Capitolo 62

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Centocelle, 16 maggio 2020

Se i primi giorni furono un idillio, con Giuseppe che mi trattava con i guanti di velluto e perfino Assunta che mi stimava, le due settimane seguenti cominciarono a reinstaurarsi alcuni dei vecchi meccanismi della routine precedente da cui ero scappata alla fine di ottobre: certo, nessuno aveva da obiettare che andassi a lavorare, ma Giuseppe era diventato geloso di tutti i colleghi maschi che avevo alla Panetteria Mainetti, specialmente di Antonio, che era stato il mio fidanzato fino a pochissimo tempo prima; per questo motivo avevamo preso a seguire una terapia di coppia allo studio di Dante, l'unico essere di sesso maschile che mi girava intorno a cui lui non desiderasse spaccare la faccia.
Oltretutto avevo anche ripreso ad occuparmi della casa, e la mia ex suocera non aveva resistito alla tentazione di mettere bocca su tutto quello che facessi, come se la più brava tra le casalinghe fosse lei.
Stavo seriamente pensando a chi me lo avesse fatto fare a tornare in famiglia Lojacono, e cosa sarebbe successo a me ed Antonio se non ci fossero stati di mezzo la pandemia e il lockdown.

                                     ***

Il mio ex fidanzato e io avevamo preso turni diversi, e alternavano la mattina al pomeriggio: era anche una conseguenza naturale del Coronavirus, visto che il lavoro dei locali come il nostro era molto frazionato e strutturato sulle ordinazioni prese dai clienti attraverso i corrieri di Glovo; passavamo il tempo a cucinare con le mascherine chirurgiche sul viso che, tenute per ore, lasciavano i segni in faccia e i loro elastici scorticavano la pelle dietro le orecchie, facendoci comparire fastidiose vesciche.
Quando con i miei amici ci incontravamo all'ora di pranzo, potevo scorgere nei loro volti i miei stessi disagi: le ore passate all'aria aperta eravamo le uniche in cui non portavamo le mascherine.
<< Eccola, la nostra indistruttibile panettiera! >> esclamò Elena, accogliendomi insieme a Laura e Marco, che tubavano come se fossero soli al mondo.
<< Sono tutti felici ed entusiasti all'inizio >> berciai in loro direzione, cosicché si staccarono imbarazzati.
<< E dai, non essere severa se si baciano! >> smorzò la tensione Elena.
<< Non è colpa mia se il mio matrimonio finito rischia di finire di nuovo, e sono circondata da coppiette felici! >> sbuffai, mentre la mia amica giornalista mi passava il menu.
<< Il mio in realtà è al lavoro e si deve cuccare te e Giuseppe alle quindici! >> ironizzò lei.
<< E poi stasera c'è l'Eurovision Song Contest, l'abbiamo sempre visto tutti insieme e quest'anno, con Conte che ha dato la possibilità anche agli amici non congiunti di incontrarsi, possiamo farlo! >> esclamò Laura, mentre poi riprendeva a baciare Marco.
<< Non è la gara vera, è una specie di revival organizzato velocemente per via del Coronavirus! >> protestai.
<< Ma sarà fantastico comunque! >> intervenne Marco.
Lo guardai malissimo, ma Elena mise una mano sul mio braccio per calmarmi.
<< Almeno provaci >> mi consigliò.
Le diedi retta, pensai che avesse ragione.
 
                                     ***

Alle quindici Giuseppe e io eravamo allo studio di Dante, per parlare della nostra situazione.
<< Allora, che progressi abbiamo fatto oggi? >> ci domandò, anche se dalle nostre facce non promettevamo nulla di buono.
<< Mi fa i pezzi di gelosia al lavoro >> cominciai.
<< Uno dei due tuoi colleghi è il tuo ex! >> si giustificò Giuseppe.
<< Ma l'altro è Fabio, che per inciso è fidanzato con Stella! >> gli ricordai.
<< E i camerieri? E quel cretino del rider? >> domandò lui.
<< Federico Stanzi è fidanzato con la padrona della baracca, che gliene frega di me? >> mi difesi.
<< E quel cuoco che ti inviava tutte quelle mail? >> insistette.
<< Ancora? Le ho tutte cestinate! >> protestai scocciata.
<< Signori, per favore! Cercate di darvi una calmata... Perché non provate a trovare un punto d'incontro? >> ci interruppe Dante.
<< E quale? >> chiedemmo in coro.
<< Ad esempio stasera vedremo l'Eurovision Song Contest tutti insieme. Non credete che sia un'occasione buona per stare insieme senza litigare? >> ci delucidò.
Ci pensammo su un po'.
<< Forse hai ragione >> dissi, e Giuseppe fu inspiegabilmente d'accordo con me.

                                    ***

Entrammo nella macchina di lui per tornare a casa.
<< Ma dovevi proprio dirgli dello chef Della Valle? >> sbottai, mentre lui metteva in moto.
<< Ci chiede le cose che non vanno nella coppia per migliorarle, no? E quello stalker di cuoco proprio non va... >> affermò, mentre guidava verso casa.
<< Saresti geloso anche dei concorrenti maschi dell'Eurovision, stasera? >> lo presi in giro.
<< Non dire cazzate >> si schermì, non parlando più fino a quando non fummo dentro casa.
Ci accolse Assunta, con la sua solita aria di sufficienza stampata sul volto.
<< Allora, com'è andata dallo strizzacervelli? >> chiese sarcastica. Non era mai stata d'accordo col fatto che Giuseppe e io seguissimo una terapia di coppia.
La guardai con aria di sfida.
<< Benissimo. E stasera usciamo, andiamo da Elena a vedere l'Eurovision >> risposi, abbastanza veloce che la Lojacono non poté replicare.

                                      ***

Alle otto e trenta ci presentammo a casa di Elena, dove c'erano anche sua madre Daniela, Dante, Sofia e Federico, Laura e Marco, Fabiola e Ivan con i figli.
<< Eccovi arrivati, benvenuti! >> esclamò la signora Castroni, accogliendoci calorosamente.
<< Grazie, Daniela >> sorrisi gentilmente, ma pensai che tutti si fossero accorti che si trattava di una facciata.
Cenammo e poi guardammo l'Eurovision Song Contest, che quella sera non sarebbe stato una gara ma una grande festa per accendere una speranza dopo il Coronavirus e il lockdown: non a caso si chiamava "Europe Shine A Light".
Tornammo a casa stanchi ma alleggeriti rispetto alla giornata vissuta: Giuseppe fu addirittura gentile, prima di addormentarsi.
Prima di seguire il suo esempio presi il pc per aggiornare il blog, quando nella sezione dei commenti vidi alcune righe che mi misero in soggezione:

Potrai anche cestinare le mie mail e snobbare le mie richieste, ma io non ti mollo perché il tuo talento non può restare per sempre nascosto. Se mi seguirai, ti renderò una donna felice sotto tutti i punti di vista. Verrò a cercarti nei prissimi giorni.

Alberto Della Valle

Dopo aver letto quel commento, una sensazione di angoscia e dubbio mi avvolse: forse Giuseppe aveva ragione, forse mi ero messa troppo in vetrina negli ultimi mesi e avrei dovuto darmi una calmata; o forse questo Alberto Della Valle, probabilmente innamorato di me oltre che della mia cucina, rappresentava davvero una via d'uscita.
Mi addormentai faticosamente, scivolando in un sonno senza sogni.

Quante stelle ha il mio cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora