ELIZABETH
Chicago, 22 gennaioQuella sera rientrai a casa più tardi del solito. Amanda mi aveva convinta a passare una spensierata serata tra donne ma alla fine dei conti eravamo rimaste sedute entrambe sui tavolini del bar, attendendo notizie da Aiden.
Avrei dovuto aspettare quattordici ore prima di ricevere un suo messaggio, eppure rimasi concentrata esclusivamente sul mio cellulare.
Le ore erano passate troppo lentamente e alle undici di sera ero crollata.Taxi, testa appoggiata alla spalla della mia amica, occhi chiusi per evitare di piangere davanti a tutti.
«Vuoi dormire con me?» declinai l'offerta di Amanda, trascinando i piedi fino alla porta della mia stanza.
Sarebbe andata meglio. Il tempo avrebbe guarito tutte le ferite e nel mentre, mi sarei benissimo potuta consolare indossando tutto il giorno le sue magliette.
Ne avevo rubate tre dalle sue valigie e una di esse era proprio quella con l'oscena mela disegnata sopra.Chiusi la porta alle mie spalle, tolsi i pantaloni e il maglioncino, lasciando tutto nell'angolo della stanza.
Achille dormiva sereno ai piedi del mio letto, aprì infastidito l'occhio destro, spiandomi mentre indossavo l'indumento di Aiden.Profumava ancora di lui.
«Hai compiuto un grande sbaglio a venire qui» accarezzai la morbida nuca del felino «Sono tanto triste Achille, questa notte dovrai dormire con me»
Un'unghia si impigliò nel piumino quando sollevai il suo corpo dal materasso. Dalla sua bocca uscì un miagolio soffocato ma non riuscii a badarci, i miei occhi erano già puntanti sulla busta bianca stropicciata a causa del riposino di Achille.
«Me l'ha lasciato lui?»
Il gatto mi guardò, temendo quanto me l'ennesima crisi di pianto.
Mi infilai sotto le coperte, trattenni controvoglia Achille in grembo e con la leggera luce della lampada sul comodino, aprii la busta.
Era una lettera, scritta su un foglio del mio block-notes dell'università.
Al fianco di essa, sei piccole polaroid giacevano ordinate.Trattenni il fiato, sentendo già le guance umide dal pianto.
«Ti amo così tanto» riuscii infine a sussurrare tra i singhiozzi, incominciando a leggere.
Chicago, 20 gennaio
Stai dormendo al mio fianco e io non posso fare a meno di guardarti.
Le luci della città penetrano dalle tende leggermente tirate e un caldo spiraglio di sole ti colpisce metà volto.Questa notte abbiamo fatto l'amore (avrei voluto scrivere sesso ma tu sei più romantica), sento ancora il tuo profumo addosso e sono assolutamente certo che sia miele.
Se il vecchio me leggesse questa lettera probabilmente si caverebbe gli occhi!
Eppure eccomi qui, seduto sul tuo letto, con un quaderno in mano, intento a scrivere tutto quello che non sono mai riuscito a dirti. Mi scuso per questo e un giorno ti prometto che lo farò.Mia madre si chiamava Josephine, un nome così dolce e femminile... vorrei tanto chiamare mia figlia così.
È morta il 22 febbraio 1997, il giorno in cui io sono venuto al mondo.
Mi sono sempre sentito sbagliato, colpevole di qualcosa che non avevo fatto.
Non le ho mai detto ti voglio bene, non le ho mai regalato un fiore o un disegno, non l'ho mai abbracciata.
Di lei possiedo solo la sua vecchia polaroid e una fotografia che custodisco sempre nel portafoglio.
Ti ho scattato un sacco di foto Beth e facendolo, in un certo senso mi piace pensare che ti abbia presentato a lei.Sono terrorizzato.
Ho paura di partire perché ho paura di lasciarti da sola in questo mondo.
So cosa si prova.Non fraintendere le mie parole, sono certo che tu possa cavartela benissimo anche da sola, sei una forza della natura e mi sono innamorato di te anche per questo.
Però, ognuno di noi ha bisogno della propria persona ed egoisticamente io voglio essere la tua.Voglio essere la tua casa
quando fuori piove.
Voglio essere il tuo fuoco
quando fuori gela.
Voglio essere la risposta
a tutti i tuoi dubbi e paure.Tu sei la mia, Beth.
Ho passato anni a mentire a me stesso. Mesi a lottare con il mondo, a convincermi che una persona per me non sarebbe mai esistita.
Dovevo salvarmi, dovevo contare solo su me stesso; sempre da solo.E invece stavo solo dicendo cazzate.
Stavo annegando e la mano che premeva la mia testa sotto la superficie d'acqua era la mia.Esattamente due mesi fa, il 20 novembre, sei entrata di nuovo nella mia vita e mai come ora ringrazio quella dannata bomba per essere esplosa.
È orribile da dire, lo so.
Ma sarei morto in ogni caso, se non fossi finito sotto quelle macerie avrei continuato ad annegare, ad affondare sotto i tormenti e le angosce.Ti ho detto ti amo troppo tardi.
Nella mia testa quella strana ed enorme parola è spuntata molto tempo prima.
Ma non è mai stata un ti amo; per me è troppo banale!
Amore è riduttivo, cazzo.Tu sei vita, luce, speranza, ossigeno.
E io voglio viverti, voglio respirarti e scottarmi sotto la tua calda luce.Voglio darti tutto questo mondo Elizabeth e giuro su Dio (non mento, non a te) che farò di tutto per renderti felice.
Ti lascio questa lettera sul letto, spero che ti tenga compagnia in queste notti solitarie.
Non sarà sexy e bollente come me, ma è un piccolo inizio no?Chiamami, scrivimi, pensami, amami.
Con il corpo sarò lontano per un po', ma la mia mente è tua e fino alla fine dei miei giorni sarò al tuo fianco; sarò tuo.Non importa in che parte del mondo ci troviamo, so che siamo sotto lo stesso cielo e ogni volta che guarderò il sole sorgere, ti manderò il mio bacio della buona notte.
Quindi dormi, mia piccola pulce.
Sogna, sorridi e vivi.Non ha più senso raccontare la mia storia, non ha senso parlare di quel ragazzo ribelle e privo di obbiettivi.
Probabilmente non merito nemmeno di essere ricordato...Spero di averti donato l'amore che meriti, spero di aver fatto abbastanza per l'unica donna al mondo che abbia davvero amato.
Il mio cuore è tuo, tienitelo perché dentro la mia gabbia toracica non vuole proprio stare.
Vuole te, in un modo o nell'altro ti troverà comunque.Racconterò a tutti la nostra storia. Merita di essere ricordata con la stessa intensità e passione con la quale la porto dentro di me.
Ti ho amata in silenzio. Ti ho amata nella confusione più totale.
Ti ho amata quando credevo di averti perso, ti ho amata quando sei tornata da me.Non voglio lasciare un pezzo di te al mondo. Ti voglio tutta per me, Elizabeth.
Sarò egoista, impulsivo e problematico ma non mi importa.Aspettami ora, aspettami domani, aspettami per sempre.
Troverò sempre il modo di tornare a casa, di tornare da te.Ci vediamo, domani
Tuo, Aiden——————————
Ed eccoci qui! Sto piangendo.Ho deciso che questo non sarà l'ultimo capitolo, nei prossimi giorni pubblicherò l'epilogo, regalandovi la vita che Elizabeth ed Aiden hanno vissuto insieme.
Vi ringrazio comunque con tutto il mio cuore.
Questa storia è un pezzo di me, ma non lo sarebbe mai diventata senza di voi🤍
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ADRENALINE
RomanceAiden si è lasciato alle spalle la normalità partendo per l'Iraq in quel caldo pomeriggio di giugno. Aveva dimenticato tutto per iniziare un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente da lui. Sarà compito del destino stravolgere interamente i...