𝗳𝗿𝗲𝗰𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗴𝗴𝗲𝘇𝘇𝗮. ✔

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Keqing era sdraiata sul letto, il suo viso colpito dalla tenue luce del tramonto. Appena finito di cenare lei e Ganyu erano salite in camera, come al solito.

"Ganyu..." Sussurrò Keqing.

"Dimmi" La donna si girò su un lato e la guardò negli occhi.

"Tu combattevi?" Chiese con lo sguardo perso nel vuoto, forse immaginandosi come una persona come Ganyu avrebbe mai potuto combattere. 

"Sì."

"Che ne dici di farmi vedere qualcosa... insomma, da quanto ho capito sei stata nell'esercito per un anno. Devi essere brava"

"Non prendo in mano un'arma da anni" Obiettò la donna, un po' scettica.

"Si ma..."

"Seguimi" Ganyu si alzò, e tese la mano a Keqing. "Ti farò vedere di che cosa ero capace tempo fa" 

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Keqing non era mai stata nei giardini sul retro del Palazzo di Marmo. L'erba era curata perfettamente, tagliata corta corta e di un verde quasi artificiale, e aiuole di rose e altri meravigliosi e colorati boccioli delimitavano le parti del giardino, suddividendole in quattro. A sinistra del prato dove erano arrivate vi era un capannone di legno, che a prima vista sembrava abbandonato, ma se si guardava con più attenzione si poteva notare che era tenuto modestamente bene. Era solamente un po' spoglio.

"Combattevo con l'arco, ma me la sono sempre cavata anche con la spada" Disse Ganyu prendendo dal capannone un bersaglio, che sistemò di fianco alla struttura.

"Sai come si usano gli archi qui? Se una freccia non va a segno non ci si fa problemi a raccoglierla da terra e pugnalare a morte il più vicino. Ha un che di poetico e macabro, più di tutte le altre armi, secondo me" 

Keqing rabbrividì. Ovviamente lo sapeva, che esisteva come tecnica – ma era un po' in disuso. Gli archi erano stati in gran parte sostituiti dalle pistole.

"Sono arrivata alla Setta già a conoscenza delle informazioni di base necessarie a saper combattere. Mi hanno addestrata bene, per circa un mese. Il resto è esperienza. Ho lasciato la residenza di Kaveh un anno e tre mesi dopo il mio arrivo, sei anni fa." 

Poi la donna prese dal capanno un arco e una spada, un po' impolverati, ma Keqing notò comunque la splendida manifattura che le caratterizzava. L'arco era semplice, ma decorato con piume, perline e fili di lana. Sembravano talismani, o magari ricordi di battaglie, o semplici gingilli senza significato. La spada era più discreta, la lama affilata ma scheggiata in un paio di punti. L'elsa era color oro, però molto rovinata. Keqing escluse che fosse fatta di biondo metallo. 

"Osserva bene, Keqing" 

Ganyu si mise a tracolla la faretra e ne estrasse una freccia – decorata come l'arco, con una piuma sulla coda – e tese l'arma. Chiuse uno dei due occhi e prese la mira. Scoccò poi la freccia, che schizzò verso il bersaglio, conficcandosi poco lontano dal centro, anzi, mancava pochissimo perché trafisse il pallino rosso centrale. 

"Cazzo, non mi alleno da troppo tempo" Imprecò Ganyu. 

"Fammi vedere come combatti, ora" Keqing tirò fuori il coltellino a serramanico che aveva rubato a Yun Jin, e che si teneva sempre quel giorno in cui la damigella l'aveva aggredita. Poco dopo entrò nel capannone e ne uscì con una sorta di rivoltella.

"È finta, vero? Questi aggeggi costano fin troppo per usarli anche in battaglia, figurarsi in allenamento..." 

"Sì, le pallottole sono di plastica e non c'è polvere da sparo" Rispose Ganyu, prendendo poi dal ripostiglio delle frecce con la punta di legno e scambiandole con quelle di ferro nella faretra. 

𝐁𝐔𝐓 𝐈𝐅 𝐆𝐎𝐃 𝐆𝐎𝐓 𝐔𝐒  ➢ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora