutte le altre donne. Sono convinto che abbia trovato un modo per sopravvivere.

Da quel momento in poi, fu tutto in discesa. Il mondo iniziava già a risplendere di luce propria, le persone si riorganizzavano, i militari aiutavano i civili e li trasportavano nei centri di raccolta, persone da altri continenti sbarcavano solo per dare aiuto. Alla fine, questo mondo non era così malvagio come pensavo. L'impegno che ci misero per cercare di ricostruire un'economia solida fu notevole, tutti insieme. La minaccia era stata sconfitta e il sole di una nuova alba sorgeva all'orizzonte. I colori sembravano tutti tornare al loro posto, quelli che si erano sbiaditi col tempo.

Io cosa feci? Rimasi con Giuly e Daniel, mentre gli altri... beh, ognuno prese la sua strada. Nat volle tornare da sua madre, Leo ci fece sapere che stava bene, e di Luna chissà. Giuly non mi aveva più parlato di lei, si parlava solo e soltanto di me. Ogni volta che sentivo il mio nome uscire dalle sue labbra percepivo una sensazione di immensa calma. Un giorno, raccogliendo tutto il mio coraggio le chiesi, in poche parole, se lei... insomma... se volesse fidanzarsi con me.
Lei annuì.
Eravamo su degli scogli, il giorno in cui ci baciammo nuovamente. Era assurdo, ci piacevamo entrambi da una vita, ma nessuno di noi lo aveva capito ancora a pieno. Eravamo degli scemi. Finalmente provai anch'io cosa significasse avere qualcuno da amare...

Passai degli anni indimenticabili con lei, Daniel e nuovi amici che incontrammo. Era la vita che avevo sempre sognato: una vita normale. Era tutto ciò che volevo, poter lasciarmi tutto alle spalle dopo tutto ciò che ho passato. E così accadde. Ogni piccolo pezzo della mia vita mi ha formato, uniti come un puzzle, rivelando la mia vera identità.

Tuttavia, non ero ancora completamente felice al cento per cento. Mancava una cosa, il passo fondamentale per espiare ogni colpa di mio padre. Ne avevo parlato anche con Giuly, eravamo tutti consapevoli che il mondo non sarebbe stato salvo finché io fossi rimasto in vita. Dovevo uccidermi, non c'era altra via per fermare la propagazione del potere se non eliminando il possessore.

A me stava bene, veramente, e a lei anche, ma solo perché in questo modo avremmo finalmente cancellato ogni residuo dell'assurdo Progetto pX. Potreste darmi del pazzo, ma fidatevi, non lo sono. Alla fine, prima o poi, tutti dobbiamo morire... no? Nessuno è immortale. E ditemi, cos'è meglio? Morire egoisticamente in vecchiaia - se va bene, dato che tutti ormai sanno del mio potere e lo vorranno reclamare - e con il rimorso di non aver fatto ciò che era giusto, oppure morire per qualcosa che va oltre l'individuo stesso, oltre la mia persona? Volevo finalmente dare un senso più grande alla mia vita.

In quegli anni, il mio sorriso rimase impresso in ognuno di loro. Organizzammo un'altra festa d'addio anni dopo, per salutarci. Scrissi la stessa lettera più volte, dedicandola a ogni persona che teneva ancora a me. Nonostante la consapevolezza che la mia vita stesse giungendo al termine, non potevo trattenermi. Sono stati proprio tutti loro a rendere la mia vita la più felice del mondo, senza eccezioni. Per questo, decisi di acquisire un po' più di consapevolezza e un giorno andai a comprare una rosa. Giuly e tutti gli altri fecero una tomba per mia madre, mi ripetevano che dovevo accettare che fosse morta. Io, probabilmente, non ci crederò mai finché non avrò sue notizie... però le ho lasciato quella rosa allegata alla lettera che le scrissi tempo fa. Anche qui, potreste darmi del folle, ma voglio credere che lei sia viva e vegeta, a cercarmi da qualche parte del mondo per raccontarmi tutto quello che ha passato e quanto sia fiera di me, del fatto che ho salvato il mondo. Infine, riabbracciarla, non lasciarla andare nuovamente. Oppure, forse... ha dimenticato tutto e ora è felice. Infinitamente felice di essere ancora viva e di avere nuove persone, proprio come me. Voglio immaginarla così, e in nessun altro modo.

Oggi ho 22 anni, e sto scrivendo questo ultimo pezzo disteso su un prato immenso, mentre l'alba stenta ancora leggermente a uscire. Posso giurare di averla vista. I raggi del sole giocano a nascondino mentre io, avvolto da una sensazione di solletico, riconosco nuovamente degli odori freschi che sembravano persi durante tutto questo viaggio. Sentire la massa del nostro corpo diffondersi ed espandersi sulla superficie della Terra, con il sottofondo dell'acqua, il rumore degli uccelli. Addirittura, mi sembrava quasi di sentire anche il vento respirare. Non mi ero mai reso conto di quanto tutto fosse ugualmente perfetto, senza il bisogno di controllarlo. Il mondo non necessita di alcun potere. Non c'è bisogno di eroi, di magie, tanto meno di distruggere o ricreare qualcosa.

Dunque... credo di aver aspettato abbastanza. È giunto il momento decisivo, ciò che ho sempre aspettato. È ora di far calare il sipario.

Se state leggendo questo ultimo paragrafo, sappiate che io sarò già morto. Mi sarò suicidato, in qualche modo, ma sono sicuro che non sarà stato triste come immaginavo. Dopotutto, questa è stata la mia scelta. Ho riscritto più volte e reso pubblica la mia intera vita su questo diario, con la speranza che possa dare speranza a qualcuno, far capire che anche nei momenti più bui, quando sembra di vivere in un vicolo cieco, c'è sempre un'uscita nascosta da qualche parte. L'ho sperimentato sulla mia pelle. Non ho scritto ogni volta che ho pianto, ma l'ho fatto. Cazzo se l'ho fatto. Il mio periodo più buio, la mia paura di non vedere più la luce, ero bloccato nelle sabbie mobili. Più mi agitavo, più sprofondavo: era tutto un circolo vizioso, finché non ho capito... ho capito che non si può essere felici per l'eternità, è vero, ma si può essere comunque felici. Bisognerà combattere, raccogliere forza per andare avanti e cercare di cambiare veramente prospettiva, perché siamo noi a crearci il nostro futuro, e finché saremo pessimisti da noi non potrà che uscire altro pessimismo. Da qui, bisognerà provare e riprovare, fare le scelte che più si desiderano, e solo dopo si troverà il proprio scopo di vita. Io ho trovato il mio, e state certi che lo troverete anche voi e che, se anche ora state soffrendo, o magari avete già sofferto... tutto un giorno cambierà, e quel giorno sarete contenti di aver fatto le scelte che volevate fare.

Per questo ho scritto la mia storia, perché vorrei tanto che, un giorno, qualcuno la trovi e dedichi un po' del suo tempo a leggere chi sono stato, il segno che la mia esistenza ha lasciato. Un segno che nulla al mondo può cancellare e che le generazioni future sicuramente ricorderanno per sempre.

Lascio tutto a voi, ragazzi, che mi avete sostenuto ogni singola volta, che fossero momenti tristi o felici. Scapperò lontano, così che voi non sappiate mai dove si trova il mio corpo. Non piangete per me, ridete perché vi aspetta un grande futuro, un futuro che solo Dio sa come sarà, o comunque chi continuerà a vivere. La mia vita non sarà buttata invano, anzi, sarà un invito per voi a vivere al meglio. In fondo, io sono potente, come diceva Crawford, non per la mia forza, ma per la saggezza nelle scelte. Lo so, farà male, sì, ma ci passerete sopra... perché alla fine è quello che succede sempre. Il tempo scorre, va avanti, seguirà il suo corso e non si fermerà mai. E in fondo è giusto così. Siamo parte di un ciclo stupendo e perfetto. Come scrissi qualche tempo fa, siamo solo granelli di sabbia in un vasto oceano chiamato vita, il cui orizzonte va ben oltre i miei occhi.
Addio... non vi dimenticherò mai. Grazie per ogni momento trascorso insieme. Siete e rimarrete la mia vera e unica casa.

~ Alex Price

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora