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Sentii delle mani che mi tiravano all'indietro contro qualcuno dietro di me. Una mano mi percorse l'interno coscia e un'altra il petto.

Cercai di spingerla via da me, ma ero così ubriaca che non riuscivo nemmeno a vedere bene.

Stavo iniziando ad avere un po' di panico quando la persona lasciò completamente la presa. Inciampai nel tentativo di girarmi e vidi Tom sopra il ragazzo che lo prendeva a pugni senza senso.

Mi venne il voltastomaco pensando a cosa sarebbe potuto accadere se non ci fosse stato lui.

Ma anche, perché doveva essere lui?

Si alzò e si diresse verso di me. Istintivamente feci un passo indietro, il che sembrò solo farlo arrabbiare. Mi afferrò per la vita e mi gettò sulle sue spalle.

Non cercai nemmeno di fermarlo, perché sapevo che non sarebbe servito a nulla. Mi portò fino al nostro dormitorio prima di posarmi a terra. "La prossima volta che ti dico di andartene, fallo!". Gridò avvicinandosi di più.

"No." Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Inciampai e lui mi afferrò la vita guidandomi. Mi guardai intorno e Theo non si vedeva.

Borbottò "cazzo" sottovoce e mi condusse in bagno.

"Che ci facciamo qui dentro?". Ridacchiai mentre scivolavo e lui mi prese.

"Ti sentirai male".

"No, non sto male", dissi tra le risate.

"E invece sì."

Lo guardai mentre armeggiava con una cravatta cercando di mettermi i capelli a coda di cavallo. Non riuscivo a smettere di ridere. "Come cazzo fai a fare questo?". Urlava contro il piccolo elastico che teneva tra le dita.

Alla fine i capelli erano quasi in una sorta di catastrofico chignon e le sue mani caddero sul mio vestito. Mi aprì lentamente la cerniera sul retro del vestito e mi guardò attraverso lo specchio.

Sentii il suo respiro accelerare mentre l'aria fredda mi sfiorava la pelle e la schiena si apriva fino a poco sopra i fianchi.

Si allontanò e uscì dal bagno, rientrando con una maglietta. Feci scivolare le braccia fuori dalle maniche del vestito e lui mi tirò addosso la maglietta.

Si avvicinò finché la sua schiena non fu premuta contro di me, mentre i nostri occhi non si lasciavano mai nello specchio. Avvolse la mano intorno al vestito che mi scendeva in vita e me lo tirò giù per le gambe.

La tensione era così forte da farmi quasi passare la sbornia. Rimanemmo lì, io nella sua maglietta appoggiata a lui con le sue braccia intorno a me per un minuto buono. Appoggiò la testa nell'incavo del mio collo ed esistemmo e basta.

Per un attimo non c'è stato odio. Nessuna sfida o guerra. Nessun sarcasmo o paura del tradimento. Solo noi.

Due ragazzi che si trovano in una situazione ben al di sopra delle loro possibilità.

Le sue mani si spostarono sui miei fianchi mentre mi girava e mi sollevava sul piano di lavoro. Fece un passo indietro e mi sollevò la gamba per togliermi i tacchi allacciati che indossavo.

Non dissi una parola. Temevo che se avessi detto qualcosa o fatto movimenti bruschi lo avrei spaventato. Mi tolse l'altro tacco e si avvicinò.

Le sue mani si spostarono sui miei fianchi mentre si metteva tra le mie gambe. Mi guardò negli occhi e mi prese il viso con la mano.

Il suo tocco era così delicato. Come se avesse paura di spezzarmi. Non è da lui.

Sono così abituata a vedermi immobilizzata contro il muro, a soffocarmi, ad afferrarmi aggressivamente i polsi o la vita, a urlare e gridare, ma non è così.

Torn Between Two Riddles- (TRADUZIONE ITALIANA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora