ELIZABETH
Los Angeles, 24 dicembreLA VILLETTA BORGHESE nella quale i Milligram vivevano non era affatto male.
Rispecchiava la classica sitcom anni novanta, dove le vite dei protagonisti erano abitualmente accompagnate da quelle fastidiose risate in sottofondo.Una famiglia fatta di sorrisi, battute, personalità vivaci e accese in uno sfondo ordinato e dalle pareti lilla.
Penelope Milligram era una donna sulla cinquantina, dai capelli corti e tinti, con abiti da sera sui colori pastello.
Mark Milligram invece, faceva paura. In tutta la serata non aveva parlato una sola volta, limitandosi a bere birra e imprecare dietro la raclette e il formaggio troppo poco fuso.Infine c'era Garrett.
Aveva un anno in più di me, frequentava l'Università a New York e nel tempo libero -ovviamente- faceva volontariato alla mensa dei poveri.
Alto, dal fisico atletico e con due occhi penetranti, mi aveva messa in soggezione fin dall'inizio, dimostrando per tutto l'arco della cena quanto fosse perfetto e determinato a raggiungere una vita di successi.Mia madre lo guardava sbavando tanto quanto mio padre aveva fatto con i costosi sigari regalati per Natale.
Non mi ero annoiata, gli argomenti di cui parlare erano tanti, anche se per tutto l'arco della serata mi ero limitata ad ascoltare, abbandonando l'idea di esporre particolari della mia entusiasmante vita a Chicago.
Tra il menù a tema francese e gli argomenti di attualità intrapresi, il tempo era volato e le ore che mancavano al giorno di Natale sempre meno.«Quindi cara, sei al secondo anno di giurisprudenza, giusto?»
Domandò mielosa la padrona di casa, infilando il cucchiaino d'argento dentro l'abbondante porzione di dolce.«Terzo. Sono al terzo anno»
«Oh giusto! Hai un anno in meno del mio Garrett»
Annuii, lanciando un cenno d'aiuto a mamma.
Lei non si voltò nemmeno, continuando a godersi la pietanza.«Come ti stai trovando? Julia mi ha detto che hai intrapreso anche un tirocinio importante»
«Mi piace molto! Lavoro presso uno studio privato nel centro della città»
«Ti piacerebbe diventare avvocato, quindi?»
«Si, penso sia sempre stato il mio sogno»
Nonostante Garrett fosse seduto nel grande divano insieme agli altri due uomini, sentivo il suo sguardo addosso.
Probabilmente ascoltava la conversazione, accumulando argomenti per la nostra futura uscita forzata.«Avrai pochissimo tempo libero, quello è un lavoro estremamente impegnativo»
«Non posso negarlo, ma se una cosa ti piace davvero trovi il tempo e la voglia di organizzare il resto»
La signora Milligram non sembrava del tutto convinta, ogni tanto i suoi occhi mi esaminavano critici, giudicando in silenzio le parole pronunciate.
«E in futuro come farai?»
Faticai a trovare una risposta effettiva.
Mamma mi fissò silenziosa, aspettando il mio intervento tanto desiderato.
Avevo la sensazione di essere accerchiata. Tutti aspettavamo la mia parola, desiderosi di intromettersi nei miei piani.
STAI LEGGENDO
ADRENALINE
RomanceAiden si è lasciato alle spalle la normalità partendo per l'Iraq in quel caldo pomeriggio di giugno. Aveva dimenticato tutto per iniziare un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente da lui. Sarà compito del destino stravolgere interamente i...