AIDEN
Chicago, 25 novembreSEDENDOMI AL TAVOLO, con gli occhi di tutti i presenti addosso, sentii la testa esplodermi.
La cena era iniziata già da un'ora abbondante ed io avevo avuto la decenza di presentarmi a casa solo dopo aver fatto un salto al mio bar di fiducia.
Stavo esagerando, era vero, ma l'unico modo per alleviare il dolore lancinante al braccio sembrava essere quello; perdere la concezione del mondo intorno a me corrispondeva a non sentire più dolore in nessuna parte del corpo.
Mi accomodai, fissando schifato il completo degli uomini seduti alla tavolata.
La mia T-shirt bianca non era paragonabile a tutto l'Armani indossato in una sola stanza dagli ospiti.Alexander era alla mia destra, mentre Amanda mi fissava delusa dalla sedia davanti la mia.
Steven non disse nulla, come Hanna, Martha, Logan e la bambolina riccia al suo fianco.Sentivo gli occhi di mio padre perforarmi il cranio, ma non per aver rovinato la cena di famiglia, più per aver interrotto i suoi importati discorsi da uomo d'affari.
«Visto che ora siamo tutti qui, direi di poter davvero iniziare la serata»
La seconda portata raggiunse la tavolata.
Tutti ripresero a parlare, dimenticando all'istante l'accaduto.
Andava bene così. Per il momento il mio unico pensiero rimaneva ingerire un po' di cibo prima di svenire.Non mangiavo da quella mattina, dopo aver rubato un'abbondante tazza di cereali a Elizabeth.
Parlando del diavolo...
Quella piccola pulce non sembrava essersi nemmeno accorta del mio arrivo.
Sorrideva ai presenti, ascoltava le loro parole ed annuiva educatamente per confermare la sua partecipazione al dialogo.
Il maglione bianco le illuminava il volto e i capelli -portati lisci per l'occasione- le ricadevano morbidi sulle spalle.Fottutamente bella.
Peccato che alla fine fosse davvero venuta alla cena con Logan.
Se ne stavano uno accanto all'altra, parlando di cose a me incomprensibili.
Era troppo distante dalla mia sedia, non riuscivo a sentire nulla delle sue parole ma le labbra dipinte di un rosa scuro erano in perfetta visuale per i miei occhi affamati.Sincero? Quella ragazzina me l'aveva fatto venire duro già due volte dal mio arrivo.
Mi bastava osservarla per qualche minuto e come per magia mille emozioni diverse si impadronivano di me.Il perfetto fantasma dal passato.
Stavo diventando una lagna... con il disperato bisogno di farsi una scopata.
Incrociai il suo sguardo, procurandole un lieve rossore sulle morbide guance. I suoi occhi rimasero incollati ai miei per qualche secondo ed ebbi la sensazione che volesse comunicarmi qualcosa.
Stai bene?
Sei ubriaco?
Vuoi scoparmi sul tavolo della cucina davanti a tutti?Rettifico.
In una settimana le volte erano diventate tre.«Sembri drogato, cos'hai preso?» sussurrò Alexander al mio orecchio, riportando le mie fantasie al mondo terreno.
Mi voltai leggermente verso di lui, intento a non attirare l'attenzione come sempre.«Nulla, sei così poco fiducioso?»
«Non mi dai molta sicurezza, sinceramente»
«Sto bene, fatti i cazzi tuoi Alex»
«Sto solo cercando di aiutarti. Sei qui da quattro giorni e ti presenti già ubriaco a casa»
«Ho detto che non sono ubriaco»
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ADRENALINE
RomanceAiden si è lasciato alle spalle la normalità partendo per l'Iraq in quel caldo pomeriggio di giugno. Aveva dimenticato tutto per iniziare un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente da lui. Sarà compito del destino stravolgere interamente i...