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"Volevo assicurarmi che stessi bene" disse standosene impalato davanti a me Rafe. No non stavo bene, i miei capelli erano racchiusi in una disordinata crocchia, gli occhi erano gonfi e rossi come un pomodoro come il naso tra l'altro, quindi no Rafe non stavo bene.
"Sarei stata molto meglio se la tua ragazza si fosse tenuta la bocca chiusa" sputai acida, ero consapevole che lui era venuto da me con buone intenzioni ma al momento era la causa del mio malessere e l'unica cosa che volevo era che se ne andasse il più lontano possibile da me.
"Non è più la mia ragazza e poi è stata colpa del tuo amichetto" disse dando la colpa di tutto a JJ ma mi soffermai ben poco su quello.
"Vi siete lasciati?" chiesi con poca voce fissando il biondo negli occhi.
"Come se ti dispiacesse" accennò un sorriso mentre io rotai gli occhi infastidita, aveva ragione, non  mi dispiaceva nemmeno un po' ma non gli avrei dato la soddisfazione, non dopo che lui mi aveva incasinato la vita.
"Comunque devi andartene" cercai di chiudere la porta ma lui ci mise la mano bloccandola "Che diavolo fai!" alzai la voce esasperata.
"Non sembri stare bene" disse con uno sguardo premuroso, come se gli importasse veramente del mio stato d'animo.
"Sei tu il motivo per cui sto male Rafe!" gli ricordai ma lui non volle ascoltarmi ed entrò in casa facendo un po' di pressione sul mio corpo per passare.
"Cazzata" sbuffò facendomi venire i nervi, se non fosse andato subito via da casa mia, casa in cui era entrato senza il mio permesso tra l'altro, l'avrei sicuramente strangolato.

"Scherzi vero?!" chiesi retorica e lui scosse la testa con un fastidioso sorrisino sulle labbra. "Per colpa tua ho perso tutto! Non ho più amici, non ho più una vita!" gli urlai anche se mi era rimasta poca voce e le mani avevano ripreso a tremarmi ma lui in compenso scoppiò a ridere.
"Non credi di essere un po' melodrammatica Alex?" disse sarcastico. Beh si ero stata melodrammatica, fino a un'ora fa mi stavo struggendo e pensavo persino che sarei morta, in fin dei conti non aveva poi tutti i torti questo glielo concedevo.
"Okay magari un po' lo sono stata, ma poco" senza accorgermene accennai ad un piccolo sorriso che Rafe notò, i suoi occhi poi calarono all'altezza delle mie mani che però non avevano intenzione di stare ferme, così mi posò la sua mano sulla mia rilasciando un calore che si espanse dal punto del contatto fino a tutto il corpo. Strinse un po' la presa e il tremolio cessò, come se avesse fatto una magia, la vera magia però era l'effetto che quel ragazzo aveva su di me, tanti problemi quanti tanti benefici.
I suoi occhi blu cobalto si incatenarono ai miei dandomi la sensazione di conforto di cui avevo bisogno, riuscì a rassicurarmi con un solo tocco, proprio come era successo la sera prima in spiaggia.

"Tu hai cenato?" chiese poi tutto d'un tratto riportandomi dall'immensità dei suoi occhi alla realtà. Cenare? Che ore erano e quanto avevo dormito?
"No, mi sono appena svegliata" automaticamente mi stroppicciai gli occhi ormai distrutti.
"Starai morendo di fame, vediamo" andò in cucina e aprì il frigo e la dispensa per vedere se qualcosa lì dentro fosse commestibile. "Solo questi hai?" chiese mostrandomi la scatala mezza vuota di cereali e io annuì.
"Tanto non ho fame" mentii, in realtà il mio stomaco stava implorando pietà, non mangiavo un pasto vero dal giorno prima ma non volevo che Rafe si preoccupasse o altro.
"Beh io sì" tornò a guardarmi e io scrollai le spalle "Torna a casa e vai a mangiare allora" dissi in un ultimo tentativo disperato di cacciarlo anche se ormai non ero nemmeno più sicura di volerlo fare. Era qui da pochi minuti e già mi aveva fatto dimenticare, anche se per poco tempo, l'orribile situazione in cui ero, forse avrei risentito a mandarlo via.

"Va bene" disse e lo vidii uscire lentamente dalla cucina e senza degnarmi di uno sguardo andarsene. Mi maledii mentalmente di avergli volontariamente proposto di andare via, ma d'altronde con quale criterio avevo pensato che lui sarebbe rimasto, gli avevo esplicitamente detto che non era il benvenuto perchè avrebbe dovuto insistere. La verità p che a lui non importava veramente di me, si sentiva in dovere di vedere come stessi solo perchè era stato lui stesso a causare tutto questo, ero stata io scema a pensare ci fosse qualcosa di più significativo, solo perchè ero offuscata dalle cose che provavo.

"Fanculo" dissi dopo dieci minuti schiodandomi dal punto in cui lui mi aveva lasciata.

Dato che a quanto pare avevo solo quello a mia disposizione presi la scatola dei cereali che poco prima aveva tenuto in mano il biondo e misi qualche manciata in una ciotola, aprì il frigo e presi anche il cartone del latte che portai al naso per annusarlo, l'odore non prometteva di certo una cena a cinque stelle, tutt'altro,  l'odore rancido che emanava quel latte mi entrò nelle narici facendomi fare un'espressione disgustata. Nonostante questo non ero nella posizione di fare la schizzinosa e così lo versai ne versai un po' nella stessa ciotola dove c'erano anche i cereali, presi un cucchiaino e mi sedetti sulla sedia osservando il tavolo completamente vuoto, perchè come sempre mia madre aveva ripreso a fare i doppi turni.  Prima che potessi iniziare a mangiare bussarono di nuovo alla porta facendomi imprecare dal nervoso.

"Chi minchia è ancora!" urlai ma poi quando aprii la porta mi venne un sorriso spontaneo.
"E' così che si tratta chi porta da mangiare?" chiese sarcastico Rafe con in mano due cartoni di pizza appena sfornata.
"Perchè sei tornato?" dissi con ancora un sorriso da ebete in viso.
"Te l'ho detto che avevo fame" sorrise e questa volta mi scostai io per farlo entrare in casa. Il profumo della pizza invase l'ambiente facendolo sembrare il paradiso e levando finalmente dalle mie narici l'odere ribrezzante di quel latte rancido. Il biondo si fece strada in cucina e posò i due cartoni sul tavolo al posto della ciotola che mi ero preparata pochi istanti prima spostandola come se fosse un materiale radioattivo.

"Ti stavi seriamente per mangiare quella merda?" la indicò disgustato.
"Non era poi così male" cazzata clamorosa ma cercai di non darlo a vedere.
"Comunque ho della birra se vuoi" proposi vedendola in frigo e dato che lui annuì presi due lattine.

Ci accomodammo entrambi sulle sedie uno di fronte all'altro in modo tale da poterci guardare negli occhi, io presi un pezzo della pizza margherita che mi aveva portato e l'addentai.
"Non ti ho chiesto come stai tu" dissi come scendendo dalle nuvole, avevo dato per scontato di essere stata l'unica rimasta lesa da quello che era successo oggi senza preoccuparmi nemmeno del ragazzo che in una sola mezz'ora aveva fatto molto di più del resto della gente in diciasette anni.
"Bene" addentò anche lui una fetta e poi continuò "Non lascio giudicare ai miei amici chi posso scoparmi, anche se Topper è ancora incazzato per la barca sai, le tue abilità artistiche" sorrise e io mi dovetti seriamente trattenere dal non scoppiare a ridere.
"Serena invece?" chiesi più timidamente per paura della risposta.
"Tanto non era la ragazza giusta per me" disse scrollando le spalle.
"E chi è la ragazza giusta per te?" chiesi ancora ma a questa domanda non ottenni nessuna risposta, solo un piccolo sorriso che però mi bastò e mi fece sorridere a mia volta.

Non lasciammo nemmeno una crosta, nemmeno una singola briciola era rimasta.
"Tu eri quella che non aveva fame vero?" disse sarcastico lui.
"Ah ma zitto" risposi mentre levavo i cartoni dal tavolo per mettere a posto la cucina e Rafe mi aiutò mettendo le cose sporche nel lavello, da pulire per fortuna solo le cose che avevamo usato per tagliare la pizza in fette. Presi la spugnetta e la passai sulle posate insieme al sapone.
"Però sei una brava lavapiatti" disse e con una schicchera mi fece schizzare l'acqua in faccia.
"Non l'hai fatto davvero" dissi preparandomi allo scontro.
"Ah no?" mi rischizzò bagnandomi ancora. A quel punto iniziai anche io a schizzare lui, inizialmente ci arrivarono solo gocce addosso ma poi la posta in gioco aumentò ancora di più e ci ritrovammo a prendere vere e proprie manciate d'acqua per buttarcele adosso. Stavamo fracicando tutta la cucina e i nostri indumenti pure erano completamente bagnati ma non mi importava perchè il rumore delle nostre risate era maggiore di quello delle preoccupazioni che bussavano alla porta della mia mente. In quel momento mi sentii felice e spensierata e questo era solo grazie a Rafe..

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora