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La casa sembra essere vuota per la prima volta dopo tanto tempo. Oggi è Lunedì e sono tutti piuttosto impegnati. Stare a casa da sola non mi scoccia di solito, anche se spesso mi annoio. Ho il tempo per fare cose che non potrei fare con la mia famiglia, tipo guardare un film che non prevedi principesse o cuccioli che salvano altri cuccioli. Rimango un pò delusa quando mi accorgo che Steve è in casa. Questo significa che dovremo affrontare il discorso sentimenti. Odio questa cosa, è tutto così imbarazzante e stressante. Lascio lo zaino accanto alle scale per poi sedermi accanto a lui sul divano.

"Va tutto bene?"

Domanda confuso. Annuisco, anche se non è così, mi sento un pò a disagio, non sono quel tipo di ragazza che parla dei proprio sentimenti, a differenza di Steve.

"Dovremmo parlarne, Steve"

Spegne la tv senza pensarci un istante, si gira a guardarmi e focalizza la sua attenzione su di me, un gesto che apprezzo. Non so che cosa dire, speravo iniziasse lui.

"Ti ho baciato due volte... e mi è piaciuto"

Non dico altro, sono decisamente troppo imbarazzata. Non sono abituata a tutto ciò, non mi sono mai dichiarata ad un ragazzo o uomo, e questo non migliora le cose.

"È piaciuto anche a me"

Sorride per poi prendermi per mano. Intreccia le dita alle mie, quel tocco basta per mandarmi in palla. Sorrido come una stupida senza sapere che cosa dire. Che cosa dovremmo fare adesso? Ci piacciamo, e adesso?

"Quindi Jessie?"

Dice il suo nome con un tono sprezzante, è geloso ed io lo sapevo. Non c'entra nulla la preoccupazione o altro, lui è geloso di Jessie. Che bello, Steve Rogers vuole me!

"Contando che ho baciato te?"

"Giusto. Allora può anche scordarsi di te"

Mi tira più vicina a lui, appoggia un braccio sulle mie spalle ed avvicina il suo viso al mio. Stiamo quasi per baciarci quando la porta si apre. Mi sposto velocemente di un posto mentre Steve riaccende la tv.

"Salve Friday, dobbiamo metterci subito al lavoro, ho un sacco di idee che volano come scheggia di vetro!"

"Ricordati la cena Tony, l'hai voluta tu!"

Esclama mia madre, è piena di buste della spesa e dietro di lei ci sono Nat, Morgan e Bruce. Steve mi fa un occhiolino prima di seguire mio padre e Bruce in laboratorio. Io invece aiuto mamma e Nat a mettere a posto la spesa. Cuciniamo gli Hamburger per cena, ma solo quando mio padre ha finito di giocare con la scienza. Alle sette suona il campanello, è Jessie. Gli vado ad aprire io, anche se vorrei scappare da Steve. Per l'occasione ho messo una gonna di jeans ed una camicetta nulla di troppo elegante.

"Ciao straniero. Sei arrivato giusto in tempo!"

Esclamo quando vedo il ragazzo. C'è anche la sua amica di oggi, lei indossa un top nero che le lascia la pancia scoperta, ed una gonna dello stesso colore. Ha dei folti capelli neri, accorciati ad opera d'arte, giusto per farmi scendere un pò di autostima. È davvero molto bella, Jessie invece indossa dei jeans ed una camicia, sotto una giacca di jeans.

"Potete lasciare le giacche qui"

Indico le panche all'entrata dove di solito butto lo zaino. Loro si guardano intorno, sembra quasi vogliano memorizzare la stanza. Li accompagno fino al giardino dove abbiamo apparecchiato la tavola. Morgan e Bucky giocano nel suo castello costruito da mio padre per lei, mentre gli altri chiacchierano tra di loro con un birra in mano. Tutto si ferma quando Jessie e la sua amica fanno la loro entrata.

"Chi è la tua amica?"

Domanda mio padre, riceve subito una gomitata da Pepper. Nonostante ciò, Jessie la presenta con un sorriso.

"È mia sorella. Siamo nuovi in città, non abbiamo molti amici ed ho pensato di portare anche lei per fare amicizia"

La ragazza non sorride, ne fa un passo. Sembra molto tesa, ma forse è solo molto timida. A nessuno piace davvero conoscere gente nuova, la capisco, è in un paese straniero e non ha amici. Jessie gli fa cenno di presentarsi, sospira ed alluna una mano verso mio padre.

"Je.."

Jessie da una gomitata a sua sorella prima che possa terminare la frase. Lei si corregge subito, e questa cosa non passa inosservata agli occhi dei miei famigliari, sopratutto per mio padre.

"Gemma"

"Gemma e Jessie? La vostra è una famiglia particolare. Da dove avete detto di venire?"

Insiste mio padre. Jessie e Gemma si lanciano uno sguardo, un lungo sguardo. Vorrei poter sentire i loro pensieri. Ci sediamo a tavola, mentre i due pensano alla risposta.

"Nostro padre è Svizzero, siamo nati e cresciuti lì"

Gema mi lancia delle occhiate strane, mi fa sentire molto giudicata. È tutto molto strano, loro sono strani e sicuramente prenderò le distanze da Jessie. Non mi fido di lui, potrebbe essere un maniaco, e sua sorella è strana.

"Gradite da bere?"

Mia madre si avvicina a loro con la bottiglia della Coca Cola, dando per scontato che abbiano meno di vent'anni. Jessie scuote la mano semplicemente. Però gradisce molto gli Hamburger cucinati da Bruce. Per tutta la cena parliamo solo di loro, Gemma però non apre bocca. Non mangia nulla, ne parla. Rimane a guardarsi intorno come se stesse cercando una via d'uscita.

"Ti serve il bagno?"

Domando poi, lei mi guarda per un istante poi sorride ed annuisce. È così inquietante, le mostro dove si trova per poi tornare a tavola dove gli altri mi aspettano. L'inquietante sorella ci mette un pò ma alla fine torna dicendo di no stare poco bene, e che ha bisogno di tornare a casa. Il brutto presentimento diventa così forte da spaventarmi. Prenderò le distanze da Jessie, poco ma sicuro.

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