11. RIP alla salute mentale e alla tranquillità di Eraserhead

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Izuku si sentiva malissimo.

Per prima cosa, era di nuovo qui e questo era a dir poco... fantastico. Secondo, come faceva a sentirsi sano come un pesce e la morte fatta persona allo stesso tempo? Terzo, era ANCORA stanco! Com'era possibile dopo che era stato letteralmente morto e non aveva fatto un bel NIENTE? Qui c'era sotto qualcosa. E ULTIMO, era incazzato. Quando se n'era andato, non aveva visto sua madre, aveva continuato a rivedere i propri ricordi e a rivivere alcuni dei momenti peggiori della sua vita. Era stato uno schifo.

Ne aveva visti molti di Kacchan e ogni volta il suo odio per lui aumentava. Ma non era solo odio... uno dei ricordi a cui continuava a tornare era quello di quando erano entrambi bambini e Izuku insisteva per essere suo amico e a seguirlo in giro, non importava quante volte lo avesse spinto a terra. A quanto pare Izuku non capiva proprio niente.

Quei sentimenti di lealtà incondizionata e ammirazione lo avevano seguito durante tutta la scuola media e probabilmente era per questo che... che si era lasciato trattare in quel modo. Per non parlare di tutti gli abusi verbali, mentali ed emotivi che aveva subito OGNI SINGOLO GIORNO.

Era un bambino, un bambino con gli occhi vivaci e ingenuo che vedeva il meglio in tutti e si rifiutava di riconoscere il male. Non importava quello che Kacchan gli aveva fatto passare, era comunque rimasto con lui. In qualche modo si era convinto che era colpa sua se veniva trattato in quel modo, ma cosa aveva mai potuto fare lui, per essere trattato così? E nessuno aveva fatto niente.

Izuku non era stato in grado di capirlo all'epoca, era troppo gentile, troppo indulgente... ma quell'Izuku se n'era andato.

Dicono che se senti qualcosa per troppo tempo, inizi a crederci anche se sai che non è vero. Bene, ora Izuku sapeva la verità, riusciva a vederla chiaramente. Quelli che lo avevano preso in giro avevano torto. E lui non avrebbe più lasciato che quella paura controllasse la sua vita.

Continuò a tossire e ad aspirare aria mentre il suo corpo tornava attivamente a tenerlo in vita. Era fastidioso come dovesse reimparare a funzionare ogni volta che moriva, ma cosa poteva farci?

"Ugh, odio questo stupido quirk!" Urlò tra un colpo di tosse e l'altro.

Una volta che fu finalmente in grado di respirare correttamente e non si sentiva più come se fosse potuto svenire se avesse provato ad alzarsi, si tirò in piedi e si bloccò.

Oh merda

Eraserhead e un altra persona erano in piedi dall'altro lato del tavolo su cui era stato fino a poco prima (di nuovo all'obitorio, sul serio?!) e lo fissavano come se fosse un fantasma. Anche se, per loro, probabilmente lo era.

"Heyyyy Eraser…"

L'eroe sbatté le palpebre e non provò neanche a chiudere la bocca che era praticamente a terra.

Si prospettava una serata complicata... "Credo dovresti chiudere la bocca, così ci entreranno le mosche."

Eraser obbedì lentamente e scrutò ogni centimetro di Izuku. Era come se non potesse credere a ciò che aveva di fronte. "Io...tu-" iniziò, ma non sembrava riuscire a chiamare a raccolta i propri pensieri abbastanza da formare una frase coerente, c'era da aspettarselo, suppose Izuku. "Eri morto. Ti ho visto morire."

"Oh davvero? Scusa, cerco sempre di non essere un peso per nessuno, ma a volte è inevitabile e-"

"Sei morto! Ho tenuto in braccio il tuo corpo e ti ho controllato il polso. Non hai respirato per ore, cOME FAI AD ESSERE VIVO?"

Izuku si strofinò la nuca, "È una storia piuttosto lunga, ma in breve non posso morire, a quanto pare."

L'uomo in piedi accanto ad Eraserhead non aveva ancora detto nulla fino a quel momento e si era limitato a fissare Izuku e la sua conversazione con Eraser, ma le sue parole dovevano avergli fatto scattare qualcosa nel cervello. "Scusa, a quanto pare? Nel senso che tutto questo è nuovo per te, il non morire?"

Desperately Departing || My Hero AcademiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora