ELIZABETH
Las Angeles, 27 dicembreEra vero. Io e lui ci eravamo rincontrati dopo anni il venti novembre.
Me lo ricordavo benissimo. Quella data era incisa nella mia mente da allora.«E io non sono deluso da te» sussurrò esausto «Ero solo preoccupato»
Vestito sportivo, con le solite All Star logore ai piedi e i capelli disordinati, era meraviglioso.
Gli occhi azzurri erano luminosi e la pelle abbronzata risaltava ancora di più con la luce dei primi raggi di sole.«Aiden, te lo chiederò un'ultima volta» trovai il coraggio di parlare, ritornando vicino a lui, davanti l'auto in un parcheggio deserto «Perché sei venuto qui?»
Io avevo bisogno di sapere. Volevo che quelle parole uscissero dalle sue labbra e che tutte le idee che frullavano all'interno della mia testa trovassero un senso.
«Beth ti prego-»
«Ho il diritto di saperlo! Non ti sei ancora fatto vivo con Amanda e nessuno sa dove sei! Perché vuoi mettermi in mezzo a questa storia? Sai che non mi piace mentire»
Chiuse gli occhi, allontanandosi dal mio corpo come se potesse esplodere da un momento all'altro.
Io rimasi immobile vicino all'auto, reggendomi in piedi nonostante la testa avesse ripreso a girare come in un frullatore.
Sentivo la pancia dolorante e il cervello premere senza sosta sulle tempie.Rimasi comunque ferma, concentrata sull'obiettivo e su una realtà che avevo rovinato solamente aprendo bocca.
«Aiden parlami»
«Beth»
«Aiden ti prego, sono qui!»
Rimase immobile, incatenato alla sua mente e ai demoni che l'avevano sempre assillato.
Dopo qualche secondo, un leggero sospiro uscì dalle sue labbra e con una lentezza disarmante si girò, dandomi le spalle.«Io non voglio farti entrare»
Senza fare troppo rumore mi avvicinai, cercando il suo calore, cercando qualcosa che potesse aiutarmi e spingermi definitivamente dentro la sua confusione.
«Perché no?»
«Perché nessuno mi ha mai visto»
«E pensi che-»
«So che nessuno potrà convivere con una persona come me» ridacchiò «con il vero me»
«Questo non lo sai, non ci hai mai provato»
«Invece si, ci ho provato eccome» entrambi restammo in silenzio per qualche istante. Ero a pochi centimetri dalla sua grande schiena e potevo percepire il suo profumo.
«È da quando sono piccolo che cerco di essere diverso. Appartenente a qualcosa o a qualcuno. Nessuno mi ha mai domandato come stessi, nessuno mi ha mai abbracciato dopo una brutta giornata, nessuno mi ha insegnato ad andare in bici e tanto meno ad allacciarmi le scarpe. Io c'ero ma ero invisibile»
Stavo per piangere. Non c'era un motivo apparente, ma dopo la nottata trascorsa e i miei sentimenti per Aiden, le parole bruciavano come lava pura dentro di me.
STAI LEGGENDO
ADRENALINE
RomanceAiden si è lasciato alle spalle la normalità partendo per l'Iraq in quel caldo pomeriggio di giugno. Aveva dimenticato tutto per iniziare un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente da lui. Sarà compito del destino stravolgere interamente i...