6. Che Male

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Izuku non ebbe problemi a trovare qualcosa da mangiare, cosa di cui fu grato. Non sapeva perché, ma si era messo in testa di dover mantenere un basso profilo per non attirare l'attenzione su di sé. Non aveva molta importanza a questo punto, ma se qualcuno si fosse avvicinato a lui e gli avesse chiesto il suo nome o la sua carta d'identità o qualcosa del genere, sarebbe stato nei guai, quindi meglio mantenere un basso profilo.

Una volta finito di mangiare, sapeva di non voler tornare a casa, così decise di addentrarsi in città e girovagare un po'. Cosa sarebbe mai potuto succedere?

Ore dopo Izuku si ritrovò sul tetto di un edificio a caso su cui non era troppo difficile arrampicarsi. Non sapeva perché fosse quassù o cosa avesse intenzione di fare, ma eccolo qui.

Mentre camminava per strada, aveva continuato a ricevere commenti sul fatto di essere troppo giovane per stare in giro la sera così tardi e chissà cosa avrebbe pensato sua madre sapendolo fuori casa? Questo non era un problema, non che loro lo sapessero. Ma Izuku era stanco di tutte le occhiate e i commenti, quindi si era diretto verso una parte meno affollata della città.

Potrebbe non essere stata la sua idea migliore, ma almeno adesso era solo. Ma questo significava anche dover fare i conti con i suoi pensieri ed emozioni.

Izuku osservò la città dal tetto, anche da qui era bellissima. Non si era addentrato nelle parti malfamate del quartiere abbastanza da essere preoccupato, e riusciva ancora a vedere le luci della città, era il posto perfetto.

Le lacrime gli pizzicarono gli occhi e lui imprecò sottovoce. Era stanco di piangere. Si sentiva come un rubinetto che continuava a perdere dalla morte di sua madre, ed era così stanco. Certo, non poteva davvero farne a meno, ma gli dava comunque fastidio.

La sua mente vagò finché non tornò alla sua caduta, o meglio al salto. Quanto era stato liberatorio, quanto era stato felice, voleva sentirsi di nuovo così. Ma era preoccupato che se ci avesse riprovato, sarebbe stato respinto di nuovo. Anche se...

Izuku strisciò fino al bordo e si alzò in piedi, guardando in basso in attesa. Anche se fosse stato respinto, avrebbe potuto comunque vedere la mamma e ne sarebbe valsa la pena, no?

E c'era sempre la possibilità che l'ultima volta fosse stato un caso e non sarebbe successo di nuovo.

Inspirò profondamente e iniziò a sporgersi in avanti finché all'improvviso non sentì un forte grido e fece uno scatto all'indietro talmente in fretta da cadere dall'altra parte e atterrare sul tetto con il sedere.

Cos'era stato? Da quello che era riuscito a vedere, non c'era nessun altro qui intorno, quindi chi aveva urlato?

Qualche settimana fa, la reazione istintiva di Izuku sarebbe stata quella di cercare di aiutare e comportarsi da eroe, ma qual era il punto? Sapeva di non poter diventare un eroe, non poteva salvare nessuno, non poteva nemmeno suicidarsi. Era inutile e sarebbe stato solo un peso per chi era in pericolo.

La persona urlò di nuovo e le sue grida e le sue suppliche riecheggiarono mentre pregava il proprio aggressore di fermarsi. Da quello che riusciva a sentire, sembrava che una ragazza fosse stata attaccata e che nessun altro fosse nei paraggi per aiutarla.

Izuku doveva forse-

Ma lui era inutile... no?

In un istante, Izuku si ritrovò a scendere in fretta la scala antincendio, correndo più veloce che poteva verso le grida disperate della ragazza.

Cosa stava facendo? Cosa avrebbe mai potuto fare? Non morire?

Lui era inutile e non sarebbe mai diventato un eroe, lo sapeva. Sapeva che non sarebbe mai stato in grado di diventare come All Might e questo gli faceva male, ma e se i bulli avessero avuto ragione e lui era solo un peso per tutti quelli che gli stavano attorno? E se fosse andato lì e avesse solo peggiorato le cose? Era disposto a correre quel rischio?

Desperately Departing || My Hero AcademiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora