Centocelle, 10 dicembre 2019
Non riuscii a chiudere occhio, quella notte, e quando ci riuscivo, non facevo altro che sognare Giuseppe e Laura che facevano l'amore in tutti i modi, in quello che era stato il nostro letto nuziale, a casa Lojacono.
Mi svegliai alle otto meno un quarto, come tutti i martedì in cui dovevo andare in palestra: ero combattuta se andare o meno.
Quando accesi lo smartphone, trovai una mole di messaggi non letti e chiamate senza risposta da parte di entrambi gli infami: non avevo voglia di parlare con loro, in particolar modo non volevo parlare con Laura; che Giuseppe avesse già un'altra me l'aspettavo, ma che fosse proprio una delle mie migliori amiche beh, quella era una vera coltellata.
Decisi di telefonare ad Elena, per conoscere il suo punto di vista.
<< Pronto? >> domandò la voce di quest'ultima.
<< Li odio. Li odio entrambi, ambedue >> risposi irritata.
<< Ti riferisci a Laura e Giuseppe? >> indovinò.
Quella consapevolezza fu peggio della scoperta in sé per sé.
<< Non mi dire che lo sapevi... >> cominciai infastidita.
<< Ieri sera tardi Laura mi ha chiamata in lacrime. È sicura di aver perso una delle sue migliori amiche, che tu non la vorrai più vedere nemmeno dipinta >> mi raccontò.
<< Lo credo bene! Ma come ha potuto mettersi con il mio ex marito, sapendo com'era fatto e sapendo quanto sono stata male? Non ci posso pensare che ha ascoltato tutte le mie lamentele e intanto già si era infilata nel suo letto... >> ipotizzai disgustata.
<< Adesso non esagerare. Si tratta di poco tempo. Comunque dovreste parlare >> mi ammonì.
<< Non adesso e non oggi. Ho da fare. Molto da fare >> mi congedai, chiudendo la conversazione.
Era troppo presto per parlarle: le avrei dato della ladra di uomini davanti a tutto il quartiere; non era ancora il caso.***
Il momento più appagante della lezione fu il momento dell'incontro clandestino con Roberto, nelle docce dello spogliatoio femminile.
Manilunghe notò il fatto che quella mattina fossi particolarmente selvaggia, nel fare l'amore.
<< Ma cos'è successo? Sei così focosa, come la prima volta che ci siamo incontrati... >> osservò, mentre ci rivestivamo.
<< Vabbè che tu e tua moglie ai tradimenti ci siete abituati, ma io no... E il mio ex marito si vede da tempo con una delle mie più care amiche >> gli spiegai, sospirando.
<< Quale delle tre? >> mi chiese.
<< Laura, la bancaria. Difatti era strana, rideva troppo e da sola, leggendo i messaggi su WhatsApp >> raccontai.
<< E da quando sono cominciati questi episodi? >> domandò.
<< Da poche settimane dopo il mio divorzio. Ammesso che questa tresca non cominciasse già da prima >> ipotizzai.
<< Sai che ti dico? Che tu sei ancora innamorata di Giuseppe, e che l'autista dell'Atac è solo un fantoccio >> mi fece notare.
<< Ma povero Marco! Alla fine è un bravo ragazzo... Ma non è Giuseppe. Che era un despota, un ingrato attaccato alle gonne della madre, però dava certi baci... >> argomentai, perdendomi nei ricordi degli anni universitari, quando Lojacono e io eravamo fidanzati.
<< Meglio di me? >> scherzò il mio insegnante di pilates.
<< Tu non baci, mozzichi. E meno male che Marco è tonto e non se ne accorge. Mi dispiace per lui, ma non so se dureremo >> immaginai.
<< Lo scemo però mi fa comodo. Altrimenti non avresti bisogno di me... >> ammiccò, in un tono a metà tra il torbido e il comico.
<< Anche questo sarà da rivedere... >> feci finta di minacciarlo.
Non mi faceva impazzire, ma certe volte era una buona valvola di sfogo, e riusciva a psicoanalizzarmi meglio di Dante.***
Il mio malumore si stava riflettendo sul lavoro e Antonio l'aveva notato.
<< Il giorno in cui capirò cosa ti passa per la testa vincerò un milione di euro >> ironizzò, guadagnandosi una mia occhiataccia.
<< Ok, d'accordo. Mi dispiace per la battutaccia. Dimmi cos'è successo >> aggiunse poi, alzando le mani.
<< L'uomo misterioso di Laura è Giuseppe >> confessai.
<< Giuseppe il tuo ex marito? >> domandò sbigottito.
<< E chi altri se no? >> gli feci presente.
<< Però, sembra la trama di un romanzo rosa... >> commentò mezzo divertito.
<< Non è divertente, Antonio! Giuseppe è il mio ex marito e Laura la mia migliore amica! Che schifo... >> sbottai, stanca che nessuno capisse la gravità del fatto.
A un certo punto Tatiana entrò tutta trafelata nelle cucine.
<< Anita, hai visite! >> esclamò, mentre proprio Laura e Giuseppe venivano dietro di lei.
<< Buongiorno... >> salutò la Mancuso.
<< Buongiorno >> rispose Patriarca, mentre Lojacono e io mantenevamo il silenzio, imbarazzati.
Mentre Tatiana ci lasciava da soli, Laura prese il respiro.
<< Ascolta, Ani. Mi dispiace se non ti abbiamo detto niente. È successo così, all'improvviso... >> esordì, in tono insicuro.
<< Vero, non eravamo certi dei nostri sentimenti... >> proseguì Giuseppe.
Quell'atteggiamento da finti dimessi mi fece venire il sangue alla testa.
<< All'improvviso? Ma mi prendete per il culo? Laura, sono settimane che ti vedo ridere come una deficiente davanti al telefono e tu mi dicevi che era un collega... In quanto a te, Giuseppe... Di tutte le donne di Centocelle, proprio con una mia amica? >> scoppiai perciò.
<< Vieni, Laura. Qui a quanto pare non siamo ben graditi... >> decise Giuseppe, prendendo per mano la sua nuova fidanzata e andando via dal forno.***
Stavano per uscire dalla panetteria, quando chiamai mio marito sulla porta d'entrata.
<< Guarda che non avevamo finito di parlare! >> berciai.
A quella frase, i due si fermarono.
<< Laura, tesoro... Puoi precedermi a casa? >> disse Giuseppe a Laura, che ubbidì, cosicché rimanemmo soli.
<< Che c'è, non hai il coraggio di fare l'uomo davanti alla tua nuova donna? >> lo attaccai di nuovo.
<< Lo vedi come sei fatta? Non si può parlare con te... Appena qualcuno dice qualcosa che non ti va bene, tu alzi la voce, e pigli a male parole le persone... >> mi rispose piccato.
<< Ah, quindi adesso è colpa mia? Mi maltratti, mi tradisci e ti riconsoli perché io alzo la voce? >> continuai furente.
<< A parte che ti sei riconsolata anche tu, e pure ampiamente. Certo, quel Venturi è un sottone, ma in mancanza di meglio... Ma ti sei chiesta perché proprio con Laura? Beh, perché lei è gentile e non prende subito d'aceto come fai tu! >> mi rinfacciò.
<< Quindi ti scopi Laura solo perché ti sembra più ruffiana di me? >> feci, ancora più arrabbiata.
<< Lo vedi che ho ragione? Sono sicuro che farai scappare anche quel poveraccio di Venturi... >> concluse, prima di lasciarmi da sola davanti all'entrata.***
Anche Dante rimase allibito dal mio racconto.
<< Laura, colei che ti ha ospitato, è ufficialmente la nuova compagna del tuo ex marito? >> ripeté, come se non avesse inteso.
<< No, guarda. È successo alla mia vicina sessantenne >> risposi sarcastica.
<< Mammamia, che pesantezza! Cercavo di sdrammatizzare... >> commentò, mentre lo guardavo in cagnesco.
<< Non c'è niente da sdrammatizzare. È una tragedia. Io non so più di chi fidarmi, ti rendi conto? >> lo delucidai.
<< Beh, c'è Marco. E Fabiola ed Elena. Mia madre e mia cognata. Ci sono i tuoi colleghi. E poi ci sono io, per quello che può valere >> mi ricordò.
<< Forse hai ragione. Però non me la sento di perdonarli. Non ancora, almeno >> confessai.
<< Questo almeno è un inizio >> mi concesse, mentre scriveva su quel suo quaderno sempre aperto mentre parlava coi pazienti.
Chissà, forse aveva scritto che, oltre che pazza, ero anche gelosa della nuova vita dell'uomo da cui avevo scelto di divorziare.***
Quella sera uscii con le mie amiche superstiti: andammo a fare un apericena ad "I Meet", un locale a Piazzale delle Gardenie; avevo bisogno di un posto che non fosse il mio luogo di lavoro.
<< Una cretina. Sono davvero una cretina... >> mi sfogai, piangendo e bevendo birra chiara, con cui pasteggiavo gli stuzzichini.
<< Non ti sembra di esagerare ad autoflagellarti? >> mi fece ragionare Elena.
<< No, perché è passato un mese e mezzo e non mi sono mai accorta di niente. Probabilmente quei due se la facevano dal giorno del divorzio, forse addirittura da prima... >> ipotizzai, figurandomi i peggiori scenari.
<< Ok, adesso stai scivolando nel trash >> decretò Fabiola, lanciandosi occhiate disperate con la Castroni. Probabilmente pensavano che fossi irrecuperabile.
<< Sapete cosa diceva, la stronza, ai tempi dell'università e durante i primi anni del matrimonio? Che Giuseppe non le ispirava fiducia, e adesso invece se lo scopa... >> proseguii disperata.
<< Ascolta, non sei lucida. Domani ne parleremo meglio >> mi rassicurò Elena.
<< Domani. Ma stasera desidero soltanto andare in coma etilico >> biascicai, ormai brilla.
<< Ok, un pochino ci sta. Tanto guida Elena! >> si aggregò la Ventresca, mentre la Castroni sbuffava.
<< Tutte le fortune... >> roteò gli occhi, mentre Fabiola e io finivamo le nostre birre.
Avevo proprio bisogno di quella serata, chissà se avrei mai dimenticato tutta quella storia.
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Quante stelle ha il mio cielo
ChickLitCentocelle (Roma), 29 ottobre 2019. Anita Cecchi ha trent'anni e ne ha passati cinque sposata con Giuseppe Lojacono, conosciuto ai tempi dell'università, il quale non ha fatto altro che mortificarla insieme alla madre Assunta, la quale accusava la n...