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Una volta tornata a casa corsi subito nella doccia e lasciai che l'acqua bollente mettesse in ordine i miei pensieri. Non avevo idea di come approcciare con Rafe o di come sarei riuscita a farmi perdonare, non lo conoscevo abbastanza bene da capire come mi sarei dovuta comportare, Le uniche cose che faceva trapelare erano la sua impulsività, la sua rabbia e la sua imprevedibilità soprattutto. Non sapevo se avrei avuto a che fare con il Rafe dolce che mi aveva portato la cena e mi aveva rassicurata quando stavo male oppure con il Rafe stronzo che non guardava in faccia nessuno pur di farsi una scopata. Forse la cosa migliore da fare era mostrarsi calma, dopo che gli avevo urlato contro l'ultima cosa che avrei dovuto fare era mostrarmi stressata o ansiosa, anche se lo ero tantissimo, le possibilità che mi avrebbe sfuriato erano molto alte e quelle della mia riuscita nell'impresa nettamente più basse.

Cercai comunque di farmi forza e vestirmi, così da essere uno step più vicina alla meta, mi misi una felpa larga nera e degli shorts color jeans, presi il mio pacchetto di sigarette, dal quale ne sfilai subito una per approfittare delle doti calmanti del tabacco, ed uscì di casa.

Camminai per quasi quaranta minuti e ad ogni passo mi pentivo sempre di più di quello che ancora non avevo fatto, tanto peggio di così non poteva andare, mi dissi mentre aspiravo un po' di fumo della mia seconda sigaretta da quando ero uscita di casa. Senza che me ne resi conto ero arrivata davanti alla maestosa porta di casa Cameron, sapevo che Sarah quella sera era uscita con John b e quindi almeno l'imbarazzo di incontrarla mentre parlavo con il fratello me lo sarei risparmiato. Con il cuore che mi pulsava come se stesse per esplodere bussai alla porta, mentre aspettavo che qualcuno mi aprisse fui anche tentata di girare i tacchi e tornarneme a casa per l'assurdità di quest'idea, ma nemmeno il tempo di farlo materialmente la porta si aprì rivelando gli occhi blu cobalto per cui ero venuta fin laggiù.

"Sarah non è a casa" disse freddo e pronto a sbattermi la porta in faccia.
"Lo so, cercavo te" mi affrettai a dire, così lui fece spazio invitandomi ad entrare.
"Mi hai trovato" il suo tono era imparziale e non faceva trasparire nessuna emozione, nè un lieve indizio sul suo stato d'animo, in quel momento mi sembrò di star giocando alla roulette russa, andavo completamente alla cieca.
"L'altra volta io ero arrabbiata per cose mie, non dovevo sfogarmi con te" lo guardai con gli occhi da cane bastonato sperando che capisse.
"Non devi giustificare i tuoi attacchi di rabbia con me, lo so come ci si sente" disse guardandomi intensamente negli occhi e nella sua voce riconobbi sincerità, ed era vero, io stessa avevo visto come Rafe si comportava quando era lui a subire queste situazioni.
"Quindi tutto ok?" chiesi per riconfermare che non ce l'avesse con me e lui annuì debolmente, a quel punto me ne sarei potuta andare, lui non aveva detto niente per farmi restare e in teoria io la situazione l'avevo più o meno chiarita, così mi diressi di nuovo verso la porta, non varcandola però. Ero con la mano sulla maniglia, pronta ad andare il più lontano possibile da lui, ma non lo feci, mi voltai e lo osservai un attimo, sembrava triste e abbandonato, così mi ricordai di quello che aveva fatto lui per me quando ero io quella a stare male.

"Ti va di fare un gioco?" una volta catturata la sua attenzione tolsi la mano dal pomello e mi allontanai dalla porta, che ormai ero decisa a non varcare.
"Che gioco?" chiese e io non ne avevo veramente idea, l'unica cosa di cui ero certa è che volevo sapere più cose del ragazzo che avevo di fronte, volevo conoscerlo e volevo sapere perchè pensava che fossimo uguali, volevo sapere se era anche effettivamente così.
"Il gioco della verità" mi avvicinai lentamente a lui "Faremo una domanda a testa e dovremmo rispondere sinceramente"  scandì bene l'ultima parola.
"E se non volessi rispondere?" obbiettò lui.
"A ogni domanda scartata si dovrà levare un indumento" dissi e un ghigno si fece presto strada sul suo viso. Non sapevo se quella dei vestiti fosse una buona idea, ero sicura che se uno di noi due si fosse spogliato saremmo finiti a letto e, per quanto Rafe fosse come un dio del sesso, il mio intento era più profondo, io volevo conoscere lui e non solo quanto fosse dotato.

Il biondo in compenso andò a prendere in cucina una bottiglia di borboun e poi si mise seduto sul divano aspettando che io facessi lo stesso.
"Inizio io" disse dopo aver fatto un lungo sorso. "Perchè odi i kooks?" disse mentre con gli occhi cercò di scrutare ogni mio movimento ma io era intenta a dire tutto, se volevo ricevere solo la verità da lui avrei anche dovuto dare solo la verità.
"Quando avevo undici anni mio padre tradì mia madre con una di figure eight e all'età di dodici ci abbandonò per vivere la vita da kook che aveva sempre sognato, ovvimante poi divenne uno di loro e si dimenticò persino di avere una figlia" abbassai lo sguardo mentre afferrai la bottiglia per attaccarmici. Rafe non disse niente e forse da una parte fu meglio, ero stufa dei soliti "mi dispiace" che la gente mi rivolgeva.
"Tu perchè odi così tanto i pogues?" gli rivolsi la stessa domanda.
"Perchè è quello che mio padre si aspetta io faccia"
"Non devi vivere soddisfando le aspettative di nessuno lo sai?" mi affrettai a dire.
"E' diverso, un po' di tempo fa ho avuto dei problemi, dovevo dei soldi a Barry ed ero nei guai fino al collo, mio padre mi ha tolto da quella situazione una volta, non posso deluderlo ancora" raccontò e io poggiai delicatamente una mano sulla sua, ero contenta che finalmente si stesse aprendo con me.
"Allora Alex, chi è il ragazzo con cui hai fatto il miglior sesso?" il suo umore cambiò di netto, da una parte ero contenta che non fosse più silenzioso come prima ma dall'altra non avevo ancora finito di conoscerlo, volevo sapere di più di lui.

In ogni caso non volevo dargli la soddisfazione dicendo che era stato lui quello che mi aveva più travolta, così mi sfilai la felpa rimanendo con la canotta stretta che faceva intravedere tutte le mie curve, curve che vennero ispezionate attentamente dal biondo.

"Se odi così tanto i pogues, perchè sei finito a letto con me?" chiesi.
"Conosci l'espressione twin flame?" disse e io scossi la testa "E' una connessione tra due persone che sono apparentemente uguali, specchio dell'anima hai presente? Una caratteristica di questa connessione è che porta alla guarigione reciproca" lo guardai confusa "Ho pensato che con te sarei riuscito a risolvere i miei problemi" spiegò.

Io e Rafe avevamo quella connessione? Mi stavo sempre di più convincendo su quanto fossimo simili in realtà e se era veramente così, saremo davvero riusciti a guarirci l'uno con l'altro?

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora