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T/N POV

"So chi sono i tuoi genitori e uno di loro è vivo".

Mi sono bloccata nei miei tratti. "Che cosa hai detto?".

"Ho trovato tuo padre. E' vivo".

"Stai mentendo".

"Io non mento mai".

Guardai Theo incredulo. Continuò a cercare di farmi andare via e a non credergli. Ma lo sguardo di Tom mi fece dubitare sul da farsi.

"Vedi, io e mio fratello eravamo come potresti dire.... in competizione per il tuo amore. Il mio sciocco fratello cercava di conquistare il tuo cuore, ma la conoscenza è ciò che tu cerchi veramente".

"Non ti credo."

"Oh, ma certo che mi credi. O non saresti ancora qui".

"Mostrami le prove"

"Col tempo mia cara, se farai la scelta giusta".

"Scelta? Quale scelta?"

"Puoi andartene da qui con lui e dargli la possibilità di essere qualcosa di più, oppure puoi prendere la mia mano e io posso mostrarti tutto quello che hai sempre sognato".

Guardai Theo, poi di nuovo Tom.

"Ma se prendi la mia mano, accetti di essere mia".

Mi schernì. "Non sono un pezzo di proprietà che puoi reclamare".

"Se prendi la mia mano, accetterai di darmi una possibilità. Una vera possibilità. È tutto quello che chiedo". Fece una pausa. "Un piccolo prezzo da pagare per tutto quello che so".

Guardami, fare accordi con il diavolo.

Guardai di nuovo Theo, con le lacrime che gli sgorgavano negli occhi. "T/n per favore. Qualsiasi cosa abbia trovato possiamo trovarla insieme, dammi solo una possibilità".

"Mi dispiace Theo." Allungai la mano e intrecciai le dita con quelle di Tom.

L'ultima cosa che vidi fu Theo che stringeva il pugno e tirava pugni al muro prima che tutto diventasse nero.

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Siamo apparsi.

Eravamo fuori da quello che sembrava un vecchio complesso di appartamenti che era stato frettolosamente rifatto per sembrare moderno.

Mi guardai intorno e vidi un cartello che diceva "Grimmauld Place".

Mi girai a guardare Tom, e lui mi sorrise. "Hai preso la decisione giusta, tesoro". Si avvicinò alla porta dell'appartamento numero 12.

Spinse la porta per aprirla. "hominem revelio". Una folata di vento uscì dalla sua bacchetta e girò in tondo prima di fermarsi sulla porta della cucina.

Aprì la porta e lanciò l'incanto blocca gambe sul principale seduto in fondo al tavolo. Un altro uomo entrò di corsa da una stanza sul retro e Tom bloccò anche lui.

"Non vogliamo farvi del male" disse Tom abbassando la bacchetta.

"Figlio del diavolo, non vogliamo farvi del male, perdonatemi se non vi credo" sputò quello al tavolo.

Non mi ero nemmeno accorta che stavo ancora tenendo la mano di Tom finché non sentii che mi tirava davanti a loro, in modo che entrambi gli uomini potessero vedere.

Riconobbi uno di loro. "Professor Lupin?"

"T/n cosa ci fai qui, e cosa ci fai con lui?" Chiese l'uomo alto bloccato all'ingresso della stanza.

Mi voltai a guardare Tom che sorrideva per il fatto che non l'avessi capito. "Circa diciassette anni fa, un tragico incendio ebbe luogo in una piccola casa a Godric's Hollow. La casa di una famiglia di tre persone. Fino ad oggi si conosce un solo sopravvissuto di quell'incendio. Il padre, impazzito sapendo che sua moglie e il suo bambino sono morti e lui no".

"Chiudi la bocca! Come osi parlare della mia famiglia quando la tua è la ragione della loro morte!" L'uomo all'estremità del tavolo imprecò.

Guardai da Tom al professor Lupin. Solo le persone della Casa Serpeverde e i gemelli conoscevano la mia storia. Quindi aveva senso che Lupin non stesse mettendo insieme i pezzi. Ma io sì.

"Tu avevi una figlia, vero?" Chiesi.

"Chi sei tu? Perché mi stai torturando su questo? Per favore, smettila. Qualunque cosa tu voglia ti aiuterò, basta che li lasci riposare in pace". L'uomo disse mentre le lacrime gli sgorgavano negli occhi.

"Diciassette anni fa, rimasi orfana in un tragico incendio in casa". Tirai fuori il medaglione da sotto la camicia. "Non ho mai conosciuto i miei genitori, tutto quello che avevo era questo", gli mostrai la collana, ma lui non la stava guardando. Stava guardando me.

"Non può essere. Non è possibile". Fece una pausa di riflessione. "Ho dato quella collana a mia moglie come regalo per il nostro primo anniversario. Come l'hai trovata?"

"L'ho sempre avuta. Era il mio unico possedimento mentre viaggiavo da una casa adottiva all'altra". Guardai di nuovo Tom. Non avevo mai parlato a nessuno, tranne che ai gemelli, di quel periodo della mia vita. "Non avevo mai avuto una vera famiglia. Sono sempre stato sola un peso per quella di qualcun altro".

Tom mi guardò con occhi tristi. "Beh, non più." Liberò gli uomini dalle maledizioni a cui erano sottoposti. "Lupin, Sirius, vorrei presentarvi T/n Black".

Sirius mi guardò, gli occhi pieni di qualcosa che non avevo mai visto prima. Amore. Amore puro. Mi tirò in un abbraccio stretto. Prima che me ne accorgessi, lacrime calde cominciarono a scorrere sul mio viso.

Non ero sola. Avevo una famiglia. Un padre.

Quando finalmente rompemmo l'abbraccio, mi baciò sulla fronte e si scusò per tutti gli anni in cui non c'era.

Anche Lupin mi guardò con aria di scusa. "Mi dispiace tanto t/n, se avessi saputo..."

"Va tutto bene" lo interruppi, sorridendogli.

"Anche se tutto questo è molto toccante. Se non torniamo al castello nei prossimi minuti, qualcuno noterà la nostra assenza". Disse Tom. Sinceramente avevo dimenticato che fosse lì.

Sirius lo guardò e alzò la bacchetta "Lei non va da nessuna parte con te! So chi sei e ho visto di cosa sei capace!"

"Con tutto il rispetto, signore, l'accordo tra me e lei prevedeva che io la riunissi a suo padre. Da nessuna parte ho promesso di non ucciderla. Quindi ti consiglio di abbassare la bacchetta, prima che ti faccia pentire di essere uscito da quella casa 17 anni fa".

"Tom fermati!" Urlai mettendomi tra i due. "Sirius va tutto bene. Mi fido di lui". Potevo sentire il sorriso di Tom alle mie spalle.

"T/n non puoi fare accordi con il diavolo! Cosa gli hai promesso in cambio?"

Mi voltai a guardare Tom e lui batté l'orologio con la bacchetta. Mi voltai di nuovo verso mio padre.

"Resterò alla Tana per Natale". Dissi chiudendo gli occhi con Lupin e lui annuì di rimando. Sirius continuava a gridare che non importava, perché non andavo da nessuna parte, ma io indietreggiai e sentii la mano di Tom afferrare la mia. "Mi dispiace. Ci vediamo presto". Dissi e tutto divenne nero.

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Torn Between Two Riddles- (TRADUZIONE ITALIANA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora