Roma, 1° novembre 2019
Quella mattina misi la sveglia alle sette invece che alle cinque, ma ci pensò una telefonata di mia madre a buttarmi giù dal letto.
<< Mamma, che c'è? >> domandai con la voce ancora impastata di sonno.
<< Tesoro, buongiorno! Volevo informarti che tuo padre e io siamo già in viaggio, ed Emma e Fabrizio sono con noi... >> mi rispose con voce soddisfatta.
<< A che altezza state? >> chiesi subito.
<< Roma è ancora lontana e c'è un traffico pazzesco, ma penso che a breve saremo lì >> replicò.
Pensai che non doveva essere troppo ottimista, con il traffico di Roma, specialmente in un periodo come il Ponte di Ognissanti, in cui la gente si spostava in massa.
A Centocelle, poi, il parcheggio l'avrebbero trovato minimo in doppia fila.
<< Qual è il programma di oggi? >> volli sapere.
<< Prima andiamo a visitare il Cimitero del Verano, poi ci farai fare un bel tour della zona universitaria, visto che sta lì vicino. Infine pranziamo tutti insieme, immagino a casa della tua amica che ti ospita... A proposito, quando te la trovi una casa? Hai un lavoro adesso... >> fece lei, toccando un argomento spinoso.
<< Appena percepirò il primo stipendio e il pacco di soldi che mi deve il mio ex marito con gli alimenti, allora se ne parlerà >> tagliai corto.
Sapevo che quella sarebbe stata una giornata infinita.***
Ci aveva pensato Laura alla colazione, quella mattina.
<< Oh grazie. Meno male che ci hai pensato! Dopo la telefonata di mia madre vorrei solo sprofondare nelle viscere della Terra... >> ammisi, mentre mi sedevo.
<< Meglio le viscere della Terra o quelle di un forno? >> sorrise maliziosamente la mia amica mentre mi versava il caffè.
<< Non mi piace Antonio, se è quello che pensi >> mi misi sulla difensiva.
I pettegolezzi di prima mattina non ci volevano.
<< Non mi riferivo ad Antonio, ma al bel dottor Mainetti! >> cinguettò lei.
<< Peggio mi sento! Quello lì non solo è il migliore amico di Marco, ma mi tratta anche come un caso clinico... E poi adesso ho problemi più seri >> risposi infastidita.
<< Arrivano i tuoi, lo so. Ma cosa vogliono fare oggi? >> chiese.
<< Il tour del Verano e della zona universitaria: quindi Piazza Bologna, Viale Regina Elena, Viale delle Province... E poi vuole che pranziamo tutti insieme qui. Peccato che non ho niente di pronto... >> sbuffai.
Volevo riposarmi, e invece mi sarebbe anche toccato cucinare per quattro fiorentini altolocati ed esigenti.
<< Per questo non ti devi preoccupare, ci penseremo noi >> mi aiutò.
<< Noi chi? >> volli sapere.
<< Io, Elena, la signora Daniela, Federico, magari coinvolgiamo anche Antonio e Dante... >> mi elencò.
<< Mia madre si metterà immediatamente strane idee in testa, ma mi fareste un immenso favore >> ammisi, ricostruendo nella mia mente una lunga tavolata di persone che sarebbero riuscite a parlare solo del tempo e del cibo.
Ma dovetti cambiare subito scenario e iniziare a prepararmi: ogni minuto di esitazione era un chilometro in più sull'autostrada della mia famiglia.***
Avevo detto a mio padre di parcheggiare a Via dei Frassini all'incrocio con Via dei Pioppi, anche in doppia fila perché tanto il posto in prima non lo avrebbero trovato.
Quando me li ritrovai davanti, alle nove del mattino del primo giorno di novembre, mi sembrarono un gruppo di turisti fuori stagione: mio padre era elegante ma sobrio, mia madre indossava un abito dalle ampie maniche che però la facevano morire di freddo, altrettanto in tiro era Emma, mentre Fabrizio aveva seguito l'esempio del suocero.
<< Avete trovato posto? >> esordii venendo loro incontro.
<< In doppia fila, ovviamente. Ah, Firenze è proprio un'altra cosa, un altro grado di civiltà! >> sbuffò lei, non proprio contentissima di ritrovarsi catapultata nella realtà gigantesca dell'Urbe.
<< Firenze sarà grande un quarto di Roma >> le ricordai.
Mia madre mi prese le mani, mi fece fare un giro su me stessa.
<< Ti trovo bene, sai? Per essere una donna divorziata che lavora da mattina a sera dentro un forno, intendo >> commentò.
<< La mamma ha ragione. E meno male che non avete avuto figli, altrimenti ne avresti dovuti svolgere due, di lavori >> si aggiunse Emma.
Aveva quattro anni meno di me, e i miei stessi capelli biondi e occhi azzurri, ma lo snobismo di mia madre lo aveva ereditato tutto lei.
<< Ma per fortuna non è il caso, giusto? >> fece Fabrizio, venendomi incontro.
Lo conoscevo da una vita, e una vita fa il suo migliore amico, Ernesto Conti, era stato il mio fidanzato.
<< Allora, vogliamo dirigerci al Verano? >> si intromise mio padre.
<< Direi di sì. Altrimenti troviamo la bolgia >> colsi la palla al balzo.
Prima di prendere posto in macchina mi avvicinai a lui.
<< Grazie >> gli sussurrai nell'orecchio.
Non so cosa sarebbe successo se non fosse intervenuto.
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Quante stelle ha il mio cielo
ЧиклитCentocelle (Roma), 29 ottobre 2019. Anita Cecchi ha trent'anni e ne ha passati cinque sposata con Giuseppe Lojacono, conosciuto ai tempi dell'università, il quale non ha fatto altro che mortificarla insieme alla madre Assunta, la quale accusava la n...