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Per la prima volta in tutta la mia vita sono triste di tornare a casa da scuola, per il semplice fatto che dovrò vedere Steve e papà. Non ho ancora fatto pace con lui, dovrebbe scusarsi e dirmi che è fiero di me. Aspetterò queste precise parole. Mi avvicino al mio armadietto annoiata, giro la manopola un paio di volte per poi aprire l'anta di ferro. Mi abbasso sui talloni per riporre gli ultimi libri e prendere lo skate e lo zaino.

"Avri Stark?"

Mi giro verso un ragazzo alto, con capelli biondo cenere. Non sembra un tipo da liceo, sembra decisamente più grande. Cosa vuole da me? Molti studenti si avvicinano a me per il nome di mio padre, mi chiedono gli autografi o delle foto con lui, oppure cose più normali, tipo se ho mai fatto un giro sulla sua armatura e cose di questo tipo.

"No. Jennifer Lopez"

Cammino tra gli studenti con lo skate in mano, in passato il preside mi ha beccata a girare per i corridoio sulle ruote, mi ha messa in punizione e mi ha vietato di usarlo ancora all'interno della scuola. Ora mi tocca aspettare fino al cancello.

"Sei simpatica. Comunque sono Jessie Welsh"

"Non mi interessa"

Il ragazzo sembra scoraggiarsi, o innervosirsi. Gli si forma un cipiglio tra le sopracciglia scure e folte, nonostante questo però ci riprova. Vuole qualcosa, devo solo capire cosa.

"Mi chiedevo se potessimo uscire qualche volta"

"Senti Cassie, mio padre non finanzia più i progetti, ne ti farà fare un giro sulla sua armatura. Non devi provarci con me per arrivare a lui perché è inutile. Io non sono nemmeno la sua vera figlia!"

Finalmente posso usare lo skate, salto le scale ed atterro sulla tavola per poi scappare via da Cassie Welsh. La strada verso casa non è molto lunga, ma in ogni caso ho la playlist di Quill che mi tiene compagnia. Canticchio la mia preferita, Mr. Blue sky, mi mette allegria. Entro nel vialetto con lo skate ed apro il cancello appena in tempo così da non dovermi fermare. In casa sembra non esseri nessuno, appoggio le mie cose all'ingresso per poi salire le scale e trovarmi la squadra al completo. Sono sempre tutti qui, non hanno nulla di meglio da fare? Nat e la mamma sono sempre fuori casa, papà e Bruce lavorano per lo più in laboratorio, Bruce ha una classe di fisica alla NYU ma lavora solo la mattina, invece Thor, Cap, Wanda e gli altri lavorano allo Shield, danno loro missioni piccole e poco importanti che li tengono fuori casa per settimane o per poche ore, dipende dalla missione.

"Ciao tesoro, com'è andata a scuola?"

Bruce è il primo ad accorgersi di me, mi bacia la fronte e mi lascia una pacca sulla schiena. Annuisco in risposta, prendo una mela e mi siedo sul divano accanto a Morgan e Buck.

"Nulla di nuovo"

Borbotto per poi prenderne un morso. È succosa ma piuttosto dolce, ne do un paio di morsi per poi passarla a Bucky che la accetta volentieri. Cap mi spia ogni tanto, mi lancia auliche sguardo ma si nasconde quando ricambio il suo sguardo.

"In realtà c'è stato un tipo. Mi ha chiesto di uscire"

Attiro l'attenzione del Capitano, sono sicura che stia ascoltando. Non è quello giusto, devo trovarmi uno della mia età... beh ora lo farò, dovrei scusarmi Cassie.

"Sa chi sei? E che mi basta poco per ucciderlo?"

Sorrido per le parole di Bucky, sempre così protettivo. Molte volte mi basta dire che è il soldato d'inverno, e tutti i ragazzi mi lasciano stare. È così divertente vederli sbiancare e sentirli balbettare delle scuse per correre via.

"Non gli ho detto di sì, ma forse dovrei dargli un opportunità. È carino"

Scrollo le spalle divertita. Cap si alza e se ne va senza dire una parola, forse non avrei dovuto dire nulla. Nat e la mamma tornano a casa, Morgan si attacca a Pepper come una zecca, lei la sbaciucchia tutta e le dice che è felice di essere tornata a casa da lei. Mi sento un pò invidiosa, Nat sembra notarlo perché si siede accanto a me e mi sussurra che è felice essere tornata da me. Mangiamo parlando della giornata e del mio spasimante, Cap sta in silenzio per tutta la cena e la cosa che mi ferisce di più è che non mi rivolge nemmeno uno sguardo per sbaglio. Gli chiederò scusa prima o poi.

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