Centocelle, 18 novembre 2019
Per tutta la domenica successiva mi riposai, non senza pensare a tutto ciò che era successo nel weekend: non solo avevo accettato di cantare al Karaoke con un ragazzo che avevo sempre definito stalker, ma avevo anche acquisito nuove, interessanti nozioni sulle persone che componevano il gotha centocelliano, che per una parte erano i miei datori di lavoro; soprattutto mi aveva colpito venire a conoscenza della relazione clandestina tra Dante e sua cognata Sofia, che una volta era stata la sua fidanzata, e con cui si riconsolava da un marito, Carlo, il quale le preferiva una donna sposata, la quale a sua volta era la proprietaria del centro estetico dove lavorava Fabiola, che fino a meno di un mese prima era mia cognata: la vita del quartiere, con tutti i suoi segreti e i suoi misteri, mi aveva sfiorata per anni senza che io, però, me ne accorgessi, visto che avevo passato gli ultimi cinque anni a fare la casalinga.
L'unica cosa che ancora non mi quadrava era l'interessamento di Dante nei miei confronti: non sapevo se lo faceva per il suo amico Marco o per provarci con me perché magari Sofia lo stava scaricando; pensai che gli avrei fatto quella domanda quel giorno allo studio, anche se come conseguenza non avrebbe potenzialmente voluto più vedermi.***
Trovai subito altro a cui pensare: Fabiola mi doveva assolutamente parlare di una cosa prima di andare al lavoro.
<< Allora, quale sarebbe la cosa di cui morivi dalla voglia di parlarmi? >> le domandai mentre la salutiamo.
<< Che entrerai più tardi alla panetteria, perché si va prima al centro estetico e poi ad iscriverti in palestra! >> decretò la Ventresca entusiasta.
<< Come al centro estetico e in palestra? E come hai fatto in modo di farmi avere mezza giornata libera? >> chiesi stupita.
<< Ho parlato con la signora Cristina, che conosce le Mainetti, che sono le mogli dei tuoi capi, alle quali faccio spesso le unghie >> mi rispose con naturalezza.
<< Siete un'associazione a delinquere, tutti quanti! >> esclamai, un po' ridendo e un po' rimanendo di stucco.
Effettivamente avevo bisogno di una vita più variegata anche al di fuori del forno: da dopo il divorzio mi ero dedicata quasi esclusivamente al lavoro.
<< E dai, vedrai che sarà divertente! Il corso di pilates ti rimetterà in sesto, è lo stesso che frequentiamo anche io e le Mainetti >> mi comunicò.
<< Il corso di pilates? Quello tenuto da Manilunghe? >> saltai su sconvolta.
Ci mancava soltanto che il più maniaco degli istruttori di palestra di Centocelle facesse il cretino anche con me: la mia vita mi sembrava già abbastanza caotica.
<< E dai... Mica è detto che ci proverà per forza con te! >> insistette Fabiola.
<< Io la prova la faccio, ma se quello là prova a toccarmi giuro che lo picchio davanti a tutte voi! >> la redarguii.
La mia amica non osò obiettare.
<< Ok, direi che possiamo andare >> decise, trascinandomi verso il centro estetico.***
Non mi ricordavo l'ultima volta che ero stata lì dentro: forse prima del divorzio da Giuseppe, o addirittura prima che lui mi tradisse.
Ad ogni modo avrei voluto sotterrarmi, mentre avanzavo appresso a Fabiola e vedevo donne e uomini perfettamente sistemati, con unghie smaltate, pelle lampadata, senza un capello fuori posto né un pelo di troppo addosso; il paragone con loro mi faceva sentire ancora più trascurata di quanto non lo fossi già; in un primo momento avevo pensato che, lavorando nel forno di una panetteria, nessuno avrebbe dovuto vedermi in continuazione, a parte i miei colleghi e i dipendenti della sala, ma osservare la gente preoccuparsi dell'estetica perfino per andare a fare la spesa mi ricordava quanto, nell'ultimo periodo, avessi curato poco la mia femminilità.
<< Oh, ecco la signora Cristina! >> esclamò Fabiola, vedendo arrivare la proprietaria del centro estetico.
<< Fabiola, questa è tua cognata? >> domandò Cristina Ferri, rivolgendo la sua attenzione verso di me.
<< Ex cognata >> precisai. Dopotutto avevo divorziato da meno di un mese, ma mi aspettavo che lo sapesse tutta Centocelle ormai.
<< Ah sì, giusto. Il signor Mainetti me l'ha detto >> commentò. << Cosa bisogna che faccia? >> aggiunse poi, rivolta a Fabiola.
<< Un po' tutto >> rispose quest'ultima.
<< Perfetto, allora buon trattamento completo! >> disse la Ferri congedandosi.
La Ventresca cominciò a camminare, e io la seguii di corsa.
<< Trattamento completo? E io come pago, visto che ancora non ho ricevuto il primo stipendio? >> le chiesi stupita e stizzita.
<< Consideralo come un regalo da parte dei Mainetti. E poi quando Giuseppe ti darà gli assegni mensili non ci saranno proprio più problemi! >> dichiarò soddisfatta lei, mentre mi guidava nel suo laboratorio di nail art.***
Con la messa in piega, le unghie smaltate di marrone con l'anulare color bronzo brillantato, la pelle abbronzata ma non troppo e i sensi rilassati dai massaggi, seguii Fabiola fino alla palestra dove avrei dovuto frequentare il corso di pilates con Roberto Ascalone detto Manilunghe; non appena fummo dentro, il ricordo di Giuseppe che scopava una sconosciuta nelle docce dello spogliatoio femminile si fece talmente vivo in me che, mentre Fabiola parlava con la coppia di proprietari, entrai nel luogo del delitto, cercai il bagno, mi ci chiusi dentro e vomitai.
Quando ebbi finito, aprendo la porta non mi accorsi di essere andata a sbattere contro una persona: era un uomo alto e ben allenato, con i capelli corti e piccoli occhi marroni.
<< Fuori c'è una comitiva di persone che parla di una nuova iscritta. Che per caso sei tu? >> mi domandò.
Aveva l'accento del Sud, forse siciliano o pugliese del Salento.
<< Può essere. Ma perché mi dà del tu? Mica ci conosciamo... >> replicai scocciata da quella troppa confidenza.
<< Roberto Ascalone, tengo il corso di pilates. Adesso ci conosciamo >> rispose lui, tendendomi la mano.
Dunque l'uomo che mi ritrovavo davanti era Manilunghe in persona: il mio cervello mi suggerì che, se mi fossi fatta trovare diffidente o impacciata, ci avrei messo un attimo a finire tra le sue vittime, perciò mi ricomposi e ripresi un po' di spavalderia.
<< Anita Cecchi, piacere. E sono corsa via per vomitare, visto che proprio in questo spogliatoio il mio ex marito mi ha messo le corna >> raccontai tutta d'un fiato.
Ascalone rimase in silenzio per alcuni minuti.
<< Hai una storia interessante. Mi piacciono le storie interessanti, spero che da domani verrai >> disse poi, mettendomi le mani sulle spalle e lasciandocele un po' troppo.
<< Vedremo >> ribattei, levandogli una mano alla volta dalle mie spalle.
Se Fabiola mi aveva già iscritta, Manilunghe doveva capire bene che sapevo farmi rispettare.***
La mia prova più grande però sarebbe stata alle quindici: avevo intenzione di chiedere a Dante cosa ci fosse stato tra lui e Sofia, e perché l'avesse lasciata andare; non erano fatti miei, ma lui si era interessato molto a me, forse perché ero un caso umano, forse perché uscivo col suo migliore amico o forse perché ci stava davvero provando con me: era mio diritto togliermi ogni dubbio, anche se in seguito non avesse più voluto essere il mio psicologo.
<< E quindi oggi ti sei goduta questa fase ulteriore della tua nuova vita? >> fece lui, chiedendomi come fosse andata la mia mattinata che aveva abilmente orchestrato.
<< Le clienti di Cristina Ferri mi guardavano con pena, e il mio insegnante di pilates sarà nientemeno che Manilunghe, e per di più ho anche vomitato nel bagno dello spogliatoio femminile, nelle cui docce Giuseppe mi ha tradito meno di un mese fa, quindi direi benissimo >> risposi sarcastica, sperando di trovare l'occasione per fargli la domanda su Sofia.
<< Mi ringrazierai col tempo, quando sarai di nuovo una donna felice e realizzata >> disse tranquillamente.
<< E tu sei felice e realizzato, invece? >> colsi la palla al balzo.
<< Perché questa domanda? >> mi chiese spiazzato.
<< È vero che tu e tua cognata Sofia eravate una coppia? >> presi coraggio, chiudendo gli occhi e pensando di essere cacciata fuori dallo studio.
Poi ne aprii uno, un altro e mi accorsi che era rimasto tranquillo.
<< Chi te l'ha detto? >> spezzò il silenzio lui.
<< Era una voce che correva, durante l'organizzazione della serata su Battisti >> ammisi.
Dante fece un'altra pausa.
<< Eravamo ragazzini, quando ci siamo messi insieme. Sofia non è nata ricca, la sua famiglia viene dalle case popolari di Via Tor de' Schiavi, vicino al centro commerciale Insieme. Non ero abbastanza per lei, così sposò mio fratello: per lui fu la copertura perfetta, così poté nascondere la sua tresca con Cristina Ferri. L'attrazione tra di noi però rimase, così lei compensa con me le mancanze del marito >> mi raccontò, con una nota di amarezza nella voce.
<< E ti basta così? Ti va bene fare parte di questa farsa, di questo circo di menzogne? >> lo incalzai, schifata da quel meccanismo familiare di intrighi e bugie.
<< Non è che per il resto abbia conosciuto molta verità, per questo sono contento per te e per Marco: siete due persone autentiche, mi fate pensare che qualcosa di buono posso crearlo anch'io >> sorrise, guardandomi negli occhi.
<< Grazie. Per non considerarmi solo come un caso umano intendo >> replicai velocemente, devastata dall'imbarazzo.
<< Comunque ci stai bene, con il restyling. Per quanto riguarda Roberto, o Manilunghe come lo chiamano... Ha una cattiva nomea, ma tu sei Anita Cecchi, e in qualche modo te la caverai >> commentò.
Mi sentivo molto più serena dopo aver parlato con lui: se non ci fossero stati né Marco né Sofia, pensai che si sarebbe innamorato di me.
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Quante stelle ha il mio cielo
ChickLitCentocelle (Roma), 29 ottobre 2019. Anita Cecchi ha trent'anni e ne ha passati cinque sposata con Giuseppe Lojacono, conosciuto ai tempi dell'università, il quale non ha fatto altro che mortificarla insieme alla madre Assunta, la quale accusava la n...