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                                                                                                                                                                            "we'll be a fine line"

Uscimmo dall'ospedale e ci facemmo scarrozzare da Sarah, che era tornata la mattina all'ospedale con il padre dopo aver saputo del risveglio del fratello, a casa mia. Per il momento Rafe sarebbe stato lì, non che avessi una camera degli ospiti o un letto spaziosissimo ma era la scelta più logica e soprattutto più fattibile. Mia madre probabilmente manco se ne sarebbe accorta della sua presenza e anche se fosse non avrebbe fatto storie, lei stessa sapeva quanto potesse essere stronza la vita e quanto le persone, quelle più accanto a noi spesso, erano le più nocive. Per Rafe era il padre, il suo stesso sangue, colui che aveva fatto si che nascesse era lo stesso che aveva quasi messo fine alla sua vita. Quell'uomo lo stava distruggendo lentamente, pezzo dopo pezzo. Io non avrei mai lasciato che il biondo facesse ritorno in quella casa, non volevo controllare la sua vita o chissà cosa, semplicemente volevo solo il meglio per lui, perchè questo era quello che si meritava, anche se da tutta la vita gli era stato detto il contrario.

In macchina io mi sedetti nei sedili posteriori accanto a lui e lo tenni sempre per la mano, lo volevo avere vicino, lo strinsi come se da un momento all'altro potesse volatizzarsi e lasciarmi di nuovo da sola. Non lo voleva dare a vedere ma, anche se con quel ghigno tatutato permanentemente sul volto, era fragile, e io lo sentivo. Tutta questa situazione l'aveva colpito come un gancio sul naso con la forza di un terremoto.

"Aspetta devi passare a casa nostra prima" disse alla sorella che era al volante.
"Sei sicuro?" chiesi.
"Si ci sta un borsone con vestiti e tutte le altre cose necessarie, inclusi un po' di soldi"
"E' in camera tua?" chiese la bionda e Rafe annuì. "Okay però entro io, se papà ti dovesse vedere.." disse per lasciarci da sola in macchina.

"Stavi programmando di andartene?" chiesi abbassando lo sguardo pensando che in quel caso mi avrebbe lasciata così senza dirmi probabilmente niente, ed io in tutta risposta mi sarei continuata a struggere chiedendomi ogni giorno se stesse bene o dove fosse finito.
"Il piano era quello si.." non risposi ma la mia espressione fece trasparire ogni mio singolo pensiero, ero consapevole di star facendo tutto da sola, o meglio era solo la mia mente da incolpare, ma ero fatta così, ogni cosa la dovevo analizzare ossessivamente portandomi solo a star male.
"Pensavo fosse la cosa giusta da fare, anche per te" disse come avendomi letto nel pensiero, forse non ero brava a nascondere tutto ciò che mi passava per la testa, o forse Rafe ormai mi conosceva troppo bene perchè gli potessi mascherare qualcosa.
"Cazzo no..So che le cose tra noi ultimamente sono state...complicate, però non mi importa, non mi importa nemmeno se lo diventeranno ancora di più in questi giorni, io voglio stare con te Rafe. E di questo ne sono certa" lo guardai negli occhi permettendogli di vedere quanto fossi sincera e quanto intendessi veramente ogni singola parola. Lui del resto non esitò a far combaciare le nostre labbra, dolcemente, come se stesse assaporando il dessert di un ristorante stellato.
Ci godemmo tutto di quel breve momento, dalla mia spontanea e più vera dichiarazione all'essenza dei nostri dolci sapori, tutto. Finchè non arrivò Sarah almeno. Aprì la portiera carica del borsone di cui poco prima aveva parlato il fratello, che adagiò poi sul sedile del passeggero, proprio accanto a lei.

"E' andato tutto bene?"
"Si, papà era nello studio non ha nemmeno fatto caso a me"
"Menomale" tirai un sospiro di sollievo quando finalmente arrivammo da me.

Rafe ringraziò di cuore la sorella prima che la bionda sussurrasse un "vi voglio bene" e guidasse altrove. I due non avevano mai avuto un chissà quale rapporto ma qualcosa quel giorno era cambiato, il biondo era grato alla sorella e si vedeva, la guardava con occhi diversi, non più quelli minacciati da una continua competizione inesistente, ma quelli di un fratello che si è appena reso conto di quanto è fortunati ad avere una persona così.

"Non serve che mi fai il tour della casa, sono già stato qui ricordi?" sorrise Rafe interrompendo la mia molto breve visita guidata.
"Anche perchè non c'è tanto da vedere" scherzai.
"A me basta quello che ho davanti" disse una volta che allacciai le mie braccia al suo busto e io arrossii lievemente.
"Parlo di camera tua cosa credi" rispose sarcastico e si guadagnò una spintarella da parte mia.
"Antipatico che sei"
"Dai vieni qua" mi tirò a sè da dietro, dato che mie ero allontana da lui, e mi baciò dando di nuovo inizio a quella sensazione di calore che provavo ogni volta che le nostre labbra si scontravano.

Dato che la notte precedente l'avevo passata insonne su una sedia di plastica ospedaliera quella sera non mi vidi con i miei amici, sia perchè non sapevo se Rafe si sentisse pronto per quello step, sia perchè ero distrutta, il mio corpo aveva disperatamente bisogno di una dormita e io ero completamente disposta a cedergliela, soprattutto perchè adesso avevo abbracciato a me il biondo, anche lui nell'intento di dormire.
Per qualunque altra persona ritrovarsi in due in un letto singolo poteva sembrare un inferno, una semi gabbia troppo stretta anche solo per respirare, ma per noi no, i nostri corpi combaciavano perfettamente e creavano una sensazione di tepore, molto diversa dal caldo appiccicume che il mio corpo e quello di qualunque altra persona all'infuori di lui avrebbe creato. In più sentirlo così vicino a me mi faceva stare bene, era come essere avvolta in una nuvola fatta a posta per rasserenarti e cullarti.

La mattina dopo non mi svegliai frastornata come tutte le altre mattine precedenti, anzi. Mi sentivo come nei cartoni della disney, quelli in cui la principessa si sveglia e gli uccellini iniziano a cinguettare mentre il sole batte forte contro la finestra  illuminando tutta la stanza scaldandola. Il problema era che io ero tutt'altro che una principessa e che ero da sola, accanto a me solo uno spazio vuoto e non più Rafe.
Andai in cucina per vedere se mia madre fosse tornata o se magari il biondo si fosse solo voluto fare un giretto in quella non proprio reggia. Inaspettatamente trovai entrambe le persone che stavo cercando sedute al tavolo della cucina, intente a bersi un thè scambiandosi due chiacchere.

"Ben sveglia"  Mi disse mia madre con un sorrisone ampio sul volto.
"Hey stavamo giusto parlando di te" rispose il biondo.
"Gli stavo raccontando di quando da piccola hai provato a spedire te stessa la polo nord per vedere Babbo Natale" rise mia madre.
"Scoprì solo dopo il mio insuccesso che lui non abitava nemmeno al polo nord" i due risero.
"Vuoi un thè?" mi chiese il biondo e io annuì dolcemente.
"E così voi due siete amici?" chiesi.
"So che resterà con noi per un bel po' di tempo quindi faremo meglio a diventarlo" mia madre sorrise seguita subito dal biondo che nel mentre mi stava anche porgendo la tazza piena di thè.
Da lì poi passai il resto della mattinanata con mia madre che riportava a galla vecchi ricordi imbarazzanti di una piccola me prendendomi in giro insieme a quello che era ormai il mio ragazzo.

Quel pomeriggio poi mi incontrai con i pogues e portai anche Rafe con me, se davvero avremmo dovuto fare tutto questo allora le cose tra lui e i miei amici si dovevano sistemare, saperli in tregua tra di loro mi avrebbe fatta stare finalmente in pace, rilassata.

Quando arrivammo allo chauteau di John B subito i cinque sguardi dei miei amici si puntarono su Rafe che se ne stava lì accanto a me non sicuro di quello che sarebbe successo o che sarebbe potuto succedere di lì a breve.
"Ragazzi.." 
"Vi devo delle scuse, so che sono stato uno stronzo con voi ma adesso vorrei davvero far funzionare le cose" mi interruppe Rafe scusandosi e guardando negli occhi ognuno dei miei amici. Sarah si avvicinò a lui e le si posò sulla spalla in segno di conforto e di appoggio verso l'azione del fratello.
"Non puoi semplicemente chiedere scusa e boom, peccati assolti" disse JJ mimando un'esplosione con le mani al "boom"
"Hai spaccato la faccia a praticamente tutto qui dentro lo sai" si unì Pope.
"Lo so" disse Rafe abbassando lo sguardo "Infatti ho portato un'offerta di pace" tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini una quantità elevata di erba lasciando anche me senza parole, non mi aveva detto di averla presa perchè voleva che fosse una "sorpresa", un'idea tutta sua priva del mio zampino.
"Oh wow" esclamò Kie sorpresa come tutti del resto, se c'era una cosa che poteva essere il punto debole di tutti noi pogue, quella era la fottuta erba.
"Beh qui cambia tutto" esclamò John b accennando un sorriso.
"Che dire..benvenuto in famiglia cazzo" JJ si alzò ed esultò scuotendo amichevolmente Rafe che rise.

In quel preciso momento la mia vita prese una direzione differente, tutta nuova, lì finalmente ero riuscita a conciliare amici e amore. Amore cazzo, mai nella vita avrei pensato di poter mai provare una cosa del genere, un sentimento tanto forte e vero, per Rafe Cameron, ma eccomi qui ora, ad ospitarlo a casa mia e a svegliarmi accanto a lui ogni giorno e innamorarmi ancora e ancora, del vero lui.
Ero una pogue, non avevo soldi, avevo ancora problemi in famiglia ed economici, ancora una vita difficile, ma con lui sembrava tutto più facile, e lo era.
Non avevo bisogno di nient'altro a questo punto.
Ero finalmente felice.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora