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"Okay basta mi arrendo" alzò le mani in segno di difesa il biondo e io me lo guardai incredula.
"Rafe Cameron che si arrende?" lo presi in giro nonostante mi trovassi con il fiatone, ecco i vantaggi di essere una fumatrice.
"Se vuoi ci ripenso" disse mettendo le mani a ciotola per prendere dell'altra acqua da tirarmi addosso ma io lo fermai supplicante "Nono mi devo riprendere" e lui scoppiò a ridere. In quel momento mi accorsi di quanto fosse bello vederlo ridere, ma sul serio, sentire il suono della sua risata era dieci volte meglio di qualunque canzone, sarei rimsta a sentirlo per ore e ore.
"Lo sai che fissi spesso?" disse cogliendomi ad osservarlo.
"Ora lo so" sorrisi, non mi importava più di essere stata beccata, ora era diverso, lo sentivo.
"Dobbiamo pulire" disse guardando la cucina allagata a causa nostra.
"Ci penseremo dopo, io piuttosto ho bisogno di una doccia" dissi guardando i vestiti completamente zuppi che si erano attaccati alla pelle.
"Vuoi che ci pensi io?" chiese lasciandomi di stucco, chi era lui e dove era finito il Rafe Cameron che conoscevo?
"Da quando sei così gentile?" lo guardai con stupore, come se avessi davanti una creatura mistica.
"Ero sarcastico infatti" sorrise e io gli diedi una leggera pacca.

"Quindi cos'hai intenzione di fare mentre io mi faccio la doccia?" lo guardai negli occhi non sapendo quale sarebbe stata la risposta, sarebbe andato a casa?
"Penso che ti aspetterò in camera tua" feci per fermarlo ricordandomi di tutto il casino che avevo lasciato ma ormai il biondo era già entrato. Osservò tutti i fogli appallottolati a terra, erano talmente tanti da creare un vero e proprio campo minato, l'aria era pesante per via della quantità massiva di sigarette che avevo fumato e il posacenere mai svuotato e infine la chitarra buttata in mezzo alla camera.

"Sei molto ordinata" disse sarcastico mentre si avvicinava alle pallette di carta stracciate.
"Non sono stati i miei giorni migliori questi" abbassai lo sguardo verso tutte le cartacce.
Rafe raccolse un foglio di quelli stracciati e lo lesse "forse hai ragione ma non mi interessa, che significa?" chiese curioso e soprattutto confuso mentre io ero diventata completamente bordeaux.
"Niente è solo una cazzata scritta così" feci la vaga ma notai che il biondo si era interessato alla chitarra e al blocknotes sul comodino, cazzo.
"E' una canzone vero?" disse in cerca di una conferma.
"Non la definirei proprio così" cercai di minimizzare il più possibile e pregai che non trovasse il resto del testo dato che parlava di lui.
"Me la canti?" chiese poi ma io scoppiai a ridere, non c'era alcuna possibilità che io mi sarei messa a cantare una cosa che raccontava di lui, non c'era alcuna possibilità che io mi sarei messa a cantare e basta.
"Assolutamente no" dissi poi seria.
"Perchè" si impuntò ma io non nessuna intenzione di cedere, neanche morta l'avrei fatto.
"Perchè non canto con altre persone" dissi ovvia ma lui non parve ancora convinto.
"Ti vergogni?" chiese poi guardandomi ma io scossi la testa"Non è quello"
"Immaginare le persone in mutande aiuta a superare l'ansia da palco scenico lo sai?" disse e io mi colorai di rosso pensando istintivamente a lui in mutande in compenso Rafe sorrise probabilmente avendo capito.
"Non ho l'ansia da palco scenico basta" brontolai.
"Allora fallo per me, per favore" disse poi guardandomi negli occhi, supplicandomi con essi, e lì non ce la feci, davanti a quel blu cobalto non avevo barriere, era impossibile, e poi glielo dovevo dopo tutto quello che aveva fatto per me.

"Premetto che non so se sia bella o meno e anche che non canto davanti a qualcuno da tantissimo tempo quindi-" iniziai ma il biondo mi interruppe "Non mi importa" e si sedette sul letto di fronte a me. Io presi la chitarra e dopo aver fatto il primo accordo per prova iniziai a suonarla sotto lo sguardo attento di Rafe, mi schiarii la gola per niente preparata per quello che stavo per fare.

"The bed's getting cold and you're not here
The future that we hold is so unclear
But i'm not alive until you call
And I'll bet the odds against it all
Save your advice 'cause I won't hear
You might be right, but I don't care
There's a million reasons why I should give you up
But the heart wants what it wants
The heart wants  what it wants"

Lasciai l'ultima frase sospesa tra le note della chitarra mentre rialzai gli occhi per incrociare quelli di Rafe che al contrario erano stati puntati su di me per tutto il tempo, vedendolo ammutolito poichè probabilmente aveva capito tutto sentii il bisogno di giustificarmi, magari gli aveva fatto schifo la mia voce, o magari gli sembravo una psicopatica a scrivere di lui.
"E' corta e fa schifo lo so però" inziai a parlare ma il biondo posò le sue labbra sulle mie zittendomi, non ci pensai nemmeno un secondo prima di ricambiare il bacio e permettere alla sua lingua l'accesso alla mia bocca, passò la sua mano tra i miei capelli ancora bagnati per i gavettoni improvvisati di poco prima.

Notando la velocità con cui il bacio si stava approfondendo sempre di più feci scivolare cautamente la chitarra giù dal letto e poi mi misi a cavalcioni su di lui. La sua mano libera si posò sulla mia natica facendola però viaggiare su tutto il mio fondoschiena. Nonostante avessimo mangiato la pizza nemmeno venti minuti prima i nostri sapori rimanevano inconfondibilmente quelli della menta da parte sua e del tabacco mio, creando un aroma che avrei voluto assaporare per sempre. Oltre che Rafe io pure sentivo il bisogno di più contatto con il suo corpo, così feci scivolare le dita sotto la sua maglietta e dopo averle passate un po' sui suoi addominali perfetti gli sfilai completamente l'indumento. Anche se avevo già visto il biondo a petto nudo in passato ogni volta rimanevo estasiata da tutta quella bellezza e virilità che portava con sè. Lui poi mi sfilò di dosso la canottiera bagnata e io rimasi in reggiseno di fronte a lui. Per una frazione di secondo i colori dei nostri occhi si mescolarono insieme diventando gialli. Dopo Rafe si rigettò sulle mie labbra scendendo però sempre di più, mi baciò lentamente la mascella, poi scese sul collo dove si soffermò di più per marchiarmi, sussultai quando mi fece scivolare via anche il reggiseno e arrivò con le labbra sul mio capezzolo, ci giocò un po' con la lingua prima di succhiarlo e fare la stessa cosa conl'altro. Le sue labbra sul mio corpo mi stavano lentamente facendo impazzire, come se quello fosse l'unico contatto di cui avevo bisogno, che necessitavo.
Dopo Rafe tornò sulla mia bocca e mi baciò con passione intrecciando la sua lingua con la mia e aumentando a mille il mio desiderio di lui. Probabilmente fu reciproco perchè in quell'esatto momento si sfilò i jeans e facendo poi rimanere anche me in slip. Passò le dita sul materiale ormai umido delle mie mutandine e iniziò a giocarci, scostò leggermente il contatto divenne pelle a pelle con il mio punto più snsibile, sentire le sue dita su di me era una lenta tortura ma era quello che lui voleva, gli piaceva vedermi desiderosa di lui, voleva che lo necessitassi, voleva che sentissi il bisogno di averlo ed era così.

"Per favore" lo supplicai sulle labbra come aveva fatto lui poco prima con me e sentii le sue labbra incresparsi in un sorriso prima di levarmi del tutto gli slip e disfarsi dei suoi boxer. Sussultai appena sentii la sua erezione premere contro la mia intimità violentemente. Rafe mi spinse sotto di lui per poter avere il controllo su di me, anche se quello l'aveva acquistato nell'istante in cui mi guardò negli occhi la prima volta. Trattenni il respiro quando scivolò a fondo dentro di me, averlo dentro di me mi fece sentire completa, come se fosse il pezzo del puzzle mancante, quello che quando arriva ti risolve tutto. Inizialmente si mosse lentamente ma poi aumentò la potenza delle sue spinte facendomi ansimare. I nostri nasi toccavano e i nostri respiri, ormai pesanti, si fusero insieme. A ogni movimento che Rafe compiva al mio interno sentivo una parte di me cedere e il piacere, che solo lui era riuscito a darmi in quel modo, aumentare sempre di più. Rafe poi velocizzò le spinte rendedole frenetiche e potenti, a quel punto nessuno dei due riuscì più a resistere a quella forza e venimmo insieme, con i respiri affannati, il fiato corto e migliaia di scariche elettriche che percorrevano i nostri corpi, ci baciammo intensamente e poi cademmo sfiniti sul materasso.
Consumati da qualcosa di indescrivibile e solo nostro.

𝐛𝐚𝐝 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐫.𝐜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora