AIDEN
Chicago, 04 dicembrePIÙ I GIORNI PASSAVANO, più inutile iniziavo a sentirmi.
Segregato dentro una bolla di sapone indistruttibile.Praticavo la fisioterapia, dormivo nel divano di Jace o in quello di Amanda e raramente me ne tornavo a casa per recuperare i vestiti puliti che Gloria mi aveva lavato di nascosto.
Stavo impazzendo mentre la vita di tutti scorreva indisturbata come sempre.
Sarebbe dovuto essere tutto una questione di mesi, ma io ero tornato a casa da nemmeno dieci giorni e la situazione era già diventata insostenibile.Lo psicologo mi aveva contattato un paio di volte, mentre io mi ero limitato ad ignorare il messaggio o rifiutare la chiamata.
Restava un passo ancora troppo distante da affrontare. Posticipavo e probabilmente l'avrei fatto all'infinito.La risata di Victoria giunse alle mie orecchie ancora una volta, quando mi alzai dal grande letto matrimoniale del suo appartamento.
Erano le dieci di mattina passate, eppure non avevo nessun impegno per quell'ennesima giornata inutile.Uscii nel piccolo terrazzo della stanza per fumare una delle tante sigarette.
Il rumore delle auto copriva i miei pensieri, mentre centinaia di persone camminavano avanti e indietro per i marciapiedi della città.Mi sedetti sulla sedia, accendendo a fatica il mozzicone.
L'accendino era scarico e sicuramente mi sarei dimenticato di cambiarlo per almeno le due settimane successive.«Che bella!»
Vicky comparve improvvisamente alla mia destra, indossando una felpa pesante e portando al collo la mia macchina fotografica.
«Come funziona?»«Toglitela, rischi di romperla così»
Ero estremamente geloso di quel oggetto.
A prima vista non aveva nulla di speciale e spesso la carta da polaroid al suo interno si inceppava pure, ma ritrovarla negli scatoloni di mamma in soffitta mi aveva logorato all'istante anche l'ultima parte di cuore funzionante.Con lei c'erano anche le poche foto che, senza pensarci un attimo, avevo infilato nel portafoglio.
Non avevo nemmeno conosciuto la mamma, eppure vivevo costantemente nel dubbio che lei fosse o meno orgogliosa di me.Volevo sentirla più vicina, fingendo che almeno lei mi avesse veramente appoggiato in tutto quel casino.
Victoria, delusa dalla mia risposta, mi passò l'oggetto, sbuffando lievemente per poi sedersi al mio fianco. Appoggiò la testa sulla mia spalla, accendendo una sigaretta a sua volta.
Non parlai, limitandomi a fissare l'oggetto tra le mie mani.
Non potevo andare avanti in quel modo, non potevo ridurmi a un ammasso di ricordi e tormenti infiniti.Dovevo prendere in mano la situazione e farne davvero qualcosa di tutti quei giorni vuoti, anche perché l'ansia di non essere più considerato idoneo per l'esercito si stava lentamente impadronendo di me.
Il dottore era titubante e le fitte lancinanti alla spalla iniziavano a preoccuparmi più del dovuto.
La notte prima mi ero dovuto fermare. Avevo utilizzato la scusa dei troppi drink, ma la verità era che non avrei retto nemmeno un secondo sotto il dolore delle ferite.
Victoria era rimasta comunque più che soddisfatta, addormentandosi al mio fianco in pochi secondi.
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ADRENALINE
RomanceAiden si è lasciato alle spalle la normalità partendo per l'Iraq in quel caldo pomeriggio di giugno. Aveva dimenticato tutto per iniziare un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente da lui. Sarà compito del destino stravolgere interamente i...