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La luce che filtrava dalla finestra interruppe il mio sonno e mi fece aprire gli occhi. Feci per muovermi ma la mia vita era bloccata dal braccio di un'altra persona, Rafe Cameron. In un primo momento fui spaesata ma poi in meno di un secondo feci mente locale di tutto quello che era accaduto la sera prima, ad iniziare dall'arrivo a quello stupido party, alla mia stupida scelta di rimanerci, alla caduta in piscina e al bacio con il biondo. Tutta la serata venne riprodotta dalla mia mente che nel mentre cercava disperatamente spiegazioni e possibili vie di fuga. Nonostante il letto di Rafe fosse molto più morbido e confortevole del mio dovevo farmi forza e abbandonarlo, magari anche scappare il più lontano possibile da quella casa.

Con la presa di Rafe sul mio busto però era quasi impossibile alzarmi e detto francamente misentivo in colpa ad alzarmi e rischiare di svegliarlo, l'unica cosa che riuscii a fare fu girarmi dalla sua parte in modo da poterlo guardare. Il suo viso illuminato dal sole era rilassato e gli dava l'aspetto di un angelo, i suoi capelli biondo cenere gli ricadevano tutti scompigliati sul volto coprendo parte dell'occhio sinistro. La luce mattutina metteva in risalto i suoin lineamenti perfetti e ben definitì che analizzai uno ad uno con gli occhi, mi soffermai qualche minuto in più ad osservargli le labbra che in quel momento erano premute dal cuscino che le faceva sembrare ancora più morbide e rosee. Non mi accorsi nemmeno che mentre ero concentrata a scrutare ogni suo particolare sulla mia bocca si era formata un piccola increspatura che accennava ad un sorriso..

Probabilmente ogni ragazza davanti tale visione penserebbe di aver davvero a che fare con un angelo, ma la verità è che Rafe per me era tutt il contrario, era una sorta di diavolo che man mano mi portava sempre più a fondo, da quando lui era entrato di petto nella mia vita io ero finita in un vortice di bugie e pensieri che non sembrava avere una fine. Infondo si è sempre saputo che Lucifero era il più bello tra tutti gli angeli.

"Fissare è da maleducati" esordì poi tenendo ancora gli occhi chiusi mentre io arrossii lievemente per esser stata colta sul fatto.
"Non ti stavo fissando" una delle tante cose che JJ mi aveva insegnato era quella di negare, negare, negare anche contro prove evidenti.
"Sembrava mi volessi fare una radiografia sai" con la voce impastata dal sonno aprì i suoi occhi blu cobalto e li allacciò nei miei, come ormai era solito fare.
"Esagerato" girai di nuovo la testa e mi misi a fissare il muro. Essendo stata beccata a fissarlo, perchè si lo stavo facendo, mi ero giocata anche la bugia di "non ricordare niente per il troppo alcol" che tra tutte sarebbe stata la scelta migliore, non mi sarebbe costato niente fingere che la sera prima ero troppo ubriaca per rispondere delle mie azioni, invece avevo mandato tutto a monte perchè non ero effettivamente cosciente, accanto a quel ragazzo ormai stavo perdendo anche l'ultimo briciolo di razionalità che mi era rimasto.

"A cosa pensi?" chiese vedendomi distante. Feci per rispondere ma improvvisamente la porta si aprì e Rafe di scatto si gettò addosso a me crcando anche di coprirmi con la coperta. Il suo corpo esercitava una pressione non indifferente sopra il mio e iniziai subito a sentirmi accaldata, e non per le coperte che mi coprivano i piedi fino alla testa.

"Rafe mi serve il-" Sarah non finì la frase alla vista del "bozzolo", ovvero io sotto copertura diciamo così, che il fratello stava abbracciando.
"Sarah vattene" fulminò la bionda in modo che capisse di dover uscire.
"Non pensavo che Serena sarebbe venuta" continuò la sorella analizzando la camera a soqquadro con tutti i vestiti sparsi qua e là.
"Vattene" ripetè minaccioso Rafe e finalmente la mia amica uscì dalla stanza, senza però portare via la tensione che si era accumulata.

Non appena la porta si chiuse tirai fuori la testa da quelle coperte che mi stavano soffocando e ripresi aria. Rafe rimase a guardarmi mentre raccattavo i miei vestiti sparsi un po' ovunque. Mentre facevo un check mentale per non dimenticare niente pensai ai soldi e al mio telefono e soprattutto quando ero caduta nella piscina, il pensiero che tutto potesse essere stato vano e andata si fece strada nella mia testa e con quelle il panico.

"Rafe il mio telefono?" dissi rovistando nelle tasche dei miei shorts. Il biondo si stropicciò gli occhi prima di alzarsi dal letto e raggiungermi, poi aprì un cassetto e tirò fuori il mio cellullare perfettamente asciutto. Non appena me lo porse tolsi la cover così da vedere se i soldi pure fossero intatti, ed era così.
"Ti è caduto sul prato prima del tuffo in piscina" disse dopo attimi di silenzio, io invece ero talmente sollevata e grata per averlo raccolto che lo abbracciai con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Lui rimase per un attimo interdetto ma poi posò le sue mani sui miei fianchi come per ricambiare quell'improvvisa manifestazione d'affetto.
Restammo l'uno nelle braccia dell'altro per qualche secondo, quanto bastava per inalare il profumo che la sua pelle dorata sprigionava, non appena ci staccammo mi fissò intesamente negli occhi e io feci lo stesso, inizialmente sprigionavano un'energia incredula e dolce ma poi divennero glaciali e distanti.

"E' meglio che tu vada, tra un po' arriva la mia ragazza" disse distaccato.
"Serena?" cercai di sembrareimpassibile nel mio tono di voce ma si capiva che qualcosa non andava in me, Rafe invece si limitò ad annuire così io indietreggiai per mettere una distanza significativa tra i nostri corpi e di fretta mi rimisi i miei shorts e le mie scarpe tenendo ancora in mano il mio top e il telefono.
"Salutamela poi" dissi e senza guardarmi indietro uscii dalla stanza con ancora la sua maglietta addosso, stando attenta a non farmi beccare da nessuno della famiglia Cameron.

Tornata a casa mi levai arrabbiata la maglietta di Rafe di dosso, non capivo il motivo del mio rancore, io e Rafe non eravamo niente e così doveva essere, non potevo pretendere qualcosa da lui solo perchè avevamo fatto sesso e mi aveva fatto qualche favore, di conseguenza lui non poteva pretendere nulla da me e stavamo bene così. Ora aveva una ragazza, bellissima, bionda, piena di soldi e fantastica ragazza, io avevo risolto il problema dei pagamenti almeno per il momento, era tutto perfettamente a suo posto..

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora