Capitolo 66

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Centocelle, 15 giugno 2020

Partii due giorni prima del concorso di Amalfi insieme ad Alberto: tutto ciò che successe quel giorno a Centocelle me lo raccontarono le mie amiche.
Al lavoro Antonio era scuro in volto, Stella e Fabio lo notarono.
<< È tutto a posto? >> domandò la Marini, immaginando già la risposta.
<< Sì, è tutto a posto >> mentì Patriarca, concentrandosi sull'impasto.
<< A noi sembra il contrario >> sottolineò il terzo collega.
<< Vi pare male >> ribatté stizzito il mio ex fidanzato.
<< Non è che per caso c'entra Anita, che guarda caso oggi è ad Amalfi, tra le braccia di un uomo che non sei tu? >> lo stuzzicò Beretta.
<< E che palle che siete! Anita ha fatto le sue scelte, e io sarei anche fidanzato con Teresa, qualora non ve lo ricordiate... >> sbottò Antonio.
<< Un'idealista pazza che ti sei ripreso per non rimanere da solo, vorrai dire >> puntualizzò Stella.
<< Ma i cazzi vostri no, eh? Pensate a lavorare, che la strada per la ripresa dal lockdown è ancora lunga! >> li rimise in riga lui, ma i due fidanzati si guardarono di nascosto sorridendo: gli avevano messo un tarlo in testa e difficilmente sarebbe andato via.

                                     ***

Bisognoso di una pausa, Antonio uscì dalle cucine e andò in sala, dove si ritrovò davanti Sofia e Federico a parlare seduti ad un tavolo: sembravano una maestra ed uno scolaretto.
<< Avete preso la Panetteria Mainetti per uno speed date? >> domandò scontroso non appena li vide.
<< Veramente dovresti ringraziarmi, visto che sto per mandarti dei rinforzi in cucina >> controbattè la Mainetti.
<< Lo so che Anita è insostituibile, però anch'io me la cavo col pane e i suoi derivati... >> intervenne l'ex rider.
<< Oh, ma che avete tutti con Anita, oggi? Ci siamo lasciati, sono fidanzato e non mi dà fastidio che lei stia con un altro, ok? >> sbottò anche contro di loro, uscendo furibondo dalla panetteria, mentre i due si guardavano sorridendo esattamente come avevano fatto Stella e Fabio, i quali sbucarono in sala all'improvviso.
<< Allora, come ha reagito? >> chiese subito la Marini.
<< È incazzato nero, come previsto >> disse Sofia soddisfatta.

                                     ***

All'esterno della panetteria Elena, Laura e Fabiola, tutte e tre in pausa, guardavano lo smartphone e parlottavano allegramente.
<< Oh, ciao Antonio! >> lo salutò la Castroni.
<< Come mai ridete? >> bofonchiò il panettiere.
<< Non stiamo ridendo. Stiamo commentando le foto di Anita >> rispose la Mancuso, mostrandogli il display, dove io avevo inviato alcune foto della Costiera Amalfitana.
<< Beata lei, si starà sicuramente divertendo un mondo con Alberto Della Valle in uno dei posti più belli d'Italia... >> sospirò la Ventresca.
<< E invece noi qui, a sgobbare! >> sospirò Laura.
<< A chi tutto e a chi niente... >> concordò Elena.
<< Ma se state in pausa da tre ore... E poi sembra quasi che Anita sia andata a fare un viaggio di piacere con quello là, più che un concorso... >> protestò Antonio.
<< Perché, ti dà fastidio? >> chiese candidamente Fabiola.
<< Anche voi no! >> esclamò il ragazzo, lasciandole mentre sorridevano trionfanti e si davano il cinque, come a segnalare un obiettivo raggiunto.

                                    ***

Antonio si diresse a Via dei Platani, dove Teresa stava conducendo una delle sue solite battaglie per difendere un locale a rischio chiusura: la stavano aiutando Ivan, che di quei poveri disgraziati era vicino di bottega, Dante e Marco.
<< Antonio, sei venuto per i rinforzi? >> intervenne il marito di Fabiola.
<< Credo che sia venuto per me >> indovinò Teresa, prendendo da parte Patriarca.
<< Non cercare di coinvolgermi in uno dei tuoi casi umani perché sto nero... >> esordì il giovane.
<< E io so anche perché. Sei ancora innamorato di Anita, vero? >> lo affrontò la Magni.
Patriarca la guardò in silenzio per alcuni minuti.
<< Non c'è bisogno che ti inventi scuse, lo so. Forse l'ho sempre saputo. Con lei sei rifiorito, sei stato felice come non lo sarai mai con me >> proseguì la ragazza.
<< Teresa, io... >> tentò di controbattere lui.
<< Che ci fai ancora qui? Il concorso comincia a mezzogiorno, in due ore ce la fai a raggiungerla, se guidi veloce anche meno... >> lo incoraggiò lei.
<< Non so se te l'ho mai detto, ma sei una donna estremamente generosa! >> la ringraziò Antonio, mentre correva a prendere l'auto.
<< Forse anche troppo per questo mondo! >> gli gridò dietro Teresa, per poi girarsi verso Dante, Marco e Ivan con i pollici alzati e un sorriso forse un po' tirato, ma consapevole.

                                     ***

Le strade ancora non pienissime giocarono a favore di Antonio, che riuscì ad arrivare ad Amalfi poco prima che cominciasse il concorso.
Parcheggiò sul lungomare e, appena vide una signora che passava, gli chiese dove si trovasse la villa della famiglia Della Valle.
<< Poc luntan da cca. Appress a 'o stabilimento ca se ver annanz >> rispose quella in un dialetto che lui comprese abbastanza da capire esattamente dove andare.
Corse a perdifiato fino alla porta di servizio, dove vide alcune divise da camerieri: poiché l'evento era aperto ai lavoratori occasionali, riuscì ad imbucarsi senza problemi.
Intanto, sulla terrazza, l'organizzatore del concorso stava facendo il discorso introduttivo, carico di speranza e parole incoraggianti perché uscivamo da un periodo critico: cercavo con lo sguardo gli occhi di Alberto, per trovare un po' di serenità.
<< Anita! >> sentii gridare all'improvviso, prima che il panegirico finisse.
<< Ma mo chi è chist? >>
<< Ma sta pazziann? >>
<< Foss nu mariuol? >>
Nonostante il vociare delle persone intorno a noi, riconobbi quel timbro.
<< Antonio? >> chiesi stupita, e me lo ritrovai davanti mentre due agenti della sicurezza cercavano di trattenerlo.
<< Anita, io ti amo! Ti amo, e mi dispiace esserci arrivato così tardi. E aiutato da tutti i nostri amici, peraltro... >> continuò lui.
<< I nostri amici? >> domandai stupita
<< Perfino Teresa era d'accordo, ha capito che sono innamorato di te. Sì, lo so che ho interrotto l'occasione della vita di un sacco di gente, so anche che sto facendo una figura di merda, e se non mi vorrai più vedere capirò, ma quello che avevo da dire te l'ho detto! >> esclamò tutto d'un fiato.
Sentii la pressione della gente intorno addosso, e per la prima volta nella mia vita non ebbi subito la risposta pronta; il più sbigottito di tutti era Alberto, che mi guardava con aria interrogativa.
Ma forse le parole di Antonio erano proprio quello che volevo sentirmi dire, e a quel punto seppi cosa rispondere.
<< Sei un pazzo, Antonio Patriarca. Ma proprio per questo ti amo anch'io! >> replicai, avvicinandomi a lui, che venne lasciato dai due agenti.
Ci baciammo davanti ai presenti, incuranti delle parole, a volte dolci e a volte ingiuriose, con cui stavano commentando la scena: ci eravamo ritrovati, e più niente contava.

Quante stelle ha il mio cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora