Una successione di rumori mi svegliarono, prima di aprire gli occhi tastai la parte del letto dove sarebbe dovuto essere Rafe e la trovai vuota, allarmandomi mi guardai intorno e vidi il biondo che si stava rivestendo non curandosi di tutto il baccano che stava facendo, dalla velocità con cui si rimise la maglietta sembrava aver fretta di andarsene.
"Buongiorno anche a te" dissi stropicciandomi gli occhi.
"Sto andando via" disse distante Rafe senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
"Aspetta è successo qualcosa?" mi misi seduta tirando su il lenzuolo fino al seno per coprirmi.
"No, perchè dovrebbe" la sua fu più un'affermazione che una domanda.
"Stai scappando" dissi guardandolo impegnato a mettersi le scarpe.
"Magari non mi va di stare qui" puntò per la prima volta da quando mi ero svegliata i suoi occhi blu cobalto nei miei, però l'unica cosa che ci trovai fù un freddo ghiaciale.
"Tu non eri quello <<non lascio giudicare ai miei amici chi posso scoparmi>>" feci le virgolette citando le sue parole.
"Infatti ti ho scopata, ora se permetti posso pure andarmene" sputò freddo e io rimasi di sasso a quelle parole, avrei voluto spaccargli il naso in quel momento, prenderlo a sberle e ricoprirlo di insulti, ma ero troppo offuscata dal sonno per potermi arrabbiare così mi limitai a lanciargli un'occhiata omicida sperando che potesse avere lo stesso effetto di un pugno in viso.Lo guardai uscire dalla mia camera e andarsene, rimasi in silenzio per sentire la porta di casa chiudersi, segno che se ne era davvero andato. Tutto ciò non aveva senso, mi rifiutavo di credere che avesse fatto il carino con me solo per portarmi a letto, e anche se fosse poteva risparmiare questa cattiva uscita di scena. Non amavo ammetterlo ma ci ero rimasta male, non tanto per quello che aveva detto ma perchè credevo che per la prima volta ero riuscita a vedere un'altra parte di lui, più profonda e vera, una parte diversa dalla solita maschera da stronzo che gli piaceva portare. Evidentemente Rafe era solo quello, uno stronzo, ma io mi ero troppo attaccata all'idea che ci fosse altro, che era diverso, ma forse mi sbagliavo. Mi ero solo illusa beccandomi una cotta per lui, e ora avrei dovuto smaltirla come si smaltisce il pranzo di natale.
Nonostante il biondo si fosse comportato di merda una cosa buona l'aveva fatta, mi aveva calmata, grazie a lui ero tornata a pensare lucidamente e avevo smaltito il panico iniziale che mi era preso. Ora sarei stata in grado di chiarire con i miei amici, mi serviva solo fortuna e cautela, ce la potevo fare.
Prima di provare a fare una qualsiasi mossa però sarei dovuta andare a lavoro, recentemente mi ero già assentata troppe volte e non mi potevo permettere altri giorni senza incassare nulla. Arrivai al Wreck e ad accogliermi come sempre Kate con un sorriso smagliante.
"Un fantasma!" scherzò indicandomi.
"Volevo perseguitarti anche da morta" stetti al suo gioco mentre posavo le cose nell'armadietto.
"Allora che hai fatto tutto questo tempo senza di me?" chiese curiosa, Kate non era solo un'incredibile logorroica ma anche una pettegola, era a conoscenza di qualsiasi cosa succedesse nell'isola, nonostante non fosse nemmeno del posto.
"Cosa sai tu?" assottigliai gli occhi aspettando che mi rivelasse tutte le informazione che le erano giunte.
"So che qualcuno se l'è spassata con un kook" mi fece l'occhiolino e io la guardai male.
"Lo sanno già tutti vero?" piagnucolai come una bambina per essere al centro del drama.
"Sai quando lo avete detto eravate circondati da gente"
"Non l'abbiamo detto ok, è stato detto, sono due cose ben diverse" dissi come per giustificarmi.
"Come vuoi. Sappi che però non ti giudico, Rafe è un coglione si ma è sexy" la sua espressione diventò ammiccante e io scoppiai a ridere per la sua buffaggine.Iniziai ad apparecchiare i tavoli e a pulire il ristorante in modo che potesse essere splendete per l'arrivo della clientela che non tardò a palesarsi. Presi alcune ordinazioni e servii dei tavoli, arrivando poi al nominatissimo "tavolo inferno".
Guardai i ragazzi seduti però all'appello mancava quello che interessava a me, Rafe.Mi sentii un po' in soggezzione a servirli poichè sentivo i loro sguardi bruciarmi addosso, sapendo quello che era successo. Per un momento mi passò anche per la testa di chiedere dove fosse il loro amico ma scacciai subito quell'idea. Cercai di andarmene subito una volta prese le ordinazioni ma Topper mi trattenne davanti a loro richiamando la mia attenzione.
"E così voi" laciò la frase in sospeso alludendo al rapporto tra me e Rafe.
"Non c'è nessun noi" smentii in fretta il biondo.
"Gli piaci invece" continuò cercando di provare qualcosa che chiaramente non era vero, me l'aveva esplicitamente fatto capire.
"Non è quello che ha detto" risposi scocciata al solo pensare alle parole di quella mattina.
"Forse a te" la mia espressione si fece sempre più confusa alle sue parole che non facevano altro che confondermi.
"Perchè mi stai dicendo questo comunque, tu mi odi no?" chiesi poi ricordandomi della sua barca e di quando aveva cercato di strangolarmi.
"Perchè Rafe rimane il mio migliore amico" concluse poi guardandomi negli occhi e io rimasi stupita, non pensavo che Topper ci tenesse così tanto a lui e non pensavo nemmeno che sapesse tutte quelle cose. So che in realtà non mi aveva detto molto ma era comunque di più di quello che Rafe lasciava intendere.Feci un cenno del capo riservandogli uno sguardo grato e poi passai a servire altri clienti. Qualche minuto prima mi ero convinta a lasciar perdere Rafe poichè aveva chiaramente detto di avermi solo usata per del sesso, però con le parole di Topper non riuscii a levarmi dalla mente l'idea di continuare a provarci, non sapevo perchè quella mattina mi avesse trattata così e probabilmente se fosse stata una qualunque altra persona a dirmi quelle cose gli avrei sputato in occhio, ma lui non era qualunque altra persona, ormai non sarei più riuscita a lasciarlo andare, era entrato nella mia testa e sapevo che sarebbe rimasto ancora a lungo, tantovaleva provare a capirlo, o perlomeno a capirci qualcosa io di questa situazione.
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𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.
FanfictionQuando due persone troppo simili e allo stesso tempo troppo diverse per poter andare d'accordo provano a guarirsi a vicenda non può solo che esserci il caos. Per una pogue che vive alla giornata però il caos è come droga.