𝗹𝗮 𝗱𝗮𝗺𝗶𝗴𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮. ✔

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Rimasero sole con la misteriosa leader della Setta e con l'immobile ragazza sullo sfondo.

Silenzio. La donna esaminò le quattro, dedicando a ciascuna uno sguardo diverso. Guardando Keqing fece una smorfia, però non staccò subito lo sguardo. Sembrava magnetizzata, ma non in modo positivo. Non attratta, non interessata, più che altro... stupita...? La stessa espressione con cui si guarda un animale in uno zoo.

"Tu" Disse, indicando Xiangling, e guardandola con sguardo autorevole e pieno di disprezzo. Questa volta sembrava stesse guardando un insetto schiacciato sul muro, una macchiolina nera che le sporcava le pareti bianche della cucina.

"Yun Jin" Si rivolse alla ragazza nell'angolo, che si limitò ad annuire. Poi avanzò verso le altre, e finalmente scoprì le mani che teneva dietro la schiena, e con esse anche una nerissima e lunga frusta, che fece schioccare un paio di volte al pavimento. La fragile ragazzina che se ne stava in disparte, servizievole e debole, ora non sembrava più tale.

"Voi, venite con me. Avete capito?" Intimò Yun Jin, passando le dita sull'arma.

Xinyan sussultò, ma alla fine annuì, digrignando i denti.

Lo sguardo della ragazza era chiaro: se avessero osato scappare, sarebbe stato peggio per loro. E con peggio si intendeva che si sarebbe messa veramente male.

Anche Xiangling fece per alzarsi, ma la donna posò un tacco sulla sua spalla, urlando con gli occhi di non provare a mettersi in piedi un'altra volta.

Le altre tre si alzarono in piedi a fatica, dato che avevano le mani ferme dietro alla schiena, doloranti; anche se "Yun Jin" le avesse slegate, comunque, probabilmente sarebbero state inutilizzabili comunque, per via della corda di iuta, legata strettissima, che sembrava dilaniare le articolazioni come se fossero fatte di carta.

Yun Jin le condusse verso una porta in fondo alla stanza, e la richiuse dietro di sé. Era una piccola stanza accogliente, sembrava uno studio, forse?
Ma Yun Jin continuò a camminare, e, scostando il grande e pesante tappeto, rivelò una botola. La aprì, guardando con molta circospezione il gruppo, forse perché aveva paura che la prendessero di spalle, poi fece segno di entrare.

Scese per quelle strettissime scale, si ritrovarono in uno spazio angusto, sporco, totalmente in contrapposizione con tutto il resto del candido palazzo. Non c'erano finestre, neanche la più piccola grata, l'unica fonte di luce era una lampadina attaccata al soffitto, attorno alla quale ronzavano falene e moschini.

Chiusa la botola sul soffitto, seguirono secondi di interminabile silenzio. Yun Jin aveva distolto lo sguardo dalle prigioniere, e guardava il muro dritto davanti a sé.

Dopo qualche decina di secondi, finalmente si decise a parlare.

"Sono dalla vostra parte" Disse. Solo quello.

"Yun" Iniziò poi Xinyan, con così tante emozioni da esprimere che gli occhi le si riempirono di espressioni diverse e contrastanti allo stesso tempo.

"Sì, Xinyan" Rispose Yun Jin. La sua voce ferma e dura, gli occhi sempre puntati sul muro, ma lucidi, grandi e tonde lacrime le scivolarono lungo le guance.

Anche a Xinyan si inumidirono gli occhi. Tirò su col naso, il suo volto per niente fermo come quello dell'altra.

"Spiegate, non abbiamo tutto il tempo" Esortò poi Beidou, evidentemente scocciata e un po' in imbarazzo.

"Avete presente che vi ho detto che sono stata alla Setta, per qualche tempo? Yun Jin era con me lì. Poi io sono scappata. Lei no" Le parole che aveva pronunciato, era evidente, colpirono nel profondo la ragazza, che, pur senza distogliere lo sguardo dal muro davanti a sé, socchiuse gli occhi e continuò silenziosamente a piangere.

𝐁𝐔𝐓 𝐈𝐅 𝐆𝐎𝐃 𝐆𝐎𝐓 𝐔𝐒  ➢ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora