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                                                                                                                                                                                                                                                                               "i guess i'm just a playdate to you"

Tornai a casa e mi feci una doccia sperando che almeno quella potesse cancellare dalla mente quello che avevo condiviso con Rafe. Avevamoavuto un momento travolgente, passionale e bellissimo, dio. Nonostante ciò ero consapevole di quanto fosse sbagliato, lui era un kook e io una pogue e la costante paura di diventare come mio padre si stava concretizzando. Questo giochino di vendetta perverso mi avrebbe sicuro portato guai e altre preoccupazioni, che al momento avevo già in abbondanza.

L'acqua bollente bruciò sulla mia pelle e mi parve di sentire ancora le sue labbra su di essa, scacciai quel ricordo e insieme ad esso tutta la sabbia che era entrata nei posti più scomodi.

Dopo mi rivestii senza nemmeno concedermi un riposo dato che ormai la mattina era sorta e con essa il mio giorno lavorativo. Ero consapevole che al Wreck avrei incontrato Rafe anche se non sapevo come si sarebbe comportato con me dopo ieri, comunque di una cosa ero sicura, avrei messo fine a tutto. Avrei prima parlato con Rafe dicendo che qualunque cosa malsana avessimo doveva finire e poi avrei detto ai miei amici che mollavo e di non contarmi più nella vendetta per il sottoscritto.

Le mie occhiaie per il poco riposo erano abbastanza visibili, ma non me ne curai. Quella mattina non feci nemmeno colazione, le troppe cose che avrei dovuto fare sovrastavano persino il mio bisogno di nutrirmi. Uscii di casa e nel mio solito tragitto verso il Wreck mi fumai una sigaretta. Sbuffavo via il fumo come se fossero tutti i problemi che in quel momento alloggiavano nella mia testa e cercavano una soluzione a tutti costi.

Arrivai al Wreck n anticipo così mi misi una quindicina di minuti a chiaccherare con Kate che mi stava aggiornando su come procedeva il libro che stava scrivendo.

"Non lo so, non è un po'un clichè?" chiesi riferendomi al suo romanzo.
"Come osi! L'amore non è mai un clichè!" fece con tono melodrammatico.
"Non per un'inguaribile romantica come te certo" Kate vedeva sempre il lato positivo delle cose e delle persone. Era una persona con un animo buono, era pura. Sembrava uscita da una fiaba della disney e, come tale, credeva nel vero amore, nel principe azzurro e nel "vissero tutti felici e contenti". Credenze che a me erano totalmente estranee. Non avevo ancora provato nessun tipo di amore io, l'unica cosa che conoscevo per la mia giovane età era il desiderio carnale e, seppur avessi avuto un minimo di esperienza, la nottata con Rafe era quella che mi aveva travolta di più, lasciandomi un vero segno che a dire il vero mi aveva scossa, e non poco.

La conversazione con Kate e con me stessa finì in fretta per via dello scattare dell'orario di lavoro. I tavoli si iniziarono come sempre a popolare e così iniziò anche il mio trotterellare per tutto il ristorante mostrando dei sorrisi più falsi di una barbie e cercando di essere gentile con i clienti.

Il mio servizio come cameriera non era solo smaltire le calorie portando i piatti e le ordinazioni, dovevo ripetere ogni giorno alle decine di turisti che popolavano il ristorante le specialità, le abitudini culinarie e soddisfare le loro domande, anche le più stupide. Mi ci vollè un po' per acquistare una certa professionalità lavorativa, che tra l'altro non possedevo ancora completamente, perchè tendevo sempre a spazientirmi e risultare scortese verso i clienti che, regola di ogni ristorante, "hanno sempre ragione" e bla bla.

La mia attenzione fù subito catturata dai tre ragazzi seduti ad un tavolo e in particolare da uno di loro, Rafe. Mi venne l'ansia perchè vederlo non solo mi ricordava tutte le cose che mi aveva fatto provare la sera prima, ma anche che avrei dovuto porre fine a tutto questo. Cercai di comportarmi normalmente per non destare sospetti, anche perchè non sapevo se quello che era successo tra di noi avesse significato qualcosa per lui. Mi finsi calma mentre prendevo le loro ordinazioni nonostante stessi arrossendo violentemente sotto lo sguardo del biondo. Cercai, anche se con pochissimi risultati, di mascherare il mio imbarazzo e con gli occhi diedi una sorta di segnale a Rafe che speravo cogliesse.

Il mio piano era allontanarlo dai suoi amici e in modo rapido e indolore dirgli di stare lontano da me, poi avrei usato la scusa che dovevo lavorare per andarmene e sapevo che i suoi amici si sarebbero insospettiti se fosse stato troppo tempo lontano.

Inizialmente avevo pensato anche di dirlo in luogo più appartato e non nel retro del mio luogo lavorativo, ma la verità è che non mi fidavo più di me stessa. Negli ultimi giorni a causa sua avevo commesso azioni che non sarei stata capace nemmeno di pensare in passato.

Mi incamminai verso il retro solo quando fui certa che Rafe mi stesse seguendo, come avevo previsto infatti era riuscito a cogliere il segnale e, con la scusa di dover andare in bagno, si era staccato dal gruppo.

Una volta in disparte mi fermai e mi girai per guardarlo, quello che fece però mi spiazzò, imprevedibilmente infatti mi saltò alle labbra cercando di lasciarmi un bacio appassionato e fragrante, che però fermai sul nascere guadagnandomi uno sguardo confuso. Pensai a quanto potessi sembrare incoerente ai suoi occhi, il giorno prima avevo concesso il mio corpo nel mezzo di una spiaggia e il giorno dopo rifiutai persino un semplice bacio. Che di semplice aveva ben poco.

"Rafe, ieri è stato uno sbaglio, tutto questo è uno sbaglio" dissi indicando prima me e poi lui.
"Quindi intendi rinunciare a tutto il piacere che potrei darti perchè sono un kook?" disse ridendo saccentemente.
"E' molto più di questo, io-" mi bloccai perchè non volevo parlare più del dovuto.
"E allora cosa illuminami" iniziò ad alzare la voce chiaramente infastidito dal mi comportamento contradditorio.
"Io non voglio essere come lui!" gli sbraitai in faccia lasciandolo con molti dubbi.
"Chi?" chiese confuso e il suo tono di voce tornò normale.
"Niente lascia stare, e lasciami stare" scandì bene le ultime parole in modo tale che capisse che non avrei più voluto averlo vicino, o sopra..
"Sai che ti dico Alex?" fece una pausa "Tanto a me di te non fregava un cazzo, volevo solo scoparti perchè sei sexy, ma tanto ora che ho compiuto il mio intento puoi tornartene dai tuoi pogue del cazzo" sbraitò quelle parole crude che mi colpirono la testa come un martello e poi se ne andò.

La verità è che Rafe era un ingrato del cazzo, io lo stavo risparmiando, lo stavo salvando dalla vendetta pianificata dai miei amici, e lui? Lui mi urlava contro. Era tornato il kook stronzo di sempre ai miei occhi, io ero tornata la pogue ostile per la sua tribù, e tutto quello che era successo era diventato solo lo sbaglio di una notte, che nessuno apparte noi avrebbe saputo e che finalmente mi sarei potuta lasciare alle spalle.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora