Capitolo 13 - Notte a casa Agasa

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POV. Conan

I giorni passano e fuori, l'aria autunnale, inizia a dare spazio al vento freddo invernale.
Ormai gli alberi sono del tutto spogli, poche settimane e sarebbero iniziate le vacanze natalizie.

Negli ultimi giorni non è successo nulla di particolarmente interessante. Nessun caso. Niente di niente.
La mia routine giornaliera stava iniziando ad essere monotona, questo però mi dava del tempo per pensare.
Ultimamente, più di una volta, mi è capitato di pensare ad Ai e alla nostra ultima conversazione.
Ho scoperto nuove cose di lei, cose riguardanti il suo passato. Ho capito cosa la tormenta, cosa la resa ciò che è oggi.
Lei si è aperta con me ed io le sono profondamente grato per questo.

Ho pensato anche alla sua reazione quando le ho parlato dei miei sentimenti per Ran.
Più ci penso e più non capisco cosa l'abbia infastidita.
Mi sono detto che è stata solo la mia immaginazione, ma non ne sono mai stato veramente sicuro.

Un'altra cosa a cui ho pensato è ovviamente l'organizzazione.
Dopo gli omicidi seriali nella villa a Nagano, ho contattato l'agente del FBI Shuichi Akai. L'ho informato che una delle vittime, Yoko Hirota, finanziava alcuni progetti portati avanti dagli uomini in nero.
Akai mi promise che avrebbe indagato e che, qual'ora ci fossero stati ulteriori sviluppi, mi avrebbe aggiornato, ma da quel giorno non seppi più nulla.
Ho provato a fare alcune ricerche per conto mio, inutile dire che finora non sono riuscito a trovare nulla.

Driiin Driiin

I miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria del mio telefono.

<<Pronto>>

<<Ciao Shinichi>> mi saluta dall'altro lato il dottor Agasa.

<<Professor Agasa che succede?>>

<<Ho bisogno che tu mi faccia un favore. Oggi e domani sarò ad Osaka per presenziare ad un convegno di sviluppatori di videogiochi, purtroppo Ai non sta molto bene quindi non me la sento di lasciarla da sola, potresti badarle tu finché non torno?>>

<<Non si preoccupi, ci penso io>>

<<Ti ringrazio Shinichi. Allora io sto partendo, ci vediamo domani>>

<<Arrivederci>>

POV. Ai

Il dottor Agasa è partito da circa due ore e "casualmente" poco dopo la sua partenza, Shinichi si è presentato nella porta di casa.
Scommetto che il professore gli abbia chiesto di tenermi d'occhio vista la mia influenza, certe volte si preoccupa inutilmente.

Una parte di me è comunque felice di vedere il piccolo Sherlock e di poter passare del tempo con lui.
Non parliamo da quando siamo andati in campeggio con i giovani detective, ho paura che quella notte mi sono lasciata troppo andare con lui, ho sempre pensato che certe cose del mio passato è meglio se me le tengo per me.

<<Come ti senti?>> mi chiede lui, io mi rigiro nel letto dandogli le spalle.

<<Sto bene, non c'era bisogno che venivi>>

<<Il dottor Agasa mi ha detto che hai una forte influenza, sicura che non vuoi nulla?>>

<<No grazie, ho solo bisogno di dormire un pò>>

<<D'accordo. Chiamami se vuoi qualcosa>> Detto ciò uscì dalla mia stanza e scese al piano di sotto.

Le ore passarono e alla fine sono riuscita ad addormentarmi, saltando il pranzo.
Quando mi sono svegliata erano le 16:30. Shinichi dovrebbe essersene già andato così scendo per andare in cucina.
Con mia grande sorpresa vidi il giovane detective occhialuto disteso sul divano mentre guarda con fare annoiato la TV.

<<Non mi aspettavo di vederti ancora qui>> Shinichi sussulto voltandosi verso di me, non si era nemmeno accorto della mia presenza.

<<Ben svegliata, sei riuscita a riposare?>>

<<Un pò. Ho fame, vado a mangiare qualcosa>>

<<Ti avevo preparato il pranzo, è rimasto sul tavolo, spero ti piaccia>>

Da quando si preoccupa così tanto per me?

Assaggio il riso al curry che ha cucinato Shinichi. Devo dire che è molto saporito, non quanto quello che faccio io, ma apprezzo comunque il gesto.

<<Niente male, se la carriera da detective dovesse andare male potresti aprire un ristorante>>

<<Molto divertente. Quando finisci vieni in salotto, voglio guardare un film>>

<<Dipende. Che genere di film?>> non avevo voglia di guardare uno di quei polizieschi che tanto piacciono a Kudo.

<<Si chiama Obbligo o verità. Credo sia un horror>>

<<Te ne sei ricordato>> dissi sempre più sorpresa, alludendo alla nostra chiacchierata sotto le stelle.

Lui mi sorrise senza rispondermi.

Finito di vederlo passammo il resto della serata a commentarlo.
Nonostante Shinichi affermasse di essersi annoiato, sapevo che in realtà il film gli aveva messo un pò di paura.
Più di una volta infatti l'ho beccato mentre si copriva gli occhi, inutile dire che l'ho preso in giro per tutta la sera.

Alla fine andammo a dormire, io nella mia stanza e lui in quella del Dottor Agasa.

Inizio flashback

Ormai è diventata parte della mia routine giornaliera.
Quasi ogni giorno Gin si presenta nel mio laboratorio.
Quasi ogni giorno mi costringe ad interrompere le mie ricerche e a seguirlo nel suo ufficio.
Quello che accade lì dentro è molto peggio di qualsiasi tortura abbia sopportato da quando faccio parte dell'organizzazione.
Mi sento violata. Mi sento spoglia della mia dignità, del mio onore. Pezzo dopo pezzo, quel mostro mi stava togliendo tutto.
Ho provato a rifiutarlo più e più volte, ottenendo solamente una pistola puntata alla testa.
Non avevo scelta.

Solamente ieri avevo fatto importanti progressi col progetto APTX4869, completando il primo prototipo del farmaco. Mi mancavano da attuare gli ultimi test e poi avrei potuto fare rapporto ai miei superiori.

Tuttavia anche quel giorno il fato aveva altri piani per me.
Gin si presentò nuovamente nel mio laboratorio e mi costrinse ad interrompere le ricerche e a seguirlo in ufficio.
Per la prima volta mi opposi con tutta me stessa, ero pronta a morire pur di venire violentata nuovamente da quell'essere immondo.

Almeno così credevo.

Gin quando notò che questa volta non mi sarei piegata alle minacce di morte, iniziò a dire che avrebbe ucciso Akemi se non avessi fatto quello che voleva.

E così anche quella giornata si concluse con me, una ragazzina di 17 anni, stremata, violata, disillusa, rotta, speranzosa di una morte rapida.

Fine flashback

<<Ai, AI. SVEGLIATI>>

Apro di scatto gli occhi, sollevo il busto mettendomi seduta.
Shinichi si trova seduto accanto a me, il viso estremamente preoccupato.

<<Tranquilla era solo un incubo>> mi disse provando a calmarmi.

Una lacrima scese dal mio viso. Poi un'altra. E un'altra ancora.

<<Ti sbagli>> dissi tra un singhiozzo e l'altro.
<<È tutto vero. Io sono rotta Shinichi. Sono rotta>>

Kudo avvolse le sue braccia attorno a me ed io mi sfogai finalmente in un pianto liberatorio.
Non disse nulla, probabilmente capì anche a cosa mi stessi riferendo con quelle parole. Ne ero più che sicura. Ma per la prima volta non m'importava di mostrarmi debole con lui. Non m'importava se sapeva che in passato sono stata stuprata più volte.
L'unica cosa che m'importava in quel momento era che non mi abbandonasse.
E lui non lo fece.
Non mi abbandonò.
Restammo abbracciati tutta la notte fino ad addormentarci.
E per quella notte, io non feci più incubi.


















Detective Conan - Fatti l'uno per l'altroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora