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Da ieri la mia nuova missione era conquistare il principe dei kook e farlo cadere nella nostra meschina trappola. Anche se questa poteva sembrare una stupida ripicca tra ragazzi non lo era, era il mio riscatto. Avrei dimostrato a me stessa di odiare quel biondo e sarei riucita a ridicolizzarlo. Era una specie di redenzione e la pena che avrei dovuto scontare era passare del tempo con lui per farlo cadere ai miei piedi, una passeggiata no?

Mi ero già portata avanti con il lavoro chiedendo a Sarah dove andavq rafe per passare il tempo in modo da fargli un'appostata, un vero lavoro da spia che JJ e Pope mi avevano raccomandato. Ovviamente non avevo potuto dire niente a Sarah, per wuanto lei fosse leale verso di noi era comunque sua sorella e il rischio che si facesse uscire qualcosa di troppo dalla bocca c'era sempre.

Comunque scoprì che Rafe visitava principalmente quattro posti: la roulette di Barry, dove andava a comprare la dorga e a distruggere la sua vita, il Wreck, in cui era diventato un cliento fisso ormai, il country club, dove spendeva i soldi di Ward e giocava a fare il ragazzo dell'alta società, e infine la spiaggia, dove andava per stare da solo e non so esattamente cosa facesse lì, ma in ogni caso era l'unico luogo in cui non era in compagnia di nessuno, ciò lo rendeva una preda facile.

Il rapporto fraterno tra Sarah e Rafe non era uno dei migliori anzi, si odiavano, questo rese difficile per me anche solo ricavare informazioni. Nonostante ciò scoprì che andava in spiaggia sempre verso notte fonda e si metetva nei dintorni degli scogli.

Guardai l'ora sul display del mio telefono che segnava le tre di notte e decisi che l'ora di entrare in azione era arrivata, così misi il mio cardigan bianco e le mie amate coverse e poi uscì di casa.

Non sapevo nemmeno in che punto preciso si mettesse lui anche solo se quella sera fosse effettivamente andato lì. Non sapevo cosa gli avrei detto arrivata, nè come mi sarei comportata, sarei stata sensuale? L'avrei conquistato con la simpatia? Non sapevo niente. L'unica certezza in quel momento era la mia determinazione nel riuscire a portare a termine qualcosa.

Arrivata la spiaggia sembrava completamente deserta, non vi era un'anima viva, l'unica cosa presente era l'umidità che mi faceva rabbrividere. Mi addentrai di più verso il bagnoasciuga avvicinandomi agli scogli, lì scorsi la sua figura. Rafe se ne stava seduto sulla sabbia a fissare le onde scontrarsi contro gli scogli. Per un attimo rimasi perplessa da quella visione, lui sembrava come incantanto e immerso nei suoi pensieri, sembrava profondo, molto di più del ragazzo viziato che era.

"A cosa pensi kook?" chiesi sputando da dietro e facendo distorgliere la sua attenzione dal mare.
"Non sono affari tuoi" rispose con freddezza e feci ammenda al motivo per cui stavo facendo tutto questo.
"Quanto siamo scorbutici" mi sedetti accanto a lui e mi misi a fissare il mare.
"Perchè sei qui comunque?" chiese puntando i suoi occhi blu cobalto dentro i miei.
"Non riesciuvo a dormire" non era una bugia, non dormivo veramente anche se ero lì per altr ovvie ragioni.
"Mi pensavi troppo non è vero?" il suo tono di voce cambiò drasticamente, divenne molto più bassa e roca e nei suoi occhi che pochi minuti prima sembravano persi si accese qualcosa.
"In quel caso avrei fatto gli incubi"
"Non sembravi pensarla così la scorsa volta" ammiccò e io arrossì leggermente ma cercai di non darlo a vedere.
"Ti ricordo che avevi iniziato tu" mi avvicinai al suo viso e potei sentire il suo respiro caldo sulle labbra, il mio obbiettivo era quello di provocarlo e farlo cedere.
"E tu avevi continuato" rimbeccò lui cercando di farmi passare per quella che lo voleva.
"Per un momento solo" cercai di giustidicare l'ingiustificabile.
"Non era il momento, ma l'effetto che ti faccio" disse rocamente posando la sua mano sulla mia coscia.
"L'unica reazione che susciti è la rabbia" ero uscita dal mio personaggio, inizialmente ci avevo provato a fare la sensuale, ma quel ragazzo mi faceva perdere le staffe in ogni cosa che diceva.
"Solo rabbia?" chiese avvicinandosi ancora di più al mio viso, così tanto da far toccare le punte dei nostri nasi.
"Si" cercai di rispondere con più convinzione possibile ma la mia voce si alzò di un tono quando la sua mano salì lentamente nel mio interno coscia.

Rafe era attratto dal caos, amava creare casini tra le tribù e amava creali nella mia testa. Sapeva di star nutrendo un certo potere e gli piaceva, era attratto dalle mie reazioni e voleva vedere fino a che punto andasse il suo potere.

"Che stai facendo?" chiesi seguendo con lo sguardo i suoi movimenti.
"Vedo se la rabbia è effettivamente l'unica cosa che suscito in te" disse guardandomi intensamente negli occhi per poi infilare la mano dentro i miei shorts. A sentire il contatto con le mie parti intime trattenni il respiro, non perchè non avessi quel tipo di esperienza ma perchè il suo gesto era del tutto inaspettato.

Iniziò a fare dei movimenti lenti sopra il tessuto dei miei slip facendomi subire una piccola e lenta tortura. Stava suscitando tutt'altro che rabbia, in quel momento avrei solo voluto sentirlo, seppur tutto ciò andava violentemente contro il mio odio per i kook.

Senza pensarci troppo mandai a fanculo il mio piano, che aveva già allontanato la mia mente nel momento in cui mi ero messa seduta, e lo baciai. Mi misi a cavalcioni su di lui per poter sentire meglio quel momento, io ero eccitata e lui visibilmente soddisfatto ma non mi importava. Me ne fregavo che quello che stava per accadere avrebbe aumentato a dismisura il suo ego, che magari l'avrebbe usato contro di me o che mi avebbe  solo usata. Lo volevo solo sentire dentro di me, il mio corpo ormai lo richiedeva.

Iniziai a  muovere il bacino scontrandolo con il suo mentre le sue mani esaminavano le mie curve. La sua lingua calda si intrecciava con la mia e il mio sapore di tabacco di mischiò con il suo di menta crando una fragranza tutta nuova. Senza staccare le labbra dalle mie mi levò la maglietta e rimasi davanti a lui in reggiseno, una sorta di deja-vù mi attraversò la mente ricordandomi della prima volta che ci eravamo baciati. Mi osservò attentamente, come se fossi un quadro esposto in un museo, e poi inizio a baciarmi lentamente sul seno, scostando il reggiseno per poter sentire i miei capezzoli. Gli sfilai la polo e con le dita tracciai lievemente le linee dei suoi muscoli ben definiti, il mio tocco leggero scese sempre di più fino alla cerniera dei suoi jeans.

Rafe non staccava un attimo i suoi occhi blu cobalto da me, mentre io armeggiavo slacciandogli i jeans. Mi buttai a capofitto sulle sue labbra bisognosa di quel contatto tra me e lui. In quel momento non ragionavo lucidamente, la mia mente era offuscata dal suo sapore di menta e dal desiderio.

Il bacio divenne sempre più approfondito e appassionato, talmente tanto che non mi accorsi nemmeno che ormai eravamo entrambi completamente nudi. Non ci eravamo soffermati ad osservarci nella nostra nudità, anche se io avrei voluto farlo, avrei voluto tracciare ogni muscolo del suo corpo, avrei voluto ossservarlo nella sua perfezione, avrei voluto fermarmi e scattare una foto mentale di quell'attimo, di cui oìil giorno dopo mi sarei sicuramente pentita.

Con agilità ribaltò le nostre posizioni e io mi ritrovai sotto di lui, con tutta la sua potenza che mi premeva sulla mia intimità, bramandola. Sussultai quando entrò dentro di me soddisfando finalmente il contatto che desideravo. Iniziò con dei movimenti lenti per poi velocizzare le sue spinte che penetravano ogni centimentro di me. Non spezzammo mai il contatto visivo che ormai era incatenato solidamente. I nostri respiri cominciarono a diventare affannosi con l'aumentare delle spinte e il mio corpo stava iniziando a mostrare i primi segni di cedimento di fronte al dio dell'erotismo che avevo davanti.

L'accostarsi dei nostri respiri velocizzati precedettero degli gemiti di piacere che fuoriuscivano dalle nostre labbra. In quel momento il mio corpo stava per esplodere a causa del suo respiro caldo e affannoso sulle mie labbra, dei nostri sguardi calamitati, del piacere che mi stava provocando e dalla forza con cui si faceva strada dentro di me. Anche Rafe stava per cedere, così lasciò una scarica di spinte frenetiche e potenti che fecero venire entrambi. Lui uscì da me prima di eiaculare, in modo tale da non rischiare un bambino indesiderato, e venì proprio accanto a me, sporcandomi un po' con il suo seme, ma non me ne curai perchè ero ancora in preda al tremolio dovuto all'orgasmo. Senza nessun preavviso poi Rafe mi diede un bacio rude e passionale, ancora preso da quello che era appena successo con noi.

E così in piena notte, sotto la luna della spiaggia deserta, avevo appena fatto il sesso più travolgente della mia breve vita, con Rafe Cameron..

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora