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Finalmente ero riuscita ad addormentarmi, ero consapevole che tra qualche ora la mia schiena ne avrebbe risentito ma per il momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era riposarmi. Durante la nottata mi ero infiltrata per la seconda volta nella stanza di Rafe e mi ero sistemata sulla sedia che solo qualche ora prima avevo spostato accanto al suo letto. Non l'avrei abbandonato come aveva fatto suo padre che, era troppo viziato per passare la notte accanto a suo figlio in ospedale, nono lui voleva il suo lettone confortevole da duemila dollari. A me invece non importava un fico secco di farmi una bella dormita a casa mia, dormita che tanto sarebbe stata impossibile in quella situazione, valeva quindi restare a fianco del biondo e sperare.
Ho sempre pensato che la speranza fosse una di quelle cose a cui ti aggrappi quando non ti rimane più niente, ecco, a me non rimaneva più niente, non c'era una pozioncina magica che l'avrebbe riportato da me, nè una sveglia potente, non c'era nient'altro a cui aggrapparsi se non a qurlla stronza della speranza.
Sapete il detto chi vive di speranza muore disperato? Ecco quella sarebbe stata la mia fine. Quando speri troppo nelle cose convinci automaticamente la tua mente che andrà tutto per il meglio e vissero tutti felici e contenti, il problema è che quasi mai va tutto per meglio e alla fine quello che succede è che vieni preso a calci nel culo dalla vita e quando capita, è anche peggio di non aver sperato affatto, perchè ci hai creduto e ti sei illusa, ed è stato quello a fotterti.

Dalle persiane della camera filtravano le prime luci del mattino e le sentì proprio sul mio viso, non mi arrivarono forti però e questo mi permise di continuare a dormire ancora un altro po', continuai a dormire anche quando sentì qualcosa sfiorarmi la mano, la mia testa era così carica che non avrei voluto fare nient'altro. Avrei voluto prendere volentieri io il posto di Rafe su quel lettino, io avrei voluto dormire per sempre, indondo ero solo una pogue senza nessun'aspettativa per il futuro, Rafe invece andava al collegge e aveva già milioni di possibilità davanti a lui, avrebbe potuto fare qualunque cosa lui volesse.

"Dormi proprio quando decido di svegliarmi?" inizialmente mugolai a quelle parole che mi arrivarono ovattate al cervello poi però realizzai, ci misi qualche minuto lo ammetto, aprì di scatto gli occhi credendo di essermi immaginata tutto, che magari la stanchezza mi avesse dato una sorta di allucinazione o che fosse tutto un sogno. Non lo era.

Al mio risveglio vidi Rafe fissarmi con la sua mano che accarezzava dolcemente la mia. Un largo sorriso di fece spazio sul mio volto e io miei occhi si riempirono di lacrime, ancora increduli per quello che stavano vedendo.

"Cristo Rafe mi hai fatta morire" dissi appoggiando la mia testa con delicatezza su di lui.
"Vorrei ricordati che sono io quello quasi morto" rispose sarcastico provocandomi una leggera risata.
"Da quanto sei sveglio?" gli chiesi guardandolo dritto negli occhi rendondomi conto di quanto mi fossero mancati. Fino a poche ore fa pensavo che non sarei mai più riuscita a immeggermi nel blu cobalto dei suoi occhi ed ora eccomi qua di nuovo a perdermi in quell'oceano tanto bello quanto profondo.
"Un'oretta"
"Avresti potuto svegliarmi"
"Nah, sei carina quando dormi" sorrise scaldandomi il cuore che nelle ultime dieci ore aveva sofferto fin troppo.
"Ah solo quando dormo?" scherzai avvicinandomi a lui che in tutta risposta mi baciò. Il contatto tra le nostre labbra mi fece finalmente sentire viva, il gioco tra le nostre lingue e il suo sapore, che mi era mancato fin troppo, mi trasmetterono serenità, come se tutto avesse di nuovo un senso. La sua mano mi accarezzò la guancia e rimase lì anche quando interrompemmo il nostro bacio per riprendere aria.
"E comunque ti amo anche io" disse sottovoce che quasi pensai di essermelo immaginato.
"Cosa?"
"Ti ho sentito ieri, ho sentito ogmi parola di quello che mi hai detto Alex" a quel punto riazzerai di nuovo la distanza tra le nostre bocche, ricadendo in un bacio dolce e bisognoso per entrambi.

"Per favore non fare mai più una cosa del genere" lo guardai con occhi sofferenti, il pensiero di perderlo per sempre mi aveva terrorizzata e se non si fosse mai più svegliato non me lo sarei mai potuta perdonare.
"Te lo prometto" disse accarezzandomi il capelli dolcemente e io sorrisi.
"Cos'è successo?"
"Sai la sera della cena mio padre non voleva effettivamente passare del tempo con me, no" abbassò lo sguardo "Lui mi voleva offrire dei soldi, per lasciarti, non voleva che anche il suo primogenito stesse con una pogue e rovinasse la reputazione della famiglia..di nuovo, mi ha esplicitamente detto di andare da Barry piuttosto che rimanere con te. Inizialmente lo feci, mi drogai, però non semrava giusto, avevo fatto per molto tempo uso di coca si ma quella volta fu diverso, fu sbagliato... così andai al ristorante, volevo vederti, però tu eri lì con JJ e io ero sotto effetto e qualcosa in me è scattato, e ho mandato tutto a fanculo" una lacrima mi bagnò la guancia, ero scioccata dal tentativo di Ward di corrompere il figlio, che lui avesse preferito farlo ricadere nelle droghe piuttosto che vederlo con me, che Rafe avesse dovuto assistere a tutta questa scenata di suo padre e io che io non avevo fatto niente per aiutarlo.
"Mi dispiace tantissimo Rafe, io avrei dovuto ascoltarti quella sera"
"Non è colpa tua, tu mi hai anche cercato nei giorni successivi e io ti ho ignorata, ma la mia vita ormai era diventata un continuo via-vai tra casa mia e Barry, avevo perso il controllo di me stesso, quando poi mio padre mi disse che avrei mandato comunque tutto a puttane anche senza bisogno dei suoi soldi io non ci vidi più, era stato il colpo di grazia per me, se ora sono qui è solo colpa sua" contrasse la mascella e potei avvertire la sua rabbia crescere, giustamente aggiungerei quell'uomo che si ritrovava come padre era una vera merda e il fatto che avesse così tanto potere su Rafe mi faceva incazzare.

"Rafe" in quel momento Ward irruppe nella stanza.
"Parli del diavolo e spuntano le corna" dissi acida.
"Sei ancora qui ragazzina, pensavo di esser stato chiaro con te" mi fulminò con gli occhi ma me ne curai poco, soprattutto dopo aver scoperto quello che aveva fatto.
"Lei ha molto più diritto di te di essere qua" parlò Rafe pieno di rabbia.
"Scusami? Io sono tuo padre, lei solo una bambina che ti scopi" sbraitò al figlio.
"Tu non sei un padre" dissi con disprezzo facendolo ancora più arrabbiare.
"Tu che ne sai di come deve essere un padre, il tuo ti ha abbandonata" rimasi di sasso alle sue crudeli parole.
"Non parlarle così" lo avvertì Rafe.
"Senti figliolo, ora torniamo a casa e dimentichiamo tutto va bene"
"No, cosa dovrei dimenticare che sei stato tu a mandarmi in overdose!" urlò il biondo accanto a me.
"E' stata colpa sua non lo capisci!" Ward mi indicò.
"Cazzate" rispose il biondo.
"Rafe mi sono rotto il cazzo, o torni a casa con me e non parliamo più di questa storia dimenticandoci anche della pogue, oppure a casa non ci torni proprio. A te la scelta"
"Vuoi seriamente cacciare tuo figlio di casa perchè non sta insieme ad una kook come vorresti!" sbraitai in faccia a Ward.
"Non è solo questo ragazzina"
"E cos'è allora?"
"Lo porti sulla cattiva strada"
"Io? Molto divertente soprattutto se detto da te"
"Io non ci torno a casa con te" Rafe spezzò quello scambio di battute acide tra me e il padre portando tutta l'attenzione su di lui.
"Cosa hai detto?" ripetè scioccato Ward credendo di aver capito male, sperandoci in realtà.
"Mi hai sentito"
"Te ne pentirai Rafe, e quando tornerai a casa con il cuore infranto e senza un soldo io non ci sarò" A questo punto Ward uscì sbattendo la porta e provocando un rumore allucinante che mi fece male alla testa e mi fece sussultare leggermente.

Avvolsi il biondo tra le mie braccia per confortarlo dato che aveva praticamente tagliato di netto il rapporto malato con suo padre. E mentre lo tenevo lì, singhiozzante stretto a me gli sussurai un "andrà tutto bene" e la verità è che ci credetti sul serio. Credevo per davvero che saremmo riusciti a farlo funzionare, lui mi amava e io amavo lui e questo ci bastava, era l'unica verità di cui avevamo bisogno, la cosa che ci avrebbe permesso di andare avanti, insieme.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora