Capitolo 5 - Orrore a cena

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POV. Ai

"Voglio che tu sia felice"

"Non scordarti di vivere"

Pensava e ripensava a quelle parole che Kudo gli aveva rivolto solo pochi minuti prima.
L'avevano colpita più di quanto potesse pensare, le avevano fatto perdere, anche se per pochi secondi, quella solita compostezza e indifferenza che l'avevano sempre contraddistinta.
Kudo era riuscito inconsapevolmente a creare una leggera crepa nella sua maschera di ghiaccio, dalla quale raramente faceva trasparire i propri sentimenti. Una maschera di freddezza, che col tempo si era costruita per evitare di soffrire più di quanto non avesse già fatto in vita sua.

"Voglio che tu sia felice"

Più pensava a quella frase e più la trovava ironica.
Perché l'unico che avrebbe potuto renderla veramente felice era proprio lui.
Era da egoisti sperare che alla fine di tutta questa storia con l'organizzazione lui decidesse di restare al suo fianco, abbandonando la ragazza dell'agenzia investigativa.
Si, era proprio da egoisti, ma in fondo non poteva fare a meno di sperarci.
Shinichi e Ran due amici d'infanzia, innamorati da sempre.
E poi lei, un ex criminale che con l'APTX4869 si era intromessa nella loro storia d'amore.
Una scienziata dal passato oscuro, avvolto dal colore nero, che adesso si ritrovava a sognare un lieto fine che non sarebbe mai arrivato.
Perché forse lei un lieto fine nemmeno meritava di averlo, non dopo tutto quello che aveva fatto e che aveva dovuto subire.
Eppure ci sperava ancora.

"Non scordarti di vivere"

Più se lo ripeteva nella mente e più pensava che Kudo avesse ragione.
A causa del suo lavoro all'organizzazione non gli era mai stato consentito di vivere veramente, né da piccola né tantomeno da adolescente. Era stata costretta a studiare come una matta nelle migliori università degli Stati Uniti, senza una parvenza di vita sociale. L'avevano obbligata a fare orribili esperimenti, e a portare avanti lo sviluppo di un farmaco potenzialmente mortale.
L'unica parvenza di una vita normale l'aveva quando stata con sua sorella Akemi, finché anche lei non gli è stata portata via.

Per questo vedeva la sua identità di Ai Haibara, studentessa delle elementari, come una seconda possibilità per vivere quella vita che non aveva mai potuto vivere, ma che aveva sempre sognato.

E lei come stava sfruttando quella seconda occasione?

La risposta era semplice:
La usava per continuare a soffrire.

Si diede mentalmente della stupida perché solo adesso riusciva a capire quanto Kudo avesse ragione.

L'antidoto era indubbiamente importante. La lotta contro l'organizzazione era importante.
Ma c'erano alte cose che erano sicuramente molto più importanti, e lei non poteva più permettersi di trascurarle.

POV. Conan

Ci trovavamo tutti riuniti nella grande sala dove si sarebbero svolti i vari pasti, seduti davanti al gigantesco tavolo che era già stato preparato per la cena e in attesa che il signor Okia portasse gli antipasti.
I posti a sedere erano già stati predisposti probabilmente dal maggiordomo, che ci aveva fatto trovare i nostri nomi scritti in dei fogli posti ognuno sopra un piatto.

Accanto a me erano seduti Ran alla mia sinistra e Goro a destra, con quest'ultimo che come suo solito tentava di attaccare bottone con la signorina Mey.
Per ammazzare il tempo iniziai ad ascoltare alcune conversazioni tra il signor Maseda e Hirami Tanaka, lo studente universitario stava parlando dei suoi attuali studi e della volontà di diventare uno storico.
Preso da quella discussione feci una domanda al giovane.

<<Signor Tanaka, se non sbaglio questa villa risale al periodo Edo, non è così?>>

<<È sorprendente che tu conosca già alla tua età il periodo Edo>> disse lui sorpreso.

Detective Conan - Fatti l'uno per l'altroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora