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Guardo inorridita tutte le persone in galleria che si godono la vista. Sono tutte persone malate, soggiogate dalle parole del Barone Strucker. Non so come ci sia arrivata qui, un attimo prima stavo cercando una via di uscita, l'attimo dopo ho aperto gli occhi ed ero qui. Indosso un camice grigio, ho i polsi e la caviglie legate da manette di ferro che mi fermano il sangue.

"Ci siamo tutti? Bene"

Il Barone Strucker si mette il monocolo e si posiziona nel centro della stanza, sotto gli occhi incuriositi di tutte quelle persone. Per la maggior parte sono uomini vecchi e grassi, sembrano ricchi.

"Esperimento 1204. Avri Stark, 17 anni, sessantatre chili per un metro e sessanta circa. Parametri vitali nella norma, in buona salute. Sottoporremo il soggetto ad una nuova miscela di siero, creata da tutti quelli precedenti"

Si espande un brusio nella galleria, sembrano sorpresi e contrari. Alcuni si muovo a disagio mentre accanto a me il personale prepara gli attrezzi.

"Calma. Calma. Non sarà un fallimento, il soggetto è in perfetta forma fisica, non ha alcuna patologia e crediamo nella buona riuscita. Gli altri soggetti sono tutti deceduti, ma questa volta sarà diverso"

Fa un cenno allo scienziato che coordina il tutto. Si mette seduto proprio di fronte a noi, mi guarda con un espressione vuota mentre io mi sento morire ogni secondo di più. Mi distraggo abbastanza da non sentire l'ago delle flebo che mi entra nelle braccia. Attaccate ad esse ci sono delle sacche con un liquido blu intenso, il liquido scende lentamente finché non tocca le mie vene. Sento le braccia bruciare, e quel bruciore si propaga in tutto il corpo. È come se avessi freddo, ma in realtà sto bruciando dall'interno. Un urlo di dolore lascia le mie labbra, mi dimeno per staccare le flebo ma non ci riesco. Mi giro a guardare il Barone che ha un ghigno, poi guardo le flebo ormai vuote. Sento le forze lasciare il mio corpo, il monitor cardiaco inizia a suonare rumorosamente e sento il cuore scoppiarmi nel petto, chiudo gli occhi troppo stanca e mi lascio andare anche se il dolore non cessa.

STEVE

Mi passo le mani sul viso non appena noto Bucky uscire nel giardino. Spero che non si vedano gli occhi rossi, non voglio farmi vedere vulnerabile, tanto meno da Buck. L'uomo si siede accanto a me, ha uno sguardo spento e vuoto, sappiamo bene il perché.

"Abbiamo perlustrato ogni edificio abbandonato, ed ogni capannone. Non l'abbiamo trovata, sembra sparita nel nulla"

Mi sento sempre più male, ogni giorno senza di lei è come una coltellata nel petto. Vorrei così tanto sentire il suo profumo di fiori di ciliegio, e sentire la sua risata, vedere il suo sorriso. Vorrei poterla stringere a me e sentirlo contro il mio corpo, come quando la porto in moto.

"È tutta colpa mia, avrei dovuto seguirla e proteggerla!"

Parlo con la voce rotta dalle lacrime di poco fa. È ormai passata una settimana da quando è stata rapita. Tony è chiuso nel laboratorio e non esce, Pepper sembra una statua di cera, mangia poco e piange spesso. Morgan non fa altro che chiedere di lei, e poi c'è Thor. Ogni tanto scatena una tempesta di fulmini senza accorgersene. E poi ci sono tutti gli altri che ci trattano con gentilezza e ci guardano con pena, loro sono i peggiori, sono quelli che credono che lei sia morta. Ma lei non è morta, me lo sento. Presto avremo notizie di lei, o la troveremo, ed a quel punto non la lascerò andare mai più.

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