Centocelle, 25 marzo 2020
Un'altra settimana passò senza che Antonio e io ci rendessimo troppo conto del passare delle ore e dei giorni: ci rendevamo conto del tempo solo alle diciotto, quando Ranieri Guerra leggeva i dati dei contagi, in collegamento con La Vita in Diretta.
Eravamo stanchi, con i segni delle mascherine sui volti, che magari non erano marcati come quelli dei medici, degli infermieri o degli operatori sanitari, ma ci lasciavano ugualmente addosso il ricordo di quella tensione continua.
I decreti emanati da Giuseppe Conte si susseguivano, ed erano sempre meno ottimisti: la situazione si faceva sempre più stringente e pericolosa.
Quella mattina Sofia ci mandò un messaggio su WhatsApp; Antonio e io ci guardammo: a noi tutto ciò non diceva nulla di buono.***
Ci riunimmo tutti in sala, dove Sofia ci attendeva insieme al marito e ai suoceri.
<< Ragazzi, come sapete è arrivato un decreto che intima la chiusura fisica di tutte le attività che non siano supermercati, ospedali o farmacie >> esordì affranta.
<< E noi come cazzo facciamo, di grazia? >> sbuffò Fabio, a cui Stella diede subito una gomitata.
<< La chiusura fisica, non quella effettiva. L'attività andrà avanti lo stesso, ma a distanza: i panettieri cucineranno dalle loro case, i camerieri automuniti, presumo tutti, porteranno i prodotti porta a porta a chiunque li richieda, per questo sarà potenziato il nostro sito. I cassieri terranno la contabilità da casa. Abbiamo stanziato un fondo per la benzina, la corrente e le materie prime che utilizzarete, e continueremo a coprirle con parte dei nostri proventi >> continuò la Mainetti.
<< Sempre se ce ne saranno, di proventi >> disse sottovoce il cameriere Stefano Landi all'orecchio di Antonio, che concordò tacitamente.
<< Ragazzi, lo so che è difficile. Che molti considerano molto più comodo chiudere e mandare i bonifici alla gente a casa. Ma non riteniamo giusto elargire dei sussidi, sarebbe come chiedere l'elemosina. L'unica attività benefica che avremo saranno le Spese Sospese per chi deve mettere insieme il pranzo con la cena, e credetemi se vi dico che sono già tanti. Detto questo, buon ultimo giorno di lavoro fisico >> intervenne Flora.
<< Grazie >> mormorammo tutti, in modo asincrono e più o meno stancamente.***
<< Voglio proprio vedere dove andremo a finire, con questo lavoro a distanza... >> sbuffò Fabio, sfornando i rustici.
<< Almeno continueremo ad avercelo, un lavoro. Pensa chi deve chiudere baracca e burattini >> lo fece ragionare Antonio.
<< Senza contare quelli che devono attaccarsi alla spesa sospesa! Tutto sommato siamo stati fortunati... >> lo appoggiai.
Fabio alzò gli occhi al cielo.
<< Per te è facile parlare! Sei amica delle Mainetti, hai un blog che durante questo lockdown può avere visibilità e senza la panetteria potresti anche spiccare il volo! >> sentenziò rancoroso.
Quella frase mi diede molto fastidio, Stella e Antonio se ne accorsero.
<< Fabio, ti prego... >> lo supplicò la sua fidanzata.
<< Non sarai mica invidioso... >> commentai sarcastica.
<< Non è invidia, ma una constatazione: sei cascata in piedi già una volta, potresti farlo di nuovo >> rispose secco il mio collega, e prima che gli altri potessero fare qualcosa, mi avvicinai minacciosa a lui.
I nostri volti, protetti dalle mascherine, erano vicinissimi.
<< Prova a dire un'altra frase del genere, e io ti ficco nel forno, poi uso i tuoi resti carbonizzati per fare il ripieno della mia prossima creazione. Sono stata chiara? >> gli intimai in un tono che non ammetteva repliche.
Seguirono dei pesanti minuti di silenzio.
<< Scusa. Non volevo dire questa frase. Mi è scappata. Sono nervoso. Siamo tutti nervosi... >> replicò, cercando di giustificarsi.
Forse allontanarci per un po' di tempo ci avrebbe fatto bene: quella pandemia stava tirando fuori il peggio di noi.***
Quando tornammo a casa decisi di pianificare il lavoro per il tempo in cui saremmo stati a casa.
<< Allora... Possiamo cucinare i salati la mattina dalle 8 alle 10 e i dolci il pomeriggio dalle 15 alle 18 per portarci avanti... Poi dobbiamo creare un gruppo WhatsApp per le consegne... >> esordii, scrivendo al pc su un foglio Word.
<< Non avresti dovuto dire quella cosa così raccapricciante a Fabio >> se ne uscì Antonio, mentre seguiva la preparazione dei biscotti al burro.
<< È stato lui a cominciare! Ha detto che tutto quello che ho ottenuto l'ho ottenuto non col duro lavoro, ma perché ho avuto culo! Ti rendi conto? >> sottolineai innervosita che il mio ragazzo desse retta ad un nostro collega e non a me.
<< Lo conosci, è sarcastico e sempre scontento. Stella è una santa a sopportarlo, ma non è cattivo. Non dovremmo perdere il controllo, e litigare tra noi... >> mi ricordò.
<< Non ci vedremo fisicamente fino al 3 aprile, il problema dei litigi verrà ovviato >> puntualizzai.
<< Dico solo che dobbiamo placare gli animi, perché la situazione dà fastidio a tutti... >> precisò.
<< Va bene, va bene... Però adesso dobbiamo cercare di mettere ordine nel disordine: una parte della giornata dovrà essere dedicata alla Spesa Sospesa... >> cambiai discorso.
Odiavo i momenti in cui discutevamo, ancora più di tutte le cose che avevo preso a odiare durante la pandemia: sentivo di coppie che non riuscivano più a comunicare, e sperai con tutto il cuore che non fosse il nostro caso.
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Quante stelle ha il mio cielo
ChickLitCentocelle (Roma), 29 ottobre 2019. Anita Cecchi ha trent'anni e ne ha passati cinque sposata con Giuseppe Lojacono, conosciuto ai tempi dell'università, il quale non ha fatto altro che mortificarla insieme alla madre Assunta, la quale accusava la n...