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                                                                                                                                                                                                                                                                                                               "real sweet but i wish you were sober"

Vorrei poter dire di essere rimasta alla festa perchè mi andava o semplicemente non avevo niente di meglio da fare, ma la verità è che volevo fare un torto a Rafe, ero un fottuto controsenso il fatto che mi avesse aiutata con Topper e poi mi aveva sputato tutto il suo odio addosso. Rafe aveva esplicitamente detto di non volermi al party ed io in tutta risposta avevo scelto di andargli contro solo per il gusto di infastidirlo, nonostante lui mi avesse appena risolto tutti i problemi con i soldi.

Mandavo giù l'alcol come fosse acqua nel disperato tentativo di passare il mio tempo e distogliere la mia mente dal biondo che in questo momento era impegnato a consumare con un gruppetto e Serena, la ragazza di prima, la droga che io gli avevo venduto. Ormai lui non stava più facendo caso a me, probabilmente si era anche scordato della mia presenza e la cosa mi diede alquanto fastidio dato che io ero rimasta in quel covo di kooks solo per lui.

L'alcol che avevo assimilato stava iniziando a mostrare i suoi effetti e pensai ormai che ero rimasta alla festa tantovaleva godersela e divertirmi anche se la presenza non era delle migliori. Con l'aumento di drink nel mio corpo aumentò anche la mia voglia di scatenarmi e l'entusiasmo prese il posto del fastidio che avevo provato fino a pochi minuti prima.

Ormai ero entrata nell'energia del party e la musica che prima sembrava stordirmi e darmi ai nervi ora mi avvolgeva come una nuvola e mi elettrizzava ancora di più di quanto non lo stesse già facendo tutta la vodka che avevo assimilato. Iniziai a ballare spalmandomi sulle persone come una sottiletta, non curandomi di chi fossero o a che ceto sociale appartenessero, nella mia mente in questo momento c'era solo un pensiero, divertirmi.

Dopo un po' mi unii ad un gruppo di formato da alcune ragazze e dei ragazzi tutti brilli almeno quanto me. Ballai insieme a loro come se li conoscessi, due mi avevano anche detto il loro nome ma la musica era troppo alta per sentire e io troppo poco lucida per capire qualunque cosa. Le canzoni continuavano ad andare spedite, delle mie gambe non si poteva dire lo stesso però, iniziai a non sentirle più e muovermi a tempo di musica, o anche solo muovermi stava diventando impossibile. Non so per quale logica credetti che ingurgitare ancora più alcol mi avrebbe aiutata ma lo feci e, anche se le mie condizioni fisiche non erano migliorate nemmeno un po', il mio entusiasmo si era moltiplicato rendendomi la persona più euforica, e anche la più fuoriluogo dell'intera festa.

Mi diressi da sola fuori dalla casa per prendere un po' d'aria anche se avevo ancora un sorriso ebete e affannoso stampato in volto. Vicino a me un gruppo di ragazzi, ormai molto ubriachi anche loro, in costrume intenti a dirigersi vero la piscina. Le nuove conoscenze che avevo fatto durante la serata me le ero lasciate all'interno della casa così, non avendo nessuno e presa dall'entusiasmo di quel gruppo li seguii a bordo piscina.

Uno di loro si tuffò e l'altro lo seguì di corsa cadendogli però addosso suscitando le risate di tutti gli altri amici che erano ancora sul bordo vasca. Io pure scoppiai in una fragorosa risata che ormai era controllata principalmente dall'alcol. Gli altri tre ragazzi rimasi fuori puoi decisero anche loro di volersi tuffare e così indietreggiarono per prendere la rincorsa e rendere l'entrata in acqua più epica possibile.

Io rimasi a guardarli aspettando di vedere il magnifico tuffo per quale era servita anche una rincorsa, nel buttarsi in acqua il più robusto mi diede una spinta facendo cadere pure me. Fu tutto troppo velocemente e non ebbi il tempo di capire cosa fosse successo finchè non mi ritrovai a dover risalire dal fondo della piscina. Le gambe però sembravano non rispondere al mio cervello e nonostante mi sforzassi di uscire dalla piscina l'unica cosa che riuscivo a fare era rimanere a galla. Il mio corpo era circondato da altri che erano talmente vicini da non permettermi nemmeno movimenti, l'unico motivo per cui non ero ancora affogata erano le mie  braccia che stavano facendo di tutto per non farmi riandare sul fondo.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora