Capitolo 19 - La leggenda del Samurai

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POV. Conan

13 ore all'attacco nucleare.

Il dottor Agasa posteggia la Volkswagen nel parcheggio adiacente al Santuario Meiji.
Ci dirigiamo all'entrata e suoniamo il campanello, aspettando che qualcuno venga ad aprirci.

Alla porta si presenta un uomo sulla quarantina, robusto e coi capelli castani, che emana un forte odore di bruciato, probabilmente un fumatore accanito.

<<Siamo chiusi>> dice scorbutico.

<<Lo sappiamo, siamo venuti perché crediamo che qui è nascosto un indizio che ci aiuterà a trovare il terrorista>> spiego con impazienza.

<<Impossibile, questo è un luogo sacro in cui si recano migliaia di visitatori al giorno>>

<<Per caso lei, o uno dei suoi colleghi della sicurezza, ha ricevuto una strana lettera in questi giorni?>>

L'uomo, che probabilmente atri non è che il capo della sicurezza, sembra pensarci un attimo.

<<Effettivamente si. Due giorni fa si è presentato un tipo strano e ha consegnato una lettera ad uno dei miei dipendenti>>

<<Possiamo vedere la lettera?>> chiede Ai.

<<Ma certo, aspettate qui>> dice per poi rientrare nella struttura, chiudendosi la porta alle spalle.

Dopo circa qualche minuto riesce e questa volta tiene in mano una busta con all'interno una lettera.

<<L'uomo che l'ha consegnata ha espresso chiaramente di non aprirla finché qualcuno non sarebbe venuto qui a cercarla.
A dire la verità me n'ero completamente dimenticato, se no a quest'ora l'avrei gettata via>> spiega mentre me la consegna.

La scarto e inizio a leggerla ad alta voce:

"Se è me che vuoi trovare, nella leggenda del Samurai dovrai cercare.
Durante il tuo cammino, delle difficoltà incontrerai, ma la risposta nella via dell'acqua troverai"

Firmato: White Soldier

<<Via dell'acqua? Leggenda del Samurai? Non ci sto capendo più nulla>> borbotta confuso il dottor Agasa.

Conservo la lettera nel taschino e torniamo in auto.

Noto però che, non molto distante dalla Volkswagen del professore, è parcheggiata una Peugeot bianca a me familiare.

<<Dottor Agasa lei torni pure a casa, io faccio due passi>>

<<Va bene, fai attenzione Shinichi>>

Noto che Ai mi sta guardando con un'espressione strana in volto, un misto di preoccupazione e disappunto, probabilmente ha capito che qualcosa non va.
Le sorrido con l'intento di tranquillizzarla e lei ricambia leggermente, ancora non tanto convinta.

Quando l'auto parte lasciandomi solo, mi avvicino alla Peugeot, apro lo sportello e salgo a bordo nei sedili posteriori.

<<Sapevo che era lei, professoressa Jodie>> dico rivolgendomi alla giovane agente del FBI dai capelli castani, che se ne stava seduta al posto di guida, con un largo sorriso bambinesco stampato sulla faccia.

<<E io sapevo che prima o poi mi avresti notato, cool boy>> disse con quel suo fare allegro e l'accento inglese leggermente marcato.

<<Che ci fa lei qui?>> chiedo. L'ultima volta non mi erano parsi tanto collaborativi.

<<L'agente Akai ha risolto l'enigma. Ero venuta qui per cercare un nuovo indizio, ma a quanto pare mi hai battuto sul tempo. Hai trovato una nuova lettera, non è così?>>

Detective Conan - Fatti l'uno per l'altroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora