La pelle le bruciava. Stava bruciando. Tutto andava a rallentatore. Si guardò il braccio destro, la carne viva era ustionata e le faceva male, le faceva male tutto il corpo, sentiva lentamente la pelle sciogliersi, lasciando le ossa bianche scoperte. Davanti a lei, rosso. E giallo. E grigio. Tanto grigio, tanto, tantissimo fumo che le gonfiava i polmoni e saturava senza eccezioni ogni singolo alveolo, ma tanto non avrebbe respirato più in ogni caso. Sentiva le dita dei piedi in fiamme, il fuoco le stava bruciando le scarpe, e la pianta, e le unghie.
Si sentiva così vicina al Sole che le venne da ridere, ridere e toccare quell'enorme palla bollente mentre la sua pelle veniva sciolta dai raggi incandescenti e le ossa carbonizzate dal fuoco che divampava tutto intorno a lei. Ma purtroppo non le era ancora arrivata vicina, a quell'enorme ma inutile divinità che non meritava altro che le sue risate. Stava fluttuando lentamente, cadendo, e davanti a lei non c'era altro che un'insignificante frazione del dio del Sole che l'aveva appena uccisa. Se qualche candelotto produceva un effetto così sorprendente, chissà di che cosa era capace il grande dio del Sole!
Stava delirando. Stava delirando e ne era consapevole. D'un tratto si accorse del frastuono che veniva da fuori, urla, e botti, e il rumore della pietra che cadeva su altra pietra. E, in mezzo a quell'assordante accozzaglia di suoni – piuttosto di cattivo gusto, non era possibile fare musica con solo percussioni –, riuscì a sentire una voce familiare, la voce che amava, fievole e leggera come una piuma sospinta via dal vento.
Ganyu urlava il suo nome, e d'un tratto Keqing sentì solo quel richiamo, che le rimbombava nelle orecchie trasformando ogni altro suono in un brusio di sottofondo.
Era quasi caduta. Sentì gli occhi sciogliersi, come ormai tutto il suo corpo. Le venne da ridere, poi morì.
E spalancò le palpebre.
Era viva.
Rimase immobile per una manciata di secondi, poi si rese conto di quello che stava succedendo. Il frastuono c'era, il caldo c'era, il fumo e la polvere anche.
Si alzò e uscì dalla sua camera, per poi iniziare a scendere velocemente le scale.
Ieri sera Ganyu è venuta per parlare di lavoro con Ningguang. Io l'ho accompagnata e poi sono rimasta qui. Oggi devo uscire a combattere, è per questo che sono rimasta all'Alveare. C'è polvere dappertutto. È esploso qualcosa. La Future World Organization ha fatto esplodere qualcosa. Hanno scelto l'Alveare. All'Alveare c'è Ningguang. È morta? E Ganyu? Ganyu, lei è morta?
Keqing scese gli scalini più veloce che poteva. Tossiva in continuazione, a causa del fumo e della polvere. Attorno a lei soldati della Setta, terrorizzati, correvano da tutte le parti, si scontravano, urlavano e piangevano. Lei aveva in mente un solo obiettivo: trovare Kaveh e chiedere spiegazioni. E trovare Ganyu. Perché non era morta, se lo sentiva. Non poteva essere morta. Se era morta l'avrebbe odiata per sempre. Anche se a quel punto non importava, perché la segretaria non avrebbe potuto più implorarla di essere perdonata.
Mentre nel sogno sentiva chiaramente e distintamente i lamenti della segretaria, lì, nel mondo reale, nessuno stava urlando il suo nome. Corse un po' a caso, scavalcando corpi e pezzi di cemento armato, spostando lo sguardo da un luogo all'altro più velocemente che poteva, doveva trovare qualcuno, o qualcosa, doveva chiedere cosa stava succedendo...
Kaveh! Eccolo là, vivo, che urlava comandi ai soldati, sporco dalla testa ai piedi ma non ferito. Keqing si rallegrò e gli corse incontro.
"Keqing! Cazzo, dov'eri tutto questo tempo?" L'uomo le sorrise, anche se quell'attimo di gioia non durò più di un battito di ciglia. "È mezzanotte. Più o meno dieci minuti fa cinque uomini hanno fatto fuori i soldati di pattuglia, hanno acceso la dinamite che si erano portati e hanno fatto saltare in aria tutto. Proprio nel punto più vicino alla stanza dove Ningguang e Ganyu stavano discutendo. Non so dove siano ora loro due... ci sono parecchi dispersi, e altrettanti morti e feriti. Ti prego, cerca Ganyu. Io... sono in pensiero per lei. Non abbiamo molte speranze, ma non è detto che sia morta!" Kaveh fece una pausa, abbassando gli occhi.
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𝐁𝐔𝐓 𝐈𝐅 𝐆𝐎𝐃 𝐆𝐎𝐓 𝐔𝐒 ➢ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁
Fanfiction-〝 𝗲 𝗹𝗲𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮, 𝘀𝗲𝗽𝗽𝘂𝗿 𝗰𝗼𝘀𝗶' 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗮, 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗮𝗹𝗲, 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘃𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗮𝗿𝗶𝗮, 𝗯𝗲𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮, 𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗴𝗶𝗮𝘃𝗮 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝗮𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝘂...