Rutigliano, 25 febbraio 2020
Rimanemmo nel paese natale di Antonio per una settimana intera: l'ultimo giorno della nostra permanenza si sarebbe sposata Maddalena, la sorella di mezzo; saremmo ripartiti il 26 mattina all'alba col primo treno per Roma.
La giornata cominciò molto presto, con la mia futura suocera che veniva letteralmente a buttarmi giù dal letto.
<< Sono già le cinque? >> biascicai disorientata.
<< Macché cinque, sono le quattro! Alle cinque viene la parrucchiera, adesso è ora di colazione! Sciamene, me! Che la nonna ha già fatto la Moka quella grande... >> mi esortò, tirandomi fuori dal letto in quell'aurora pugliese di una giornata che si sarebbe preannunciata infinita.***
Quando arrivammo in cucina, vidi che le donne di casa erano già tutte in piedi.
<< Antonio e il signor Alfredo? >> domandai.
<< Loro ancora dormono, che non si devono preparare con tutti i crismi come noi! >> spiegò tranquillamente la signora Patriarca, mentre la signora Rosa mi versava un tazzone di caffè.
<< Sennò come ci arrivi alle tre di stanotte? >> mi fece presente.
<< Le tre? >> chiesi con orrore. Avevo già avuto una tragica esperienza della lunga durata dei matrimoni al Sud, quando ero sposata con Giuseppe.
<< In effetti è un po' poco... Il matrimonio di Costanza e Giorgio è durato fino alle cinque, hanno pure visto l'alba dal giardino dell'agriturismo... >> puntualizzò la futura sposa.
<< E vabbè, ma la famiglia di Costanza è sempre stata pacchiana. Noi siamo gente elegante, e al massimo possiamo arrivare alle quattro, quattro e mezza! >> le ribadì sua madre, tirando fuori dinamiche di paese che io non conoscevo.
<< L'importante è che sopravvivi all'interrogatorio dei parenti. Perché te lo faranno, eccome se te lo faranno... >> mi anticipò Concetta.
Sperai che quella ricorrenza finisse presto.***
A turno vennero la parrucchiera, la truccatrice e l'esperta di vestiti, la signora Ines Lobosco, amica di vecchia data, proprietaria di una boutique nonché una specie di guru per Concetta.
<< Sapete che avete una silhouette che fa invidia, anche se lavorate col cibo? >> osservò meravigliata, mentre sceglievamo la mise per l'occasione.
<< Faccio palestra, e una vita abbastanza frenetica. Diciamo che smaltisco >> ammisi, quando all'improvviso lei gridò.
<< È lui! Vi sta perfetto sia coi vostri occhi che col vostro incarnato! >> scattò, prendendo un vestito senza maniche color acquamarina, e un giacchetto abbinato.
Quando fui truccata, vestita e acconciata, incontrai Antonio per le scale, che rimase a bocca aperta.
<< Sei una visione! >> esclamò estasiato.
<< Dovrebbe esserlo tua sorella, più che io... >> commentai ridendo.
<< Sì, ma io ti guardo con gli occhi dell'amore, mentre a lei con quelli dell'affetto... >> motivò, mentre mi dava il braccio.
Io accettai quel gesto cavalleresco, mentre raggiungevamo la macchina per andare in chiesa.***
Le nozze vennero celebrate da Don Francesco Vitali, il parroco che aveva tenuto a battesimo, a comunione, cresimato e sposato intere generazioni di abitanti di Rutigliano: Maddalena e il futuro sposo Danilo Romaniello, a sentir menzionare episodi della loro infanzia, quasi si commossero, e il resto dei presenti rise bonariamente.
Quando fu il momento di dirigersi verso il ristorante, Antonio mi disse di aprire il vano adiacente al posto del passeggero.
<< Ma queste cosa sono, coccarde? >> domandai stupita, vedendone di vari colori.
<< Devi prendere quella del matrimonio >> mi disse lui, mentre metteva in moto.
<< E qual è, questa qui? >> chiesi, brandendo un'elegante coccarda nera.
<< Ma che sei matta? Quella è per i funerali! Prendi quella bianca... >> rispose, sbiancando.
Tornare laggiù l'aveva reso molto più superstizioso di quanto non lo fosse a Roma.***
Scoprii di essere al tavolo con i genitori di Antonio, nonna Rosa, Concetta e i coniugi Mario e Gioia Petresine, rispettivamente il fratello e la cognata di Carmela.
<< E quindi tu sei quella che ha scritto le ricette su Internèt, come si chiama il sito... >> esordì Gioia.
<< "Quante stelle ha il mio cielo" >> le suggerì Mario.
<< Eh sì, quello! Sapessi quante ricette ho riprovato a fare... >> rispose gioviale la zia di Antonio, Maddalena e Concetta.
<< Con scarsi risultati >> bisbigliò quest'ultima al mio orecchio.
<< Se volete, la prossima volta che Antonio e io scendiamo giù, possiamo cucinare tutti insieme, che ne dite? >> proposi.
<< Sarebbe un'idea meravigliosa! Ma giusto la prossima volta, perché dopo oggi non mangerò più per una settimana... >> dichiarò Carmela.
<< Per u ver... >> sentenziò Rosa.
<< E siamo solo al primo antipasto... >> sospirò Alfredo.
<< Perché, quante portate sono? >> domandai terrorizzata.
<< Ai matrimoni del Sud non si fanno domande sul menù. Si mangia e basta >> rispose Antonio, e io gli diedi retta.***
Nelle pause in mezzo tra una portata e l'altra, ci furono i balli degli sposi, la poesia del cuginetto, i racconti di guerra dei nonni, la consegna della busta e, alla fine della serata - che ormai era diventata notte - le bomboniere, a forma di cesti pieni di fiori.
Facemmo gli auguri agli sposi, che si diressero nella loro casa nuova, e noi a farci quelle poche ore di sonno prima di prendere il treno.
Quando fu il momento di lasciare casa Patriarca, strinsi le mani a tutti e Carmela mi abbracciò, augurandosi di rivedermi presto, e io contraccambiai.
Sul treno del ritorno ascoltammo le notizie sul nuovo Coronavirus, che si stava diffondendo a macchia d'olio in alcune regioni del Centro-Nord: eravamo tuttavia sicuri che il centro d'igiene Spallanzani di Roma e l'ospedale Sacco di Milano, con i loro medici esperti, avrebbero tenuto la situazione sotto controllo.
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Quante stelle ha il mio cielo
ChickLitCentocelle (Roma), 29 ottobre 2019. Anita Cecchi ha trent'anni e ne ha passati cinque sposata con Giuseppe Lojacono, conosciuto ai tempi dell'università, il quale non ha fatto altro che mortificarla insieme alla madre Assunta, la quale accusava la n...