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Steve mi aspetta accanto alla sua moto con il mio casco ed una rosa, non è il mio fiore preferito, in realtà sono allergica al polline, ma è molto dolce. La prendo per poi portarla al naso, è così profumata.

"Perché hai una rosa?"

Domando stupidamente. Steve ormai usa la moto solo per portarmi a fare un giro, è diventata la nostra cosa. Qualche giorno fa mi ha portata fuori città per vedere le stelle, siamo usciti di nascosto ma questo rimarrà un segreto.

"Ti porto in un posto speciale"

Non dice altro, mi aiuta a salire sulla moto per poi partire verso una destinazione a me sconosciuta. Mi stringo a lui come ogni volta e mi lascio coccolare dal suo profumo, e dal calore del suo corpo. Guida fino a Central Park, camminiamo per qualche minuto parlando della mia giornata e di quello che ha fatto lui, rimango a bocca aperta quando noto che c'è una tavola apparecchiata per due sotto un gazebo di legno.

"Steve.."

"È per rimpiazzare il primo appuntamento orribile, dove mi sono mangiato tutte le tue patatine. Abbiamo fino alle cinque"

Mi sfila lo Skate e lo zaino dalle mani, li butta in un angolo del gazebo, poi mi sposta la sedia e mi accompagna al tavolo. Ci sono due sandwich con la crema al cioccolato ed il burro d'arachidi, il mio preferito, e due bicchieri di tè freddo.

"Li ha preparati Yelena, e mi ha consigliato anche di mettere come sottofondo Brandy you're a fine girl dei Looking Glass. È la tua canzone preferita delle playlist di Peter Quill, questo lo so"

"Steve sono senza parole, sei così dolce ma il nostro primo appuntamento è stato bellissimo"

Lui scrolla le spalle, fa partire la canzone sul suo iPhone sette per poi farmi segno di iniziare a mangiare. Temo che quel sandwich non basterà a colmare il suo languirono e la cosa mi diverte parecchio. Mi sento in colpa per essermene andata via in quel modo, quando mi ha detto di stare attenta. Avrei dovuto ringraziarlo o sorridergli.

"Mi dispiace per ieri. È solo che c'era papà e non voglio che si metta tra di noi"

"Lo so. Glielo diremo quando sarai pronta, non ci corre nessuno dietro, no?"

Proprio in quel istante mi arriva un messaggio dalla Mamma. Mi chiede di tornare a casa il prima possibile, sussulto guardando lo schermo del cellulare. Steve mi guarda confuso, così gli mostro il messaggio.

"È per Jessie?"

Steve dovrà pur sapere qualcosa, forse è per questo che mi ha portata qui, per distrarmi. Ma qualcosa dev'essere andato storto, forse papà è ferito, o qualcuno della famiglia. Mi lascio prendere dal panico, mentre Steve sembra calmo. Butta via i bicchieri ed i piattini di carta, torniamo alla moto in un baleno ed in poco tempo arriviamo a casa.

"Mamma.. che succede?"

Sono tutti seduti sul divano, mio padre è in piedi ed ha uno sguardo buio. Dov'è Morgan? Hanno rapito lei al posto mio? Non so più che cosa pensare. Ho le punte delle dita fredde, tremo leggermente e faccio piccoli respiri veloci.

"Dov'è Morgan?"

"È al piano di sopra, ma adesso non c'entra nulla. Sedetevi"

Papà parla con un tono freddo e distaccato. Mi sale un brivido per tutta la schiena, non mi guarda nemmeno negli occhi. Mi scambio uno sguardo con Steve che mi cede il posto sul divano.

"Stavo guardando le telecamere di sicurezza, pensavo di trovare qualcosa su Jessie, magri un indizio"

Oh no. So già dove andrà a finire questa cosa, e Steve sembra avere la mia stessa idea. Siamo stati molto attenti, non ci siamo mai comportati in modo intimo in casa. Sento una fitta allo stomaco, che si trasforma in bruciore, un forte bruciore alla bocca dello stomaco.

"E mi sono imbattuto in una cosa piuttosto curiosa, era un filmato di te e Steve che sgattaiolavate fuori alle dieci di sera, pensavo non fosse nulla di grave, finché sei con lui mi sta bene. Ma poi sono andato un pò indietro.. e che ho trovato secondo te, Steve?"

Dice il suo nome con disgusto. Ci guarda per la prima volta negli occhi, non mi ha mai guardata con così tanta rabbia. La gola inizia a bruciare, e sento le lacrime che spingono ai lati degli occhi per uscire. Papà proietta un video sulla tv, ci siamo io e Steve. Lui è mezzo nudo sulla porta, si stende sul mio letto e poi iniziamo a baciarci. Non c'è il volume per mia fortuna.

"Ora basta toglilo"

Ringhia Steve arrabbiato. Io fisso lo schermo con un tale imbarazzo che vorrei sprofondare, mi corpo il viso con le mani e cerco di trattenere le lacrime il più possibile. Come ha potuto riprodurre il filmato davanti a tutti? E sopratutto come ha potuto mettere delle telecamere nella mia stanza?

"Da te non me lo sarei mai aspettato Capitano... Hai molestato mia figlia!"

Nessuno osa dire una parola nella stanza. Molestie sono altre, Steve non mi ha mai toccata senza il mio consenso, non abbiamo fatto nulla oltre ai baci, ma in questo momento sono troppo imbarazzata per dire una sola parola, o per togliere le mani dal viso.

"Non l'ho molestata, lei era consenziente. Tra di noi c'è..."

"Non giocarti la carta dell'amore Steve, è una bambina  e tu l'hai vista crescere. Siete proprio disgustosi, avete tradito la mia fiducia per cosa?!"

Papà lo zittisce con queste parole, sapevo che non avrebbe capito e che sarebbe stato contrario a tutto ciò, per questo volevo aspettare e sperare nel meglio. È una situazione al quanto complicata, ma solo perché la rendiamo noi così. Io e Steve proviamo dei sentimenti l'uno per l'altra, non c'è nulla di complicato. L'imbarazzo lascia il posto alla rabbia quando mi guardo intorno e vedo solo sguardi delusi o arrabbiati, sopratutto da parte di mio padre.

"Hai nascosto una telecamera nella mia stanza e mi hai spiata, questo come lo chiami?!"

"Protezione. Il tuo invece lo chiamo pugnalata alle spalle... mi hai proprio deluso, questa volta non basterà qualche lacrima e il musetto dolce, hai perso completamente la mia fiducia!"

Mi schiarisco la voce un paio di volte, per alleviare il bruciore ma non funziona. Sentirsi dire da Tony che l'ho deluso è come una pugnalata nel cuore, mi fa così male che quasi non riesco a respirare. So che ora è solo arrabbiato, gli passerà e capirà che io ci tengo davvero a Steve e viceversa.

"Tu invece prendi le tue cose e vattene da qui!"

Mi alzo di scatto non appena sento quelle parole, non lascerò che Steve se ne vada. Questa è casa sua, c'è la sua famigli, i suoi migliori amici, ci sono io. 

"Se va via lui vado via io!"

Mi metto davanti a Steve, mio padre sorride amareggiato e scrolla le spalle. Quel gesto basta per spezzarmi il cuore, già decisamente danneggiato. Significa che non gli interessa di me? Forse mi fa così perché sa che con Steve sarò al sicuro, anche se non sarò con lui.

"Bene allora vattene"

"T-tu non dici sul serio Papà... non vuoi farmi dormire da Kate, figuriamoci cacciarmi di casa!"

"No, sono serio. Prendi le tue cose, le tue stupide cassette del Walkman, e i tuoi vestiti, le cose di scuola. Prendi tutto ciò che c'è nella camera che ti ho dato e portalo via, non mi interessa dove starai, purché sia lontano da questa casa!"

Butta il telecomando sul divano accanto alla mamma, dopodiché scende nel suo laboratorio ed accende la musica a tutto volume. Quando fa così non vuole parlare con nessuno, ne vedere nessuno. Non prendo nulla, solo lo zaino e lo skate. Devo prendere una boccata d'aria. Steve prova a fermarmi, così come gli altri, ma proprio come papà non voglio parlare con nessuno.

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