𝘀𝗼𝗹𝗱𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗻𝘂𝘃𝗼𝗹𝗲. ✔

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La pontefice indossava un vestito frusto color ruggine, e sopra di esso portava un grembiule un po' sfilacciato. A tracolla aveva una borsa di tela, nella quale erano nascosti i documenti e gli oggetti più importanti e preziosi custoditi nella Camera di Giada. La lunga chioma biondo platino era legata in due trecce, che ricadevano, poco curate, sulle spalle. Indossava inoltre un cappello di paglia, sia per proteggersi dal sole che per essere meno riconoscibile; infine, sul suo naso sottile, erano posati un paio di occhiali dalla montatura di ferro. 

"Buongiorno, Lady Ningguang! È un piacere fare la sua conoscenza!" Kirara prese la mano di Ningguang, sorridendo con un'aria felina, un po' falsa. 

La donna le strinse la mano, sorrise, ma stava guardando oltre la spalla della giovane, dove Keqing le fissava con un'espressione indecifrabile stampata sul volto. 

"Siamo scoperti, qui. Se qualcuno della Future World Organization dovesse vederci, saremmo fregati, tutti quanti." Si rivolse poi a Ningguang Candace, con un tono ben più rispettoso rispetto a quello di Kirara. "Mi dispiace metterle fretta, mia signora, ma non possiamo permetterci di essere scoperti" 

Non si parlarono più per tutto il tragitto. Ci misero venti minuti abbondanti, camminando il più veloce possibile, e per fortuna non incontrarono problemi di nessun tipo. 

Arrivati all'Alveare, furono accolti – o meglio, Ningguang fu accolta – con molta devozione: decine e decine di soldati aspettavano fuori dall'edificio, pronti a salutare il proprio idolo. A Keqing venne il voltastomaco – non aveva ancora minimamente perdonato Ningguang per averla posizionata nell'esercito, e soprattutto per averla allontanata da Yelan.

"Lady Ningguang" Kaveh, a capo di tutti i soldati, si inchinò e le baciò la mano. 

"Non c'è bisogno, generale – disse lei, anche se era evidentemente lusingata da quel gesto – dobbiamo muoverci. Qualcuno potrebbe vedermi" 

Prima di farsi largo tra la folla salutò con un cenno anche Al Haitham e Shenhe, entrambi – soprattutto la seconda – che avevano guardato Ningguang con una sottomessa adorazione, simili a tutti gli altri soldati. 

Due ore più tardi i due generali, Kaveh e Lady Ningguang stavano ancora discutendo. Keqing cercava di origliare qualcosa, quando passava davanti allo studio dove erano i tre, ma, malgrado il suo udito fine, riusciva a capire solo pezzi di conversazione, spesso incomprensibili se ascoltati senza contesto. 

In generale i loro discorsi riguardavano il contrattacco della Future World Organization, i Verurteilung e la guerra. Sempre la guerra. E il loro tono non era mai contento, o emozionato, o trionfante.

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Circolavano voci, all'Alveare e al Palazzo di Marmo. Kaveh e Ningguang, a quanto pareva, avevano frequenti scontri. Non si sapeva altro se non che spesso non concordavano su quali strategie adottare, e inoltre la pontefice si lamentava ogni due per tre delle condizioni dell'edificio, cosa che faceva infuriare ogni volta Kaveh. 

Le numerose segretarie e damigelle di Ningguang si stavano pian piano muovendo, una alla volta, verso l'Alveare, ognuna portando documenti e oggetti importanti dalla Camera di Giada.

Più i giorni passavano più la situazione di aggravava: la Future World Organization sembrava aver messo in atto il tanto temuto contrattacco: perfino l'imperturbabile Al Haitham e la fredda Shenhe erano evidentemente nervosi e preoccupati. A quanto si sentiva (e a quanto era stato visto anche da Keqing, quando usciva a combattere) i soldati mandati dalla Future World erano sempre più numerosi, più abili, le loro lame più affilate e i loro proiettili più letali, se possibile.

C'era sempre stato un silenzioso accordo tra Setta e Resistenza: mai venivano usate troppe armi da fuoco, mai venivano mandati troppi soldati, mai le proprie forze erano sfruttate al massimo. Mai venivano infrante le regole di quella guerra di soldatini di plastica – pestandoli si sarebbero rotti, e comprarne altri sarebbe stato costoso, meglio consumarli lentamente, uccidendone uno alla volta: d'altronde l'obiettivo non era vincere, era divertirsi, divertirsi a spese della popolazione. 

𝐁𝐔𝐓 𝐈𝐅 𝐆𝐎𝐃 𝐆𝐎𝐓 𝐔𝐒  ➢ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora