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Erano passati due giorni dalla serata della festa, in questi mi ero concentrata sui miei amici, con tutte le bugie che stavo raccontando a loro e a me stessa non avevo avuto il tempo di stare con loro per davvero e divertirci coe una volta. All'inizio mi rimpizzarono di domande anche perchè ero praticamente sparita dalla circolazione per circa tre giorni, senza lasciare traccia come una sorta di fantasma, tutto questo era per sistemare la faccenda delle bollette, i conti con Barry e il casino nella mia testa.

La prima cosa che avevo fatto una volta tornata a casa infatti, dopo essermi lavata via l'odore di Rafe dalla pelle, era stata andare da Barry e mettere a posto i conti, seppur la sua giovane età incuteva timore e avere i debiti con uno spacciatore del genere non era il mio obbiettivo ecco. Quando andai da lui cercò anche di convincermi a rientrare nel giro ma per fortuna la mia parte razionale non era del tutto andata a farsi fottere. Con il pagamento delle bollette mia madre pure si rilassò un po' di più anche se non si era del tutto risolto con lei, cercava di non darlo a vedere per non far stare male me ma si vedeva che era triste, lei non era mai riuscita a riprendersi dall'abbandono di mio padre, i suoi occhi erano sempre spenti e ormai non aveva nemmeno più la forza per fare le cose, il suo unico appiglio ero io. Proprio per questo motivo avrei dovuto continuare ad essere quella di sempre e non appesantire ancora più in negativo l'ambiente di casa con la mia testa piena di pensieri e teorie complottiste su Rafe, prima me lo toglievo dalla mente e meglio era.

D'altronde le uniche volte che in questi giorni mi era capitato di vederloe era ovviamente al Wreck essendo un cliente abituale. Inaspettatamente, data la mia tendenza a rovinare tutto, riuscì ad ignorarlo, per la prima volta da quando le cose si erano incasinate così mi limitai a servire il suo tavolo come se fosse un cliente normalissimo e non avesse alcuna influenza su di me sebbene fosse il coontrario, ogni volta che lo vedevo infatti il mio stomaco andava in sobbuglio, non per chissà quali sentimenti no, per rabbia. Provavo un rancore micidiale nei suoi confronti, mi aveva indirizzata verso tutto quello che odiavo e giudicavo, non ero migliore di mio padre affatto.

Il problema della rabbia e del rancore però è che distrugge se non la si fa uscire, in quei giorni però l'unica cosa ad uscire da me era il fumo, in soli due giorni infatti avevo finito un intero pacco di sigarette quindi adesso oltre che ad essere incazzata con la vita non ero più nemmeno sana. Ovviamente ai miei polmoni avevo già detto addio da un bel po' però mi piaceva pensare di avere la situazione sotto controllo e invece come ogni altra cosa non l'ho saputa gestire.

Capii che il modo migliore per sfogarmi non sarebbe stato di certo giocare alla roulette russa con i miei polmoni, avrei dovuto tirar fuori tutto il veleno che avevo covato dentro di me in queste 48 ore, il mio pano era quello di sputare in faccia al biondo tutte le cose che mi ha fatto per farmi incazzare, solo così mi sarei liberata, mi sarei svuotata di ogni emozione, bella o brutta che sia che provavo per lui.

E così ero diretta in spiaggia con il display del mio cellulare che segnava le due di notte, non ero certa che Rafe sarebbe stato effettivamente lì ma ormai avevo imparato in prima persona che con lui non si poteva essere certi di niente.
Era in realtà una bella persona? Era un kook viziato e stronzo come gli altri? Aveva una coscenza? Provava qualcosa? Voleva solo divertirsi?
Con lui esistevano solo punti interrogativi.

Arrivata sulla sabbia fina della spiaggai non vidi nessuno, solo la vista delle onde che si scontravano aggressivamente contro gli scogli, come se volessero buttarli giù a tutti i costi. Nonostante la persona che stavo cercando non fosse lì mi sembrava uno spreco non restare almeno un po' ad ammirare il paesaggio. Il suono delle onde svuotava la mente e la brezza di vento notturno accarezzava il viso mentre i miei occhi erano fissi sulla luna, incantati da tale bellezza. Era comprensibile che a Rafe piacesse venire qui da solo, era un posto talmente rilassante e piacevole.

Quando mi voltai di poco la testa e vidi Rafe seduto accanto a me quasi mi parve un' allucinazione, magari le sigarette oltre che i polmoni avevano danneggiato anche il cervello, magari il mio subconscio lo stava proiettando davanti a me per potermi liberare in qualche modo, o magari non l'avevo semplicemente sentito arrivare perchè troppo persa nel vuoto, si decisamente era così. Il biondo era troppo reale per essere solo il frutto della mia immaginazione, era lì con me in carne ed ossa, ora toccava me.

"Non ti voglio accanto a me" dissi fredda.
"Non mi interessa" scorllò le spalle innervosendomi.
"Ti deve interessare, non puoi fare sempre come ti pare, non con me!" alzai il tono di voce anche se quella era solo l'inizio della sfuriata.
"Senti se è per Serena" iniziò a parlare ma troncai subito il suo discorso con una risata semi isterica.
"Serena non c'entra un cazzo!" lo guardai intensamente negli occhi e sono sicura che i miei in quel momento fossero inniettati di rabbia "Sei tu Rafe! Da quando sei arrivato hai portato solo casini nella mia vita, mi hai costretta a mentire ai miei amici e a trasformarmi in qualcuno che non sono! E' tutta colpa tua!" scagliai queste parole contro di lui come fossero dei coltelli affilati e per la prima volta da quando si sedette lo vidii scosso, era turbato da quello che glia vevo detto, sentivo la sua rabbia e tutta la sua frustrazione crescere e mi sentivo fiera, ora lui poteva finalmente capire come mi sentivo io.
"Io?! Sei tu che hai mentito Alex! Io non ti ho costretta a fare niente, se vuoi incolpare qualcuno incolpa te stessa, non me." scandii bene l'ultima frase in modo che mi arrivasse chiara ma la mia mente ormai era troppo offuscata dal rancore per ragionare lucidamente.
"Sei tu il kook di merda che si è avvicinato a me, non io ricordatelo" urlai.
"Kook di merda?! Cerchi lo scontro solo perchè hai dei traumi del cazzo che non sai superare!" gridò e notai a sua vena del collo pulsare per tutta la rabbia che stava incanalando.
"E allora tu? Ti convinci ad odiare i pogues per sembrare un kook perfetto agli occhi del paparino!" sputai velenosa.
"E' questo il punto Alex, io e te siamo uguali svegliati." apparse poi un ghigno sulle sue labbra ma non volevo rimanere là con quello stronzo che mi aveva gridato contro, dovevo andarmene.

Ero veramente uguale a Rafe? Questa era la domanda che mi martellava il cervello e che da circa tre ore non mi permetteva di dormire. E se io fossi attratta da lui solo perchè in realtà siamo simili? No. Mi rifiutavo categoricamente di somigliare a Rafe Cameron il principe dei kook, il fatto che entrambi avevamo dei problemi con la figura paterna che traformavamo in rabbia non significava niente, e poi io non trasformavo il mio trauma in rabbia, ero molto impulsiva certamente e spesso perdevo la calma, ma la vera rabbia era arrivata con il suo di arrivo nella mia vita, non prima. O almeno questo era quello che raccontavo a me stessa..

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora