Capitolo 12 - Sotto le stelle

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POV. Conan

Mi guardo attorno, ma tutto ciò che vedo è l'oscurità. Un buio infinito.
Corro, corro a perdifiato, senza nemmeno sapere dove sto andando. Non so da quanto sto correndo, so solamente che l'oscurità attorno a me sembra non finire mai.

Ad un tratto la vedo: una luce, uno spiraglio, un barlume di salvezza all'interno del "nulla eterno".
Più mi avvicino e più i tratti di quella luce si delineano, formando una figura che conosco molto bene.
Un angelo. Colei che conobbi quando ero ancora un bambino, la ragazza con cui sono cresciuto, il mio primo e unico amore: Ran.

Ran mi guarda e mi sorride dolcemente, un sorriso spensierato e allegro come solo lei sa fare, un sorriso pieno di gioia. Il SUO sorriso, che ogni volta scalda il mio cuore.

Ad un tratto però, Ran smette di sorridere e la sua figura piano piano scompare.
Al suo posto si forma un'altra persona, completamente diversa. Conosco anche lei: gli inconfondibili capelli ramati, gli occhi verdi, i tratti occidentali, e quel sorriso...

Il sorriso di chi ne ha passate troppe nonostante la giovane età.
Un sorriso beffardo e sornione, ma anche pieno di amarezza.
Un sorriso cupo, ma al tempo stesso pieno di speranza.

Mi sveglio di colpo, le guance arrossate e il respiro affannato.
Accanto a me Genta e Mitsuhiko dormono profondamente.
Indosso un giacchetto ed esco, fuori c'è un pò di vento e l'aria è piuttosto fresca, d'altronde ci troviamo in pieno autunno, e fra un mese inizierà l'inverno.

Mentre cammino ripenso al sogno che ho appena fatto.

Non è la prima volta che nei miei sogni vedo Ran, tuttavia non mi era mai capitato di sognare anche Haibara.
Che ci sia un significato dietro?

Improvvisamente mi fermo, davanti a me noto la figura che fino a poco fa era al centro dei miei sogni.
Ai Haibara se ne sta sdraiata nell'erba, il viso rilassato e pensieroso rivolto verso il cielo.
Mi avvicino e quando lei nota la mia presenza, si volta a guardarmi per un paio di secondi, per poi rivolgere la sua attenzione nuovamente al cielo stellato.
Mi ci sdraio accanto e resto in silenzio.
Nessuno di noi apre bocca e questa cosa non sembra darle fastidio.

Tuttavia dopo un pò inizio a sentire la necessità di dire qualcosa, qualsiasi cosa.

<<Percaso hai deciso di prenderti un raffreddore, stando fuori con questo freddo?>>

<<Potrei chiederti la stessa cosa, genio?>>

Ok iniziamo male

<<Come mai non sei nella tua tenda?>> chiede improvvisamente la scienziata.

<<Genta è perfino peggio di Goro e Agasa, mi impedisce di dormire>>

Haibara si volta nuovamente a guardarmi. Sa che sto mentendo.

<<Ritenta, qual'è il vero motivo?>>

Sospiro.

<<Ho fatto un sogno strano>> rispondo vago. Non posso di certo dirle che l'ho sognata, anche perché non so nemmeno io cosa ho visto, perciò non lo saprei spiegare.

<<Tu invece, come mai sei qui?>>

<<Avevo bisogno di prendere un pò d'aria>>

Ecco che ritorna quel silenzio, però questa volta è un silenzio molto più imbarazzante.

Mi volto a guardarla, lei nemmeno sembra farci caso. È completamente avvolta da chissà quali pensieri e guarda insistentemente le stelle.

<<A cosa stai pensando?>> le chiedo, subito dopo però me ne pento.
Haibara non si è mai sbilanciata più di tanto quando si tratta di esternare le proprie emozioni.
Perciò la possibilità che una domanda del genere possa farla infuriare è molto alta.

Detective Conan - Fatti l'uno per l'altroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora