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"Non so cosa mettermi!" urlai disperata a JJ che improvvisamente si stava pentendo di essersi fatto avanti.
"Io sto venendo in maglietta vorrei ricordartelo"
"Vero, no poi se mi vesto carina sembra che ci ho pensato, non voglio farlo sentire importante"
"Alex, smetti di preoccuparti, è solo una cena, sopravviveremo" disse il biondo poggiandomi una mano sulla spalla per calmarmi.
"Hai ragione" mostrai un sorriso forzato e poi presi un paio di jeans e un top grinzato corto portandomeli in bagno per cambiarmi. Ne approfittai anche per mettere un po' di trucco sul vuso, ero consapevole di non star andando ad un gala o sul red carpet ma per qualche strana ragione mi importava di riscultare carina, volevo dimostrare qualcosa ma ancora non avevo capito cosa, forse quell'uomo non mi era del tutto indifferente come volevo far credere. Aveva ancora tanto potere su di me e si vedeva, d'altronde era pur sempre mio padre..?

Uscii dal bagno vestita, truccata e improfumata con un sorriso nervoso.
"Sei perfetta tranquilla" mi rasserenerò ancora una volta e poi mi tese una mano "Vogliamo andare?" mi limitai ad annuire anche se poco convinta.

La mia mente non era solo occupata dalle mille aspettative che mi ero fatta ma anche da Rafe, chissà come stava andando il suo di impegno con il padre, chissà se finalmente Ward si sarebbe degnato di apprezzare suo figlio nel modo in cui meritava. Suo padre infatti non se ne era andato come il mio, non aveva smesso di chiamare e non era sparito, però non era comunque un genitore che si potesse considerare tale, e io ne ero a conoscenza, proprio per questo non me l'ero presa per avermi dato buca, sapevo quanto importasse per lui e nonostante Ward fosse conosciuto da noi pogue per essere un pezzo di merda, ero speranzosa per Rafe.

JJ aveva preso il Twinkie così che potessimo arrivare fino al ristorante non sudati o distrutti per aver dovuto attraversare mezza isola a piedi. Nel minivan pompava ad alto volume la musica, il biondo aveva detto che sarebbe stata utile a calmare i miei nervi ed un po' funzionò. Where'd All The Time Go? rimbombava al massimo nelle nostre orecchie accompagnata dalla voce del biondo nel tentativo più disagiante di cantare.

"Sai cosa mi rilasserebbe ancora di più?" disse con un ghigno sul viso non appena la canzone finì.
"Non stai davvero pensando di farti una canna prima di incontrare tuo padre"
"Pensa a quanto aiuterebbe JJ" cercai di dissuaderlo e dopo una decina di minuti cedette tirando fuori l'occorrente.
"Io però devo guidare tieni" mi passò i pop e le cartine con tabacco e un tocco di fumo. La rollai a bandiera sotto lo sguardo attento di JJ che si alternava tra il mio lavoro e la strada.
"Ti ho istruito proprio bene però" si vantò mentre io me la misi tra le labbra e l'accesi. Già dal secondo tiro mi sentivo molto più rilassata e pronta per la serata che avrei dovuto affrontare. Avvicinai la canna a JJ sempre tenendola tra le mie dita e gli feci aspirare un po' in modo che non fossi l'unica a godere di quel ben di Dio.
Per quando arrivammo a destinazione era rimasto solo il filtro e il Twinkie pieno di fumo. Prima di uscire mi guardai un attimo allo specchietto, ero a posto, tralasciando i miei occhi abbastanza rossi ma non si sarebbe dato tanto a vedere.

Il ristorante che aveva scelto aveva tutta l'aria di essere costosissimo, già da fuori si poteva notare l'arredamento moderno classico dei ristoranti di classe e stellati, in fin dei conti era un kook adesso e come tale una scelta del genere era la base.

Io e JJ entrammo sentendoci un po' a disagio, tutte le persone negli altri tavoli erano di mezz'età e vestiti tutti a punto che noi in confronto sembravamo due scappati di casa.
"Buonasera, avete una prenotazione?" ci chiese la cameriera cordialmente, nonostante si vedesse dal suo sguardo quanto l'avevamo stupita.
"Ehm Fitch, potrebbe essere?" chiesi incerta, ero arrivata senza sapere niente, non avevo chiesto praticamente nessun'altra informazione a mio padre, l'unica cosa che sapevamo era il ristorante e l'ora.
"Il signor Fitch certo, seguitemi prego" la ragazza, che avrà avuto si e no una venticinquina di anni, ci guidò attraverso la sala del ristorante fino ad arrivare ad un tavolo un po' più isolato, dove c'era mio padre seduto.
"Grazie" disse JJ alla cameriera mentre io mi limitai a sedermi di fronte l'uomo che pensavo non avrei mai rivisto.

Il momento era arrivato, quello che avevo aspettato per sei anni.
"Piacere signore, sono JJ" tese la mano verso mio padre che gliela strinse
"Chiamami Richard" esibì un sorriso perfetto che mi stuccò.
"Tu sei il suo ragazzo presumo?"
"Nono sono il suo migliore amico"
"Ma questo tu non potevi saperlo" risposi acida e vidi il suo sorriso svanire.
"Comunque sentitevi liberi di ordinare tutto quello che volete" ci porse il menù che rivelò i costi altissimi anche solo per un bicchiere d'acqua.
"Wow, io prendo un'aragosta in questo caso" disse il biondo e io mi lasciai sfuggire una piccola risatina.
"Io un tonnarello allo scoglio" riposai il menù sul tavolo.
"Mi ricordo che è sempre stato il tuo preferito"
"Davvero? Pensavo non ti ricordassi nemmeno di avere una figlia" risposi passiva-aggressiva.
"Alex per favore, dammi una possibilità" mi implorò.
"Cos'è cambiato? Perchè proprio ora hai deciso di tornare?"
"So di averci messo tanto ma non riuscivo ad accettare quello che avevo fatto, capiscimi"
"No tu cerca di capire me, mi hai lasciata senza un padre!" alzai la voce e sentii di nuovo il biondo poggiarmi una mano sulla spalla così chiusi gli occhi e feci appello a quel briciolo di calma che mi rimaneva.

Arrivata la cameriera mio padre ordinò per tutti.
"Tu bevi ragazzo?"
"No signore, devo guidare" rispose prontamente JJ per fare bell'impressione.
"Io prendo volentieri un calice di vino rosso" dissi sotto lo sguardo semi scioccato di mio padre.
"Non sapevo che bevessi" disse una volta che la cameriera andò via.
"Sei venuto qui per conoscermi no?" lo schernì acida.

Non appena arrivarono le portate mangiammo in silenzio, mio padre era troppo intimorito dalla mia possibile reazione per parlare, JJ in imbarazzo, si era ritrovato nel mezzo di una guerra fredda padre-figlia, e io invece per quanto cercassi di essere carina, cosa che in realtà non stavo nemmeno cercando di fare, non riuscivo a mandar giù tutto quello che aveva fatto, o meglio, che non aveva fatto.

"Come va con Cristina?" ruppì il ghiaccio cercando di interessarmi alla sua nuova vita.
"Benissimo davvero, so di aver fatto del male a tua madre oltre che a te, ma io la amo sul serio"  annuii "Tu invece ce l'hai un ragazzo?"
"Io, ehm, è complicato.." che avrei dovuto dire insomma? Io e Rafe non eravamo una vera e propria coppia e anche se mi sarebbe piaciuto era difficile pure poter stare insieme senza la paura di essere scoperti.
"Capisco, alla tua età anche io avevo solo "cose" complicate" prese una pausa "E' per questo che iniziai a scrivere canzoni"
"Davvero?" accennai un sorriso ripensando a quando l'avevo fatto anche io per Rafe e a quanto fossimo simili in questo io e Richard.
"Si, tu scrivi ancora canzoni?" chiese speranzoso.
"E' capitato solo una volta in questi anni, sai da quando...." lasciai la frase in sospeso "Ho smesso" abbassai lo sguardo sentendomi però quello del biondo addosso, nessuno apparte Rafe infatti sapeva di questa mia vecchia passione.
"E' veramente un peccato, se deciderai di rivedermi potremmo lavorarci, sempre se vuoi ovvio" azzardò insicuro.
"Non lo so Richard" risposi sincera e sentii che ci rimase male quando lo chiamai con il nome e non "papà" come probabilmente si aspettava. Non sapevo se sarei stata in grado di perdonarlo, non sapevo nemmeno come ora mi sentivo nei suoi confronti.

Il resto della cena lo passai a ridere di JJ che quasi si impiccò per riuscire a mangiare un'aragosta, continuai a conversare con mio padre mettendo da parte l'astio nei suoi confronti, lasciandomi lasciare sempre qualche battuta pungente sul suo abbandono. Non gliel'avrei fatta passare liscia solo con una cena, il mio perdono se lo sarebbe dovuto sudare, però nonostante tutte quelle aspettative negative che mi ero fatta ero contenta di esser andata e, nonostante non fosse veramente un padre per me, ero contenta di averci riparlato, che si sia rifatto vivo e di avergli, più o meno dato, una seconda possibilità.

Rafe sarebbe stato fiero di me, avevo seguito il suo consiglio, anche se mi ero posta l'obbiettivo di rovinare tutto, anche se ero convinta di odiare quell'uomo, avevo seguito il suo consiglio. E la prima cosa a cui pensai era che non vedevo l'ora di raccontargli tutto, perchè anche se non era stato materialmente con me io ero lì grazie a lui.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora