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Alle mie parole tutti si ammutolirono e nessuno osò emettere un fiato per alcuni minuti. Avevo sganciato una bomba, per loro e in primis per me.
"Cazzo amica" ruppè il ghiaccio Kie facendomi ridere, forse per tutto l'alcol che avevo in corpo o forse per il modo teatrale in cui l'aveva detto.
"Lo so, ci ho provato a farmela passare giuro" misi le mani avanti in segno di difesa.
"Vorrei incazzarmi ma so come ci si sente ad essere innamorati" disse John b rivolgendo un sorriso sdolcinato a Sarah. Il problema è che lui era innamorato del senso positivo del termine, la sua relazione era tutta un baci, coccole e divertimento, io lo ero nel senso negativo, confusione e indecisione, in più Rafe non era proprio il tipo ideale di cui innamorarsi, era bipolare, complicato e quasi perennemente stronzo, quasi.

"Alex io so che lui è mio fratello e so anche benissimo che Rafe non è una persona cattiva, anzi, però è incasinato e non so quanto potrebbe farti bene a te" disse con un tono dispiaciuto come una mamma dice al proprio figlio che non potrà più mangiare caramelle.
"So anche questo però è diverso con me, o lameno lo era non ne ho più idea" scossi le spalle lasciando l'alcol parlare al posto mio.
"Non farti male Alex, hai visto quello che ha fatto Rafe alla mia faccia" disse Pope e JJ abbassò lo sguardo.
"Si e mi sento in colpa, dovrei odiarlo lo so però" lasciai la frase in sospeso guardandomi le punte delle scarpe imbarazzata.
"Va bene" finalmente JJ mi rivolse parola dopo che mi aveva urlato contro e mi avvolse nelle sue braccia confortandomi. Affondai la testa nel suo collo e agganciai le braccia alla sua vita tenendole strette, per paura di perderlo di nuovo.
"Mi dispiace tanto JJ" dissi nell'incavo del suo collo e lui mi sussurrò un "E' tutto okay" ben presto l'abbraccio divenne di gruppo, nonostante gli altri non accettassero per certo quelo che avevo ammesso la nostra amicizia valeva più di qualunque relazione non raccomandabile.

"Se avessi saputo che bastava picchiarmi per andare a letto con te mi sarei preso a pugno molto tempo fa" scherzò JJ facendo ridere tutti noi, me per prima. Il resto della serata lo passamo a parlare e gli altri mi aggiornarono delle cose successe in questi due giorni di assenza da parte mia, mi sentii sollevata vedendo come non ci fosse alcuna tensione nonostante tutto quello che era successo. La paura che avevo di perderli mi aveva offuscata la mente facendomi perdere del tutto la lucidità.

"Niente più segreti tra pogues ragazzi promesso" dissi alzando in aria la mia sigaretta, gli altri alzarono i loro bicchieri pieni di alcol ma io decisi che era meglio non bere ulteriormente, un goccio di vodka in più avrebbe segnato la mia fine, ne ero più che sicura.
"Niente più segreti" ripeterono gli altri in coro bevendo il loro drink.

Mentre camminavo per tornare a casa pensai a Rafe, i miei amici l'avevano descritto come un tipo violento e avevano predetto che mi avrebbe solo fatto soffrire, non sapevo se avrei ascoltato o meno i loro consigli. Sapevo che il biondo non era un ragazzo facile e forse era proprio questo ad intrigarmi, nonostante avessi passato tutta la vita a desiderare tutto facile ero attratta dalle sfide, e Rafe era una di quelle, prendere o lasciare.
In ogni caso John B e JJ mi avevano assicurato che se mi avesse tolto anche solo un capello lo avrebbero fatto fuori. Non mi piaceva che loro lo ritenessero un tipo manesco, insomma lo era, aveva spaccato la faccia a due dei miei tre migliori amici, nonostante questo era sicura che non avrebbe mai alzato le mani su di me, non coem aveva fatto Topper ad esempio. A spaventarmi infatti non erano le sue reazioni impulsive, ma la sua complicatezza, quella si che mi spaventava, mi avrebbe portata fuori di testa, quel ragazzo già si era insediato nel mio cervello come una zecca, e l'aveva fatto con tutti i suoi problemi, problemi che ormai ero determinata a capire. Ormai avevo messo da parte la mia dignità, il mio astio nei confronti dei kooks stava piano piano svanendo a furia di avere tanto a che fare con il biondo. Ormai ero in gioco.

Aprì la porta di casa e la prima cosa che vidi fu mia madre, era seduta sul divano con lo sguardo perso chissà dove e l'espressione impassibile. Inizialmente mi preoccupai e pensai che si trattasse di nuovo delle bollette ma era impossibile, le avevo pagate non più di una settimana fa, c'era qualcos'altro a torturare mentalmente mia madre.

"Ha chiamato Richard" disse in tono piatto senza spostare l'attenzione su di me. Era la prima volta che pronunciava il suo nome da quando ci aveva abbandonate, una volta che ci lasciò chiesi espressamente a mamma du non parlare mai più di lui, lo volevo cancellare da tutto, dai ricordi seppur fossero belli, dalla mente, dal mio futuro. Stavo anche riuscendo nella mia impresa, stavo riuscendo ad affrontare l'odio che mi aveva indotto a portare, ce la stavo facendo, fino a che lui non ha mandato tutto a fanculo.
"Cosa voleva?" il mio tono era freddo e distaccato come se stessimo parlando di uno sconosciuto, ed era così, quell'uomo non era mio padre, ma solo un estraneo con la stessa faccia, ma non aveva niente in coomune con lui.
"Ha detto di voler sistemare le cose con te" il suo sguardo perso incontrò il mio colmo di rabbia e di lacrime che si stavano formando nei miei occhi ma che rifiutai di far uscire, non avrei sprecato nemmeno una singola goccia per lui.
"Digli che può andare a fanculo" risposi arrabbiata e corsi in camera mia senza nemmeno consolare mia madre che si trovava in uno stato di shock.

Questo fu il momento in cui scoppiò una bomba nucleare nella mia testa che distrusse tutte le mie convinzione avute fino a quel momento,
Questo fu il momento in cui decisi di mandare tutto a puttane.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora